Capitolo 16: Jingle Stars

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I raggi del quieto sole filtravano dalla finestra in punta di piedi, come se non volessero svegliare il moretto che dormiva beato accanto a me e lo baciava con la sua luce, macchiando i suoi capelli neri come la pece. La sera precedente, dopo aver parlato delle mie avventure natalizie, si era addormentato subito, restando con i suoi capelli sul cuscino accanto al mio, con la bocca leggermente aperta e piccoli soffietti che gli uscivano dal naso. Era veramente buffo, ma anche tremendamente bello. Non so perché la voglia di tracciare le mie dita sul suo piccolo volto fece capolino nella mia testa. Eppure era tutto quello che riuscivo a pensare in quel momento.

Ritrassi la mano che era rimasta appoggiata alle coperte, come se non potessi superare la barriera invisibile, che ancora ci divideva. Io purtroppo, ero una persona molto fisica e dovevo in continuazione toccare o abbracciare qualcuno. Come un qualcosa che mi potesse dare sostegno e appoggio, per sapere veramente mi era accanto. Per sentirmi amato ed apprezzato per quello che ero veramente. Anche se Yoongi, da quello che avevo visto non si faceva molto abbracciare o toccare. Era una persona più fredda e calcolatrice, tranne che nei momenti di debolezza, quando mi vedeva a terra agognante e mi prendeva fra le sue braccia, nonostante anche lui fosse preso dal dolore atroce. Dovevo ammettere che era un atto molto coraggioso e audace. Nessuno in vita mia, mi aveva mai trattato così. Anche se certamente, non avevo mai avuto neanche un rapporto così intenso con nessun'altro in vita mia. E anche se le cose erano molto confuse tra di noi, tra tira e molla e tutti gli alti e i bassi. Potevo finalmente dire che eravamo giunti ad un limbo in cui i nostri corpi cercavano di stare insieme e le nostre menti cercavano di lottare. In quella che si definiva una guerra in cui nessuno dei due avrebbe vinto. Perché era così semplice perdere la ragione. Così semplice abbandonarsi al richiamo del proprio destino e accettarlo. Allora perché combattevamo così duramente per allontanarsi e evitare di creare questo legame che era inevitabile?

La domanda sembrava spontanea e tutto quello che girava nella mia testa stava pian piano svanendo, quando mi accorsi che Yoongi stava sorridendo nel sonno. I suoi occhi piccoli da gatto riportavano delle ciglia mediamente lunghe e il suo naso leggermente a patata ridefiniva la sua bocca fina e le sue guance che diventavano piene quando mangiava e sorrideva. Con quel suo sorriso che mostrava le gengive e dava un senso di sicurezza e l'odore di Pino che emanava mi ricordava le giornate calde estive ci quando ero piccolo e con mio padre ce ne andavamo nei boschi a cercare qualcosa da portare alla mamma per i suoi deliziosi piatti. Partivamo all'alba con zaino in spalla, la freschezza della mattina che ancora bagnava la terra e quel freddo che entrava nelle ossa. L'alba faceva capolino da dietro alla montagna e ci dirigevamo verso la fitta radura. Dove ancora l'odore dei pini si imbatteva in quello della terra fresca. E più passava il tempo e più l'afa asciugava il suolo facendo risaltare l'odore piccante e fresco della corteccia di quei meravigliosi alberi pieni di resina che si attaccava come colla nelle mie dita e portava numerose sgridate dal mio povero padre che doveva, per l'ennesima volta, pulirmi le mani sporche e ricordavo ancora perfettamente la sua piccola faccia concentrata che mi puliva le piccole dita.

Yoongi mi ricordava le semplici piccole cose, come appunto una passeggiata in montagna con mio padre. Ecco perché magari sentivo l'odore dei pini ogni volta che mi stava più vicino del solito. Sicuramente era un altro dei trucchetti da anime gemelle che mi impallavano il cervello.

Rimasi ancora qualche minuto ad assaporare quella temporanea tranquillità che si era creata. Non avrei mai pensato di poter ammirare il moretto da così vicino. Fino a qualche tempo fa, avrei preferito tenermelo ad un metro di distanza. Invece, adesso quasi che non riuscivo a farne a meno.

Magari era il mio cervello che stava pensando queste cose assurde. Ma quasi che mi piaceva stare con lui. Anche dopo tutto quanto.

Un lieve sussurro uscì all'improvviso dalle labbra di Yoongi, che assomigliava quasi a "Jimin". Mi avvicinai di più alla sua bocca per captare qualche movimento, ma usciva solo calore e piccoli sbuffi che mi facevano solletico alle mie piccole orecchie.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora