Anche se non l'avrei mai ammesso, avevo proprio bisogno di quella doccia. Era la prima volta in vita mia che mi rilassavo completamente, senza il terrore che mio padre potesse entrare all'improvviso e incazzarsi con me perché avevo perso troppo tempo, quindi picchiarmi.
Nessuno venne a darmi fastidio, perciò mi presi tutto il mio tempo per lavarmi accuratamente. Sussultai un paio di volte a causa di alcuni lividi ancora troppo recenti, e sperai che dopo quella doccia, tutto il dolore che sentivo potesse venire via, sparire e lasciarmi in pace una volta per tutte. Invece non accadeva: i lividi erano ancora lì, così come tutto il mio dolore.Quando terminai la doccia, avvolsi un accappatoio intorno al mio corpo, stringendo un asciugamano introno ai capelli. Mi guardai intorno, notando che una maglietta ed un paio di boxer erano stati lasciati su un cassetto nelle vicinanze. Inizialmente, temetti che qualcuno potesse essere entrato mentre ero distratta, poi però ricordai che Lauren era già intenzionata a farsi una doccia, quindi forse li aveva preparati lei prima di uscire di casa.
I vestiti che avevo indossato erano troppi sporchi; portavano troppi ricordi...non sarei stata in grado di indossarli nuovamente. Sperando che Lauren non si arrabbiasse troppo, decisi di infilarmi i suoi vestiti.La maglietta era lunga sul mio corpo, tanto che mi copriva fin sopra il ginocchio. Era nera e sopra c'era disegnata la faccia di Bob Marley. Il boxer era troppo largo per le mie gambe, quindi sembrava avere la funzione dei pantaloncini piuttosto che intimo. Non faceva freddo, però, anzi, la casa doveva avere dei condizionatori con l'aria calda, perché si stava benissimo.
Passai velocemente l'asciugamano tra i miei capelli, cercando di assorbire quanta più acqua possibile. Non vedevo l'asciugacapelli da nessuna parte, perciò mi sarei dovuta accontentare di quello. Tuttavia, trovai un pettine e decisi di pettinarli, per evitare che si formassero dei nodi.
Uscii così dalla porta del bagno, entrando nella camera di Lauren. Sobbalzai quando la trovai seduta sul letto, perché non credevo che mi stesse aspettando. Alzò lo sguardo, rendendosi conto della mia presenza. I suoi occhi passarono in rassegna il mio corpo, e notai che faticava a trattenere un sorriso. Portai le mani dietro la schiena, giocando nervosamente con le mie dita.<<I miei vestiti ti stanno bene>>, mormorò, inarcando un sopracciglio. Arrossii profondamente, mordendomi il labbro inferiore.
<<Non ti dispiace, quindi?>>, domandai.
<<Che tu abbia preso i miei vestiti? No, assolutamente no. Come ho detto, ti stanno davvero bene>>, rispose, sincera. <<Dobbiamo asciugare i capelli, però...non vogliamo mica che ti venga la febbre>>, disse.
Venne verso di me, indicandomi la porta del bagno con la mano. Ritornai dentro, seguendola in silenzio. Mi mostrò dove trovare l'asciugacapelli, riprese la spazzola che avevo usato poco prima e mi fece segno di andare verso di lei.
Fortunatamente, era più alta di me, quindi non ebbe problemi quando mi misi dinnanzi a lei. I nostri occhi si incontrarono nello specchio, e mi ritrovai ad arrossire nuovamente, perché mi guardava con troppa intensità.
Le sue mani spostarono i miei capelli di lato, prima di pettinarli con delicatezza. I suoi capelli erano ricci e scendevano ordinatamente lungo le sue spalle: non potetti fare altro che chiedermi se si prendeva cura dei suoi capelli, come stava facendo con i miei in quel momento.<<Perché eri in quel viale?>>, domandò. L'asciugacapelli era uno di quelli di ultima generazione, infatti quando l'accese, non emise nessun rumore. Lauren iniziò ad asciugare i miei capelli, e glielo lasciai fare.
Nei film che vedevo, spesso le ragazze facevano questo tipo di cose con le proprie migliori amiche o con le loro madri. Io purtroppo non avevo amiche, dato che a mio padre non piaceva l'idea che io e mamma potessimo essere felici anche solo per un attimo, con altre persone. E per quanto riguardava mia madre, lei era così terrorizzata da mio padre, che non riusciva a rilassarsi nemmeno un attimo, quindi non le sarebbe mai passato per la testa di fare una cosa simile con me. Ed io, francamente, preferivo restare nella mia camera fino ad ora di cena, quando arrivava lui a casa. A quel punto, dovevo scendere al piano di sotto, aspettare che finisse di picchiarci e sperare di avere ancora fame una volta finito.
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Daddy's little girl(Lauren G!P)
FanfictionBristol, sud di Londra. Il mio nome è Camila Cabello. Ho un padre violento, che picchia me e mia madre quando torna a casa ubriaco ogni sera. La mia vita cambia quando mia madre mi spinge a scappare di casa. Allora, incontrerò colei che gli uomini d...