Settantaquattro

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<<Che significa "è andata via"?>>, chiese Chris, guardandomi con le sopracciglia inarcate. Ero appena ritornata a casa dopo aver lasciato l'hotel in cui si trovava Lauren...la tristezza e la rabbia erano ancora così forti dentro di me, che volevo solo starmene in santa pace senza che qualcuno mi riempisse di domande e mi desse fastidio. Appena entrata, però, Chris e Taylor mi avevano chiesto come mai Lauren non fosse con me e le loro espressioni sconvolte in quel momento, mi mostrarono che davvero loro non sapevano nulla di ciò che stava succedendo.

<<Abbiamo litigato, Christopher. Credevamo che il sesso potesse risolvere tutto, ma invece non è così. Siccome tua sorella si rifiuta di credermi quando le dico che Steven non ha avuto importanza, ha deciso di andarsene e mi ha detto di cercare una casa una volta tornati a Bristol. Credo che approfitterò un po' dell'appartamento di Keana>>, mormorai, passandomi una mano tra i capelli. Non potevo credere che fosse successo per davvero, che Lauren avesse fatto tutta quella strada e poi andare via come se non fosse accaduto nulla. Sembrava così tranquilla mentre facevamo sesso...

<<Camila, mi dispiace così tanto>>, sussurrò Taylor, accarezzandomi il braccio. La guardai, domandandomi come potesse essere così premurosa nei miei confronti anche dopo quello che le avevo detto. Credevo che avrebbe appoggiato Lauren, dicendomi che avevo sbagliato e dovevo andarmene anche da casa di Clara. Invece, lei e Chris sembravano più sconvolti per la reazione di Lauren che per quello che avevo fatto io. Erano troppo buoni e gentili.

<<Credimi Taylor...è meglio così, allora>>, mormorai, stringendo le sopracciglia. Strinsi brevemente la sua mano, prima di allontanarmi dalla sua presa e andare in quella che era diventata la mia camera. Poggiai le spalle contro la porta, guardandomi intorno con aria assente. Mi leccai le labbra, prima di notare il pacco che si trovava sul letto. Strinsi le sopracciglia, prima di avvicinarmi. Lessi quello che c'era scritto- solo che era per me- e andai a prendere le forbici che si trovavano nel cassetto della scrivania. Le utilizzai per aprire il pacco, poi studiai con attenzione il contenuto. 

<<Diamo inizio ai giochi>>, sussurrai.

Quattro ore dopo

Lauren's pov

Julian si muoveva nervosamente nel soggiorno di casa mia: giungeva accanto alla porta della cucina, controllava il suo telefono e poi ripeteva il giro. Temetti che potesse fare un buco nel pavimento, tanto in fretta si muoveva, sembrava fosse sul punto di scavare. Strinsi gli occhi, cercando di fermare il giramento di testa improvviso, causato dal suo movimento nervoso. Keana...i medici...nemmeno io potevo crederci ancora e adesso stavamo solo aspettando quella telefonata.

Il suo telefono squillò proprio in quel momento, facendolo congelare sul posto. Io aprii gli occhi, aspettando che mi dicesse cos'era successo. Osservò il numero sullo schermo, poi rispose alla telefonata. Chiuse gli occhi, mentre chiunque si trovava dall'altro lato diceva qualcosa. Lui terminò la chiamata, prima di posare lo sguardo su di me. Aveva gli occhi lucidi, mi guardava in maniera agitata e poi annuì, confermando i miei dubbi. Una strana sensazione si formò al centro del mio petto, ingoiai il magone che avvertivo alla gola e mi alzai in piedi. Gli poggiai una mano sulla spalla, sapendo che voleva cadere a pezzi in quel preciso istante. Ad un certo punto, avevamo capito tutti che doveva andare a finire così, ma comunque era difficile credere che potesse accadere per davvero.

<<Puoi restare qui, se vuoi. Questa casa è comunque troppo vuota>>, mormorai, sapendo che ritornare a casa sua era l'ultima cosa che volesse fare in quel momento. Annuì, stringendo la mascella.

<<So che è troppo da chiedere, ma...potresti dirlo tu a Camila?>>, chiesi. 

<<Dove...dove vai?>>, mi chiese, mentre prendevo le chiavi della macchina. Alzai le spalle.

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora