Capitolo 24: Se son Rose.... moriranno

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Era la settimana prima di San Valentino e l'accademia sembrava quasi sotto una sorta di incantesimo, dove tutti sembravano diventare più buoni. Magari era l'odore appena lieve dei primi fiori nella piazza centrale, dove decine di venditori urlavano ai giovani di "comprare le loro rose perché facevano innamorare le persone". Io mi fermavo ad osservarli, nelle ore di pausa tra una lezione all'altra. Osservavo le giovani coppie che si fermavano a odorare i fiori e con gli occhi scintillanti si scambiavano un bacio appassionato, mentre il ragazzo sussurrava parole dolci alla sua fidanzata, regalandole una delicata rosa, andandosene con il vento tra i capelli e il sorriso stampato in faccia. Poi, c'erano i soli come me, che si fermavano svogliati, con la faccia triste e il sorriso spento, nell'attesa di trovare qualcuno di speciale che potesse trovare un minimo di tempo da dedicare a loro. Così rimanevano a fissare le belle rose bianche che si univano e intrecciavano con quelle rosse, regalando almeno un briciolo di gioia al cuore per l'arrivo della primavera.

Solitamente, quando ero a casa, non mi importava di San Valentino, dopo tutto era un giorno di lavoro e sudore come un altro. Eppure, a scuola potevo dire di avere una certa fama, sia con le ragazze e con qualche ragazzo più timido che lasciava qualche scatola di cioccolatini nel mio armadietto. Anche se non avevo mai avuto una relazione vera e propria, mi sentivo comunque amato e apprezzato da tutti. Anche in un piccolo paesino come il mio.

La, invece, alla Bangtan, ero un venduto, uno facile, qualcuno che per scavalcare la scala sociale aveva fatto dei servizietti a Min Yoon-dol. Mi ero completamente stufato di essere trattato come una pezza da piedi da un intero campus accademico. All'inizio, durante il saggio di danza di dicembre, il professore mi aveva considerato il miglior ballerino della Bangtan, ora, lo ero comunque, ma nessuno mi avrebbe mai preso come modello. La fama, secondo alcuni, mi aveva dato alla testa e penso proprio che non avrei nemmeno ottenuto il posto da solista nella gara di aprile, e anche se questo mi creava un grande dolore al petto. Da una parte pensai che forse fosse meglio, perché con tutto quello che era successo con Yoongi avrei creato problemi al mio team, quindi lasciai che Jimin prendesse il mio posto, accontentandomi del secondo ballerino, che andava comunque a pennello.

Con il moretto, le cose, andavano ancora peggio, dopo averlo sentito nello studio del Dottor Lee e del fatto che avrebbe dovuto trovarsi una fidanzata, ero rimasto scioccato e per due notti non mi sono neanche sforzato di andare a dormire nella sua stanza, rimanendo completamente sveglio per entrambe le notti. Durante il terzo giorno, il magnifico Kim SeokJin ci ha dato l'onore di entrare nel nostro piccolo appartamento, chiedendomi il perché avessi smesso di parlare completamente con Yoongi. Ancora non mi fidavo molto del ragazzo castano che sovrastava sopra il mio metro e 77, chiedendomi se fosse opportuno dirgli tutto quello che avevo sentito e quello che mi passava per la testa. Molte volte mi aveva aiutato, in quei giorni, dandomi una mano anche con quelle bulle, facendogli scontare una pena non da poco. Eppure, era un golden, era ricco e bello. Perché avrebbe dovuto confondersi con uno come me?? Che da offrire aveva solamente la sua passione per la danza. "Senti Hoseok, so che c'è qualcosa che non va, ma con me puoi parlare, non puoi tenerti tutto dentro. Perché ci stai evitando, non mi sembra di aver fatto nulla di sbagliato??"

Quelle parole avevano un non so che di affetto all'interno, come se il ragazzo tenesse veramente a me, e non mi considerasse spazzatura come tutti gli altri in quello stupido campus. Annuì a Jin, cercando dentro di me le parole più adatte per iniziare. Dove dovevo iniziare?? Cosa potevo dire?? Avrei dovuto dirgli della volta nella sala del pianoforte?? Avrei dovuto dirgli di quella volta a casa sua per Natale?? Non avevo mai avuto questo tipo di problemi. La mia vita era semplice e spensierata. Tutto girava intorno al ballo e ogni pensiero triste sembrava annegare nella mia speranza di farcela un giorno, ripagando tutti i miei sforzi. Mi tenevo attaccato alla speranza. Mentre, invece, in quel luogo, la speranza sembrava inesistente. Quasi come fosse stata risucchiata dalle paure.

Betelgeuse (Yoonseok/Sope)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora