Cinquantotto

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Daddy's home and it's time to play...

-Hey daddy
Usher

Lauren's pov

Arrivai a Bristol vero le otto di sera, perciò mi affrettai a tornare a casa. Qui, lasciai la mia valigia accanto alla porta e mi salii di corsa le scale. Lo sapevo che mi stava aspettando, che era in ansia perché non sapeva cosa l'aspettava. Nemmeno io sapevo cosa avrei dovuto farle, dato che era la prima volta che tante emozioni risiedevano dentro di me. Ero confusa: troppo arrabbiata, troppo triste, troppo...non sapevo cosa fare.

Aprii la porta della camera da letto, trovandola rivolta verso la finestra. Dalla camera, si vedeva perfettamente il cancello, dunque mi aveva vista arrivare e aspettava con pazienza che giungessi da lei. 

I miei occhi, famelici, si posarono sul suo corpo e subito sentii il sangue affluire verso l'inguine. Merda, era così sexy. Le avevo comprato un completo simile alla divisa della sua scuola, con l'unica differenza che la camicia era molto più aderente e la gonna era talmente corta che riuscivo a vedere perfettamente quei reggicalze neri che completavano il tutto. Ero ossessionata dalla sue gambe, perciò mi ero sempre chiesta quanto appetibili sarebbero diventate se avesse utilizzato dei reggicalze. 

Si voltò, tenendo però lo sguardo basso. Apprezzai i suoi piccoli seni avvolti in quella camicia, dalla quale era evidente il reggiseno nero che indossava. I capelli cadevano lungo il suo volto, impedendomi di vedere la sua espressione. Non riuscivo a credere che avesse baciato qualcun'altro...

<<Alza la testa>>, le ordinai. Lo fece subito. Non so cosa mi aspettavo di vedere: magari la traccia evidente che altre labbra si fossero posate sulle sue, oppure il sorriso sornione di chi era riuscito a baciarla. Ma non ci fu nessun cambiamento, niente che mi lasciasse capire che, quella stessa mattina, Camila e Lara... Respirai profondamente, guardandola negli occhi. Mi avvicinai a lei a grandi falcate, spingendola con la schiena contro il muro. Non sussultò, non mi guardò spaventata, non abbassò lo sguardo nemmeno per un attimo, perché mi conosceva, perché sembrava sapere che cosa volessi molto meglio di me. 

Spostai i capelli dal suo collo, osservando la sua scollatura. Eppure, nel mio gesto non c'era nulla di perverso, avevo semplicemente notato che non portava più la collana. Una piccola dimenticanza che a chiunque sarebbe passata inosservata, però io sapevo che c'era un altro significato dietro quel gesto, un significato molto più profondo di quanto credessi. 

Sbottonai la camicia, bramando ogni centimetro di pelle che mi mostrava. Notai subito che il suo seno fosse più gonfio rispetto al solito, perciò piegai la testa di lato e la guardai con un sopracciglio inarcato.

<<Hai le mestruazioni?>>, le chiesi.

<<No, non ancora. Dovrebbero venirmi a breve>>, mormorò, scuotendo la testa. 

Chiusi gli occhi per allontanare quel pensiero malato, quel maledetto pensiero che mi tormentava ogni volta che sentivo di essere sul punto di perderla. Quel pensiero così anti femminista che avrei fatto meglio a non dire a voce alta, perché altrimenti sarei stata uccisa brutalmente. 

Le tolsi la camicia, prima di fiondarmi sul suo seno, slacciandole il reggiseno con molta fretta. Lo lanciai da qualche parte alle mie spalle, prima di fiondarmi sul suo petto. Un mugolio di dolore abbandonò le sue labbra, dato che era molto sensibile in quel momento. Torturai il suo capezzolo, come farebbe un bambino che si afferra avidamente al seno materno perché- caratterizzato da quella classica ingordigia dei neonati- non riesce a smettere. Ringhiai al pensiero di un'altra bocca farle quello che stavo facendo io in quel momento, anche che fosse la bocca di un bambino. E improvvisamente, l'idea di approfittare di quel periodo di fertilità per "incastrarla", divenne un'idea maledettamente pessima, perché non avrei voluto dividerla nemmeno con nostro figlio.
Insomma, volevo un bambino con lei. Avrei amato avere una piccola Camila che corre per casa, che non mi fa dormire la notte e che vuole mangiare ogni tre ore, però non in quel momento. Non in quel momento in cui volevo che Camila prestasse attenzioni solo a me e solo a me.

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora