Capitolo 12: E se mi fossi preso la Yoongi Syndrome?

323 38 64
                                    

Riuscì a scollarmi da quel letto solo dopo tre giorni intensi di litigate e paci con Yoongi, scoprendo che se nessuno dei due parlava e ognuno pensava ai propri affari potevamo andare d'accordo, così trovando lo spazio in cui la nostra "amicizia" poteva andare avanti avevamo predisposto, sotto obbligo del medico, un'ora in cui dovevamo passare del tempo nella stessa stanza, senza ucciderci a vicenda. Così io continuai, sotto obbligo di Yoongi, a servire i Golden, anche se ancora non sapevo minimamente il perché di questa decisione. E un'ora, distanziata dà lezioni e lezioni di ballo, che avevo ricominciato a seguire di nuovo, sotto lo sguardo vigile del professore, che sapeva di una mia grave condizione, che poteva essere curata solo andando molto tempo in infermeria. Dovevo dedicare tempo anche al ragazzo di pietra. Ed era diventato, come diceva Jimin, la mia medicina.
Per quanto potessi odiare il ragazzo, c'era un fondo di verità, dopo tutto nel tempo in cui respiravamo la stessa aria, mi sentivo più rinvigorito e meno stanco, riprendendomi da tutto lo stress delle varie lezioni e coreografie.

Nell'accademia nessuno aveva fatto caso alle strane sparizioni e vari casi strani. Visto che io ero poco conosciuto ed ero stato male già in precedenza, nessuno si chiedeva dove fossi, neanche i miei compagni di ballo che erano stati tutti informati della mia strana "condizione" ovvero una grandissima allergia alla polvere, cosa che era una cosa sciocca, visto che i ballerini dovevano passare la maggior parte della loro vita in una sala polverosa. Ma non fecero altre domande, visto che eravamo tutti agitati per il saggio di Dicembre. Per quanto riguarda Yoongi, i Golden solo nelle più rare occasioni si facevano vedere nel campus, solo la domenica a pranzo, ma se uno di loro era assente, non era poi così tanto un grande scandalo. Quindi fino a che non iniziavamo a battere gli occhi in contemporanea, cosa che Namjoon diceva possibile, eravamo al sicuro da occhi indiscreti.

Il preside era a conoscenza della nostra posizione e sorridendo ci aveva fatto le congratulazioni, perché non vedeva un caso così da molti anni di presidenza e insegnamento. Dicendo che se avevamo bisogno di qualcosa bastava solamente chiedere. E promise di non dire nulla ai miei genitori fino a che non avremmo capito a fondo la situazione. Avevano tanto sulle loro spalle, non avrei voluto preoccuparli ulteriormente e poi potevo farcela anche con le mie stesse forze.

Yun-Min e Moon-Soo, le nostre vicine di tavolo, erano entusiaste, quando mi ripresentai a pranzo quel Giovedì mattina, con un viso molto meno pallido e molto più roseo e con finalmente un sorriso sul mio volto. Mi salutarono con un grande sorriso e un "ci sei mancato!".

Il mio incubo con Min Yoongi, si era affievolito e stare insieme a lui non era poi così male. Io studiavo per quello che avevo perso e lui con delle cuffiette, scriveva su un quadernino blu che copriva sempre con la mano sinistra, perché non voleva assolutamente che io guardassi quello che scriveva. Come se mi fosse importato qualcosa di quello che faceva. Io avevo la mia vita da pensare.

Questa cosa delle anime gemelle, aveva un effetto strano su Jimin, di solito dormivamo sempre nello stesso letto ed eravamo molto aperti a coccole e tutto il resto. Eppure, il biondino tornava sempre tardi la sera e saltava sempre i pasti, perché diceva che doveva allenarsi e avrebbe preso qualcosa al bar all'interno del campus. Iniziai a preoccuparmi seriamente, perché il biondino era sempre così allegro e solare, ma da quando il Golden Boy, era entrato nella sua vita, sorrideva molto di meno e io ero diventato solamente un personaggio secondario della sua storia.

Avrei voluto tanto parlare con JungKook, ma avevo sempre timore di allontanare il mio compagno di stanza ancora di più e quindi avrei aspettato il momento più adatto, ma più il tempo passava più lo sentivo allontanarsi da me.

Sbuffando mi buttai sui miei libri appena sporchi di matita e cancellature, massaggiandomi la testa e guardando l'orologio d'oro che brillava nella piccola stanza dedicata ai Golden Boys della biblioteca. Min Yoongi si era da poco addormentato sulla grande poltrona rossa che dava vicino alla finestra. Mancavano venti minuti e la nostra ora di quel giorno sarebbe finita e io sarei potuto andare a sgranocchiare qualcosa in caffetteria, per il giorno pizza, una giornata che accadeva solo tre volte a settimana, visto che alcuni studenti avevano delle provenienze non coreane, ogni tre o quattro settimane c'era una giornata dedicata ad una nazione o ad un piatto particolare.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora