Fu sicuramente il mio istinto a dirmi di correre, dato che il mio corpo e la mia mente sembravano essersi congelati. Mi fischiavano le orecchie per quanto avessi paura, mentre mi tremavano le gambe con ogni passo che facevo. Entrata nella discoteca, sapevo che lui mi avrebbe seguita a ruota. Con i gomiti, spinsi via tutti quelli che si trovavano sul mio cammino, senza nemmeno preoccuparmi di poter fare loro del male oppure scusarmi. Possibile che nessuno notasse quell'uomo di strada, inseguire palesemente una ragazza? Forse erano tutti troppo ubriachi e fatti per rendersene conto, o già l'avevano visto accadere tante altre volte e non aveva più importanza.
Cercai di fare mente locale, perché Lauren mi aveva detto dove avrei potuto trovarla. Dovevo salire al piano superiore e poi? Dove diavolo dovevo andare? A destra? A sinistra? Quante maledette porte c'erano in quel secondo piano? E perché non c'era nemmeno un buttafuori, lì sopra? Non temevano che potesse entrare qualche ospite indesiderato? La mia mente non sembrava voler cooperare, rifiutandosi di regalarmi l'importante direzione datami da Lauren poco prima.
Lui mi seguiva ancora. Nonostante la musica, mi sembrava di sentire i suoi passi pesanti che mi correvano dietro, come faceva quando mi veniva a prendere fin dentro la stanza. Sentivo la puzza di alcol proveniente dal suo fiato che mi colpiva il collo, riportandomi a tutte le volte in cui mi urlava in faccia prima di colpirmi ed io restavo disgustata dall'odore di alcol nel suo alito. Poi, mi trascinava fuori dalla stanza e mi portava in cucina per farsi vedere dalla mamma. La mia stanza si trovava a...sinistra! Dovevo girare a sinistra una volta salite le scale. Corsi più velocemente, superando l'ennesimo ragazzino ubriaco. Svoltai subito a sinistra, rendendomi conto che doveva essere stato bloccato da qualcosa o qualcuno tra la folla. Aprii la porta, restando senza fiato. Keana si voltò improvvisamente, guardandomi prima incazzata, poi confusa.<<Che succede?>>, chiese, scendendo dalle gambe di Julian. Lanciai un'occhiata veloce alle scale, intravedendo l'ombra di qualcuno che si avvicinava.
<<Lauren! Dov'è Lauren?>>, domandai, agitata e terrorizzata. Con l'indice, indicò la porta accanto e tirai un sospiro di sollievo. Provò a chiedermi di nuovo cosa c'era che non andava, però non mi curai di risponderle. Spalancai la porta successiva, trovando Lauren che dava le spalle a qualcuno seduto su una sedia...doveva essere il suo "ufficio".
<<Camz...>>, disse, notando subito la mia espressione sconvolta. Mi avvicinai a lei velocemente, mi nascosi dietro la sua schiena- proprio come avrebbe fatto una bambina-, seppellii il volto contro la sua maglia e strinsi il tessuto tra i pugni, cercando rifugio nel suo profumo.
<<Camila, si può sapere che succede?>>, domandò, rendendosi conto che non le permettevo nemmeno di girarsi, per quanto forte stessi stringendo la sua maglia. Sembravo essere più importante di chiunque fosse la persona con cui stava parlando. Se avessi avuto meno paura, mi sarei permessa di vedere chi c'era lì con noi, però non riuscivo a staccarmi da lei.
<<Guarda chi ho trovato!>>, la voce di Keana giunse dalla soglia della porta. Il corpo di Lauren si irrigidì, si drizzò come farebbe un cane una volta messosi sull'attenti e seppi che Keana lo aveva portato lì, dinnanzi ai suoi occhi.
<<Pensavo di averti detto di starle alla larga>>, ringhiò lei. La mia presa non le permise di muoversi nemmeno di un centimetro, e mi rifiutavo in tutti i modi di guardare oltre la sua spalla per vederlo. Il solo pensiero mi terrorizzava a morte.
<<Cosa credevi di poter fare, maledetto? Ti avrei cercato in lungo e largo per ucciderti lentamente, lo sai, vero?>>, sbottò, furiosa.
<<Mi ha portato via tutto, quell'essere inutile! Darle due schiaffi era il minimo che potessi fare>>, ringhiò Jorge. Grugnì per il dolore poco dopo, quindi immaginai che qualcuno dovesse averlo colpito. Un singhiozzo scappò dalle mie labbra, perché nonostante tutto, quelle parole mi avevano ferito nel profondo. Un padre dovrebbe amare la propria figlia, no? Dovrebbe prendersi cura di lei, proteggerla da tutto e tutti...ma come si fa quando l'uomo che dovrebbe proteggerti, diventa quello da cui dovresti essere protetta?
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Daddy's little girl(Lauren G!P)
FanfictionBristol, sud di Londra. Il mio nome è Camila Cabello. Ho un padre violento, che picchia me e mia madre quando torna a casa ubriaco ogni sera. La mia vita cambia quando mia madre mi spinge a scappare di casa. Allora, incontrerò colei che gli uomini d...