Trentacinque

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Inizio seconda parte

There you are, there you are. You're there with open arms.
There you are, there you are. And I run...
-Zayn Malik.

Lauren's pov

La prima volta che la vidi, era seduta sulle scale di casa sua. La testa nascosta tra le mani, le ginocchia alzate verso il petto e sembrava quasi voler sparire. Quando notai che sul suo volto, c'erano gli stessi lividi che da un po' ricoprivano i miei, mi avvicinai a lei. Avrei tanto voluto dire che a differenza mia, lei aveva una via d'uscita. Se qualcuno le stava facendo del male, allora poteva chiedere aiuto, dato che non era la figlia dell'uomo più pericoloso di Bristol. Più tardi, scoprii che per lei, suo padre era pericoloso eccome. Non conosceva bene i meccanismi di quella città, che sembrava avere vita propria. Si svegliava un bel giorno, e ti scatenava contro i suoi criminali di poco conto, facendoti morire. Oppure, faceva in modo che una giovane ragazza fosse costretta a prendere il posto di suo padre, per poter proteggere la sua famiglia. 
Camila non lo capiva a quei tempi e purtroppo non l'aveva ancora capito: viveva ancora in un mondo incantato, in cui tutti sono buoni e fanno le cose spinti da uno strano senso di bontà nei confronti del prossimo. Non sa che c'è sempre una ragione per una qualche buona azione, che per ogni favore, si può chiedere la vita in cambio. Probabilmente, non ha nemmeno capito che se l'ho presa con me, è perché anche io voglio qualcosa in cambio. Ma sicuramente, è convinta che sia una specie di salvatrice venuta da chissà dove, con l'intenzione di salvarla dalla crudeltà di suo padre. 

Improvvisamente, si voltò, mostrandomi il suo volto ancora addormentato. Quasi automaticamente, il suo corpo si posizionò contro il mio: la gamba posava sul mio inguine, il braccio che arrivava sulla mia spalla opposta e la testa poggiata contro il mio petto. Avvolsi a mia volta un braccio intorno al suo corpo nudo, adorando la sensazione di pelle contro pelle. Si era addormentata poco dopo il suo orgasmo, come se l'avessi stremata. Immaginavo fosse una reazione dovuta al fatto che fosse la sua prima volta...la stanchezza, intendo dire. 
Da qualche parte, lì in basso sulle lenzuola, c'era una piccola macchia rossa, segno che questa meravigliosa ragazza era ufficialmente mia. Avevo provato ad essere il più gentile possibile, cercando di evitare di grugnire e comportarmi come una cavernicola...se fosse dipeso da me, avrei legato le lenzuola alla finestra, proprio come facevano gli antichi re. Era la stessa identica situazione, con l'unica differenza che io non sentivo il bisogno di avere altre donne. Se il compito della regina era quello di assicurare un erede al trono, quindi il re poteva avere diverse amanti per dare sfogo ai suoi piaceri, io non sentivo questo bisogno con Camila. Quando era una bambina, la vedevo un po' come se fosse Taylor, dunque volevo proteggerla perché mi ricordava mia sorella. Ma più la vedevo crescere, più sentivo il mio desiderio aumentare. Il bisogno di averla con me ogni maledetto giorno, di saperla a casa mia al sicuro, quando ero in giro e non potevo passare a casa sua...Nel momento in cui l'avevo trovata in quel viale, ero stata consapevole di aver perso ogni singola speranza di farmi passare quell'ossessione nei suoi confronti. Dal momento in cui me l'ero caricata in spalla, avevo saputo che non ci sarebbe stata nessun'altra. Non c'era più bisogno che cercassi conforto in altre donne, quando l'unica che volevo era proprio al mio fianco. 

Lentamente, scivolai via da sotto il suo corpo, alzandomi dal letto. Con la poca luce che ricevevo dal corridoio, riuscii a trovare i boxer e la mia maglia, dunque li indossai velocemente. Uscii dalla camera, scendendo al piano di sotto. La luce in cucina era accesa, ma non mi stupii vedere Taylor intenta a mangiare un sandwich. Mi salutò con un gesto del capo, prima di continuare a mangiare come se non ci fossi. Mi versai un bicchiere di acqua della fontana, ricordando le parole che diceva sempre mia madre. Da quando se n'era andata, quella donna aveva smesso di esistere per me, però ogni tanto ricordavo ancora le sue parole. Il fatto che bere acqua dal frigorifero durante la notte per evitare dei mal di stomaco, era una delle cose che ricordavo e che continuavo a fare. Infatti, da quando se n'era andata, avevo iniziato a fare tutto ciò che ci impediva di fare, quasi come se desiderassi che mi odiasse se mai l'avessi dovuta rivedere. 

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora