Ventidue

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Lauren si muoveva avanti e indietro per la stanza come un leone chiuso in gabbia. I suoi amici erano seduti sul divano del soggiorno, osservandola attentamente. Era evidente che temessero una possibile seconda sfuriata e volevano assicurarsi che non succedesse nulla, o almeno, che non terminasse quello che aveva iniziato. 
I suoi occhi furiosi si posarono su di me, appena Veronica e Lucy chiusero la porta alle nostre spalle. Con un gesto della mano, i ragazzi si alzarono e insieme alle due ragazze, uscirono dalla stanza, lasciandomi da sola con Lauren. Si avvicinò a me mentre loro ci lasciavano, così nel momento in cui la porta si chiuse, le mani di Lauren si strinsero intorno ai miei fianchi. 

<<Che diavolo ti passa per la testa?>>, sbottai, furiosa. Le sue labbra si affrettarono a raggiungere le mie, rifiutandosi di rispondere. Voltai la faccia, facendo in modo che la sua bocca si posasse sulla mia guancia. Un grugnito infastidito risuonò dal profondo della sua gola, facendomi alzare gli occhi al cielo. Scostai- a fatica- le sue mani dai miei fianchi, allontanandomi da lei.

<<Rispondimi, cazzo! Si può sapere cosa c'è di sbagliato in te?>>, chiesi, passandomi le mani nei capelli. Quel povero ragazzo non stava facendo niente di male: non minacciava di stuprarmi o uccidermi, voleva semplicemente fare lo stupido con una ragazza che riteneva carina. Era talmente ubriaco, però, che mi sarebbe bastato spingerlo per farlo cadere a terra. E inoltre, c'erano altre persone con noi in quella cucina, non sarebbe potuto accadere nulla di grave. Invece, lei l'aveva lasciato privo di sensi e sarebbe arrivata ad ucciderlo. 

<<Volevi scopartelo? Per questo non lo allontanavi ed ora sei incazzata? Perché ti sarebbe piaciuto finire nel suo letto?>>, ringhiò. Oh, bene, adesso era lei quella incazzata. E poi, cosa diavolo mi toccava sentirmi dire...

<<Oh, sì. Avrei adorato che un tizio che conosco a malapena si prendesse la mia verginità>>, esclamai, aprendomi in un sorriso sardonico.

<<Kylie ci provava con me in maniera spudorata ed io mi preoccupavo che tu potessi pensare male, quando non la volevo. E nel frattempo, gli permettevi di toccarti...se non fossi arrivata io, ti avrebbe baciato, non è vero?>>, sbottò, afferrandomi per il polso. Provai ad allontanarmi, ma la sua presa era troppo forte. Un gemito di dolore abbandonò le mie labbra e cercai il suo sguardo, per farle capire che doveva lasciarmi. Ricordi di mio padre che afferrava mia madre in quella stessa maniera mi passarono per la mente, seguiti poi dal rumore dei ceffoni, dei piatti che si rompono e delle grida disperate di lei...Chiusi istintivamente gli occhi, sentendo il respiro divenire irregolare ogni secondo di più. 

<<Camila...>>, la voce di Lauren giungeva ovattata alle mie orecchie, come se si trovasse lontano rispetto a me. Tuttavia, sapevo che era proprio al mio fianco e ciò non fece altro che aumentare il mio panico. Non avevo mai sofferto di attacchi di panico...e se iniziavano così, era una cosa tremenda. 
Mi resi conto che i polmoni faticavano a prendere aria, il mio petto non si muoveva più in maniera regolare e tutto intorno a me, iniziava pian piano a sbiadire. Toccai terra mentre Lauren mi urlava ancora contro, oppure aveva smesso? Mi aveva adagiato a terra, oppure ero caduta di peso?
Iniziai a sentire dei rumori e dei movimenti intorno a me, ma la mia vista era offuscata e ancora, non riuscivo a respirare.

<<La...tempo...>>, riuscii a sentire. Era la voce di qualcun'altro, ma non riuscivo a capire bene chi fosse. Sapevo di averla già sentita, però faticavo ad associare il volto al suono di quella voce femminile. Poteva essere Taylor? O magari era Dinah?
Il battibecco tra Lauren e l'altra persona continuò per un po', finché non sentii qualcuno toccarmi con dolcezza il petto. Avvertii una leggera pressione contro lo stomaco, poi una voce prese a sussurrare al mio orecchio parole confortanti. Un cuore prese a battere regolarmente contro il mio orecchio, le mie mani vennero poggiate su un petto che si muoveva in maniera pacata e tranquilla. Non so come, ma mi resi conto che dovevo concentrarmi su quella persona. La mia mente prese a concentrarsi sul battito pacato, sul petto che si muoveva normalmente e sui sussurri che arrivavano al mio orecchio. Tra tutte le cose sussurrate, uno resterà impresso per sempre nella mia mente- e al tempo stesso, mi aiutò a capire chi mi stringeva.

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora