Capitolo 14: I'm Dreaming Of A Red Christmas

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In quell'istante mi dissi che il fatto che fui lanciato in una Range Rover con la violenza di un tornado non avrebbe di sicuro rovinato le mie vacanze natalizie, ne ero alquanto convinto mentre mi tenevo la mia mia valigia verde, intanto che salutavo Jimin che mi osservava incuriosito da fuori l'oscurato finestrino e lessi nei suoi occhi una domanda che sicuramente suonava come: Perché ancora non ti sei messo a piangere?". E aveva ragione, ma dovevo essere forte e positivo. Mi dissi che neanche il fatto che sarei dovuto stare in una casa enorme, mentre Yoongi faceva chissà cosa, mi avrebbe rovinato le vacanze. Non mi sarei lasciato abbattere avrei comunque continuato a sperare nella gioia del natale. Dopo tutto mi ero già arreso da un bel pezzo al fatto che non avrei passato il mio tempo libero con la mia povera famiglia. Non avrei potuto assaporare le zuppe e la carne preparata accuratamente da mio padre, non avrei potuto assaggiare tutte quei deliziosi dolci di mia madre e non avrei potuto abbracciare i miei nonni o discutere con i miei zii del tempo o del fatto che ancora non avessi trovato una ragazza. Col cavolo che gli rivelavo che ero omossessuale, se mia zia fosse venuta a saperlo, avrebbe vomitato sulla cena neanche due secondi dopo.

Ma questo non era importante, perché erano cavoli miei e nessuno doveva metterci becco.

Eppure mi sbagliavo, ripensandoci la cosa mi turbava parecchio.

Ed era proprio il fatto di essere privato di tutto quello che avevo fatto negli ultimi sedici anni. Il fatto di rimanere a scuola, non mi dispiaceva più di tanto, anche se sarei rimasto solo nel mio dormitorio, a guardare film deprimenti natalizi, mangiando schifezze e ogni tanto sarei sgattaiolato nella sala di ballo a provare pezzi nuovi e studiare qualche nuovo passo da aggiungere alle mie coreografie. Andare a casa di Yoongi, invece, significava starmene in una casa straniera, con gente mai vista, e per di più nel territorio di una persona che neanche conoscevo poi così bene. Certo, io e Yoongi avevamo fatto passi da giganti in un mese, ma non giustificava il fatto che aveva completo controllo di me o della mia vita. Neppure i miei genitori, per quanto gli volessi bene, avevano questo potere. E nonostante la mia positività che mettevo in quasi ogni occasione, in quel momento mi sentivo come intrappolato in qualche gabbia di cui non avevo la chiave.

Anzi la chiave era in possesso del moretto e l'aveva appena buttata via.

Così guardando la macchina lasciare il grande cancello che circondava tutto il campus, con la mia borsa verde e Yoongi che già dormiva da dieci minuti, una lacrima lasciò lentamente il mio occhio destro. Ricordandomi dopotutto, che ero finito di mia spontanea volontà dentro a quello spiraglio senza uscita e che se volevo smuovere qualcosa lo dovevo fare da solo.

Quindi mi misi l'anima in pace e iniziai a guardare il panorama che cambiava a seconda del sole e della poca neve che aveva iniziato a scendere. Che mi ricordava che ancora ero vivo e che avevo qualcosa in cui sperare.

Sospirai e chiusi gli occhi, almeno potevo dormire nel frattempo e mi lasciai cullare dal rumore delle ruote sopra l'asfalto e il leggero ondulare della strada, che ci stava portando sempre più nel cuore di Seoul.

Ma neanche mezz'ora dopo, uno scatto mi destò dal mio tiepido sonno. Era una mano fredda sul mio cappotto marrone. Era una mano grande e il profumo di Pino lasciava le mie narici aperte in attesa di un qualche segno. Ma sentì un altro scatto e venni svegliato da una spinta che mi portò a sbattere leggermente contro lo sportello in cui mi ero rifugiato e accoccolato.

"Svegliati. Siamo arrivati"

La voce soave e indispettita di Yoongi, risuonava nella mia povera testa, che stavo massaggiando per l'urto subito.

"Potevi farlo più tranquillamente" Dissi indispettito, di certo questo non era il modo per iniziare le feste natalizie, anche se erano già iniziate con il piede sbagliato.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora