Quando ritornammo a casa, Lauren mi disse di prendermi il mio tempo per sistemare le cose nel suo armadio. Sì, sembrava proprio che quella era diventata la mia stanza.
Le buste con i vestiti erano state lasciate in quella camera, in attesa che arrivassi per sistemarle. Aprii l'armadio, cercando di regolarmi con lo spazio. Credevo di dover lasciare qualcosa fuori, magari di arrangiarmi con i cassetti che si trovavano in camera, però, invece, mi stupii vedere che quell'armadio era più grande della mia stanza.Gli abiti di Lauren occupavano solo una metà dello spazio, mentre tutto il resto era completamente vuoto. Stranamente, il pensiero che potesse aver già condiviso l'armadio- perciò ne aveva bisogno di uno così grande- mi rattristiva. Scossi la testa, iniziando a sistemare i vestiti nuovi nell'armadio. Non avevo mai comprato così tanti vestiti di marca in vita mia: non volevo nemmeno la metà delle cose, però Dinah vedeva che mi stavano bene, metteva tutto in "carrello"- per così dire- e poi pagava quando mi mandava a rimettermi i vestiti con cui ero uscita di casa. Alla fine, ero convinta che il centro commerciale si fosse arricchito con i soldi di Lauren, perché le ragazze mi avevano lasciato intendere che la carta di credito fosse proprio della mora.
Finita la seconda busta di vestiti, notai che su un comodino era poggiato qualcosa che attirò la mia attenzione. Il cuore prese a palpitarmi con violenza nel petto mentre mi avvicinavo, e mi resi conto che era proprio quello che credevo: il mio diario! Era caduto quando Lauren mi aveva portato via da quel viale, e siccome ero stata presa da altre cose, mi ero proprio dimenticata di averlo perso.
Lo afferrai, stringendolo al mio petto come se fosse l'oggetto più prezioso che esistesse sulla faccia della Terra, e per me, era proprio così. Sorrisi, aprendolo. Osservai le pagine con attenzione, toccandole con adorazione. Strinsi le sopracciglia quando giunsi ad una pagina che non ricordavo di aver scritto. Mi resi conto che non era la mia grafia e quando presi a leggere le prime righe, delle lacrime calde scivolarono lungo le mie guance.
Lessi ogni rigo più e più volte, perché per quanto fosse semplice il messaggio, sembrava che il mio cervello non riuscisse a capire. Con mani tremolanti, uscii dalla stanza.
Scesi al piano di sotto, affrettandomi ad andare in soggiorno, dove sentivo il rumore della televisione. Lauren non sembrava prestare molta attenzione a quello che vedeva, quindi seppi di non disturbarla. I suoi occhi si posarono subito su di me, e si stranì quando vide le mie lacrime.<<Camila...>>. Non le lasciai il tempo di finire, poiché andai verso di lei e la strinsi forte, finendo per sedermi a cavalcioni sulle sue gambe. Anche se non se l'aspettava, il suo braccio si strinse protettivamente intorno alla mia vita, tenendomi stretta contro di sé.
<<Perché piangi, piccola? Che succede?>>, domandò, accarezzandomi i capelli con la mano libera. Come una bambina piccola, afferrai la sua maglia, stringendomi al suo petto. Mi sembrava di aver trovato il mio posto del mondo, mi sembrava di aver trovato la mia pace tra le sue braccia.
Poggiai le mani sulle sue guance, osservandola con adorazione. Inarcò un sopracciglio, aspettando che rispondessi alla sua domanda. Accarezzai il suo labbro inferiore col pollice.<<L'hai salvata>>, mormorai. Sembrava una frase senza senso, però lei capì. Non sorrise, però si ammorbidì leggermente, annuendo.
<<Ho detto che mi sarei occupata della situazione, Camz>>, mi ricordò, lasciando un bacio sul palmo della mia mano.
<<Posso vederla?>>, domandai, speranzosa.
<<Per me è stato molto difficile convincerla ad andarsene. Non voleva sentire ragioni, dicendo che tuo padre l'avrebbe raggiunta ovunque. Le ho allora detto che nessuno a Bristol avrebbe più rivolto la parola a quell'essere, però non potevo permettere che si incontrassero per sbaglio tra le strade. Ho immaginato che avrebbe cercato in lungo e largo, e a Bristol non ci avrebbe messo molto a trovarla.
Per questo, le ho detto che dei miei amici di Manchester si prenderanno cura di lei. Ha bisogno di passare del tempo con qualcuno che possa aiutarla dal punto di vista professionale, ha bisogno di riacquistare l'autostima che lui le ha tolto ed ha bisogno di ritrovare sé stessa. I miei amici hanno detto che conviene lasciarla da sola per un po', e appena farà dei progressi, andremo da lei. O andrai, a seconda di come ti senti più a tuo agio>>, mi spiegò, con estrema dolcezza.
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Daddy's little girl(Lauren G!P)
FanfictionBristol, sud di Londra. Il mio nome è Camila Cabello. Ho un padre violento, che picchia me e mia madre quando torna a casa ubriaco ogni sera. La mia vita cambia quando mia madre mi spinge a scappare di casa. Allora, incontrerò colei che gli uomini d...