Siccome vi amo tanto e vi penso sempre, sono giunta ad una conclusione per il problema sequel. Pubblicherò l'epilogo che non ha bisogno di alcun continuo e nel caso in cui voi mi diceste che il finale non vi piace e volete che continui, pubblicherò una seconda versione dell'epilogo con la parte aggiuntiva che ci porterebbe al sequel. Anche se, io sono convinta che il sequel non vi conviene: non solo questa storia è lunghissima, ma perché gli avvenimenti saranno angst per la maggior parte del tempo. Tuttavia, la scelta è vostra.
Camila's pov
Una telefonata veloce a Clara, mi confermò che loro non sapevano nemmeno che Lauren fosse arrivata a Manchester. Non ci misi molto a ricordare il nome dell'hotel in cui andammo la nostra prima volta qui, perciò mi affrettai a raggiungerlo seguendo le indicazioni di Google Maps, dato che faticavo a ricordare la strada. Quando arrivai davanti alla porta, col fiatone e uno strato di sudore che mi ricopriva la fronte, mi resi conto che ero nella merda più totale. Non mi avrebbero mai fatto entrare e non c'era modo che potessi salire e bussare a tutte le porte finché non fossi giunta a Lauren. Inoltre, c'era la probabilità che lei non fosse nemmeno qui. Magari, era già andata via...magari era in un altro hotel.
Tuttavia, nel momento esatto in cui entrai, le mie orecchie colsero subito una conversazione interessante tra due ragazze e seppi di essere nel posto giusto. Entrambe indossavano un top sportivo, dei leggins e un paio di scarpe da ginnastica e perciò immaginai che dovessero venire dalla palestra dell'hotel. Parlavano di una donna che avevano visto lì. Entrambe commentavano che avevano iniziato ad avere dei dubbi sulla loro sessualità e che ci avrebbero dato dentro volentieri con lei, come l'affascinante sconosciuta faceva con quel sacco da boxe. Insomma, i soliti commenti che fanno le donne quando vedono Lauren per la prima volta.
Adesso, dovevo trovare un modo per salire e cercare la palestra. Mi avvicinai alla reception, catturando l'attenzione della donna che parlava al telefono. Mi indicò di aspettare un attimo, continuò a parlare in una lingua straniera- immaginai fosse tedesco o russo-e poi posò il telefono. Mi mostrò un sorriso gentile, avvicinandosi a me, che mi trovavo dalla parte opposta del bancone rispetto al telefono.
<<Come posso aiutarla?>>, chiese, guardandomi dalla testa ai piedi con un sopracciglio inarcato. Fortunatamente, durante la pausa mi toglievo quel maledetto grembiulino che mi andava piuttosto stretto, ma comunque ero vestita in maniera molto casual. Ma forse, erano le condizioni in cui mi trovavo a sconvolgerla, non il mio vestiario.
<<Jauregui. Dovrei sapere il numero della sua stanza>>, mormorai, mordendomi il labbro inferiore. La donna scosse la testa, stroncando la mia speranza sul nascere.
<<Mi dispiace, cara, non posso dare queste informazioni>>, rispose, mostrandomi un sorriso di scuse.
<<Sono la sua ragazza e al momento ho fatto un grandioso errore...ho bisogno di vederla prima che se ne vada...la prego>>, supplicai, provando a farle gli occhi dolci e sperando che non fosse omofoba, altrimenti sarei stata fottuta. O meglio, molto più fottuta di quanto già non fossi.
<<Potrei chiamarla e dirle di scendere>>, propose, alzando le spalle.
<<E crede che mi vorrà vedere? La prego, giuro che nessuno verrà a saperlo>>, mormorai.
<<Non posso dirle il numero della stanza, mi dispiace. Come ho detto, potrei chiamarla e dirle di scendere, oppure dovrei avere il suo consenso per farla salire. Purtroppo, non posso farci nulla>>, rispose, stringendo le sopracciglia. Se fossi stata a Bristol, sarebbe stato tutto più facile. Mi sarebbe bastato mostrare la collana e fare un po' la voce grossa e avrei avuto tutto, invece...oh, quanto era cambiata la mia mente in quei mesi.
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Daddy's little girl(Lauren G!P)
FanfictionBristol, sud di Londra. Il mio nome è Camila Cabello. Ho un padre violento, che picchia me e mia madre quando torna a casa ubriaco ogni sera. La mia vita cambia quando mia madre mi spinge a scappare di casa. Allora, incontrerò colei che gli uomini d...