Settantasei

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Camila's pov

Ricapitolando la situazione: io e Lauren eravamo nelle mani di una pazza psicopatica. Nessuno dei ragazzi poteva venire ad aiutarci ed io dubitavo sempre di più che tutto ciò avesse un lieto fine. Kylie aveva detto a Valentin di uscire dalla stanza, dato che si sarebbe occupata per conto proprio di noi due. Non sapevo quale fossero i suoi piani per noi due, ma ero sicura non fosse nulla di buono. Ero convinta che si sarebbe divertita ad uccidermi, dato che non ero sicuramente la sua persona preferita. 

Non so quanto tempo passammo in silenzio: io avevo la testa bassa, Kylie girava tra la mia sedia e quella di Lauren e quest'ultima non diceva una parola. Probabilmente, anche lei aveva capito che eravamo nella merda, oppure progettava qualcosa per poterci portare dove saremmo dovute essere dall'inizio. 

<<Hai almeno un'idea di ciò che vuoi fare, oppure hai fatto tutto questo senza pensare?>>, chiesi. Kylie mi fu addosso prima che potessi rendermene conto. Mi tirò per i capelli, costringendomi ad alzare lo sguardo, poi mi diede un forte schiaffo. Anche se non poteva essere paragonato a quelli di mio padre, dovevo ammettere che aveva fatto male. 

<<Se tu non fossi così stupida, terresti la bocca chiusa>>, ringhiò.

<<Kylie>>, la chiamò Lauren. Mi guardò negli occhi per quella che sembrò essere un'ora, ma poi si voltò e guardò Lauren.

<<Hai detto che non vuoi farle del male, no? Perciò, lasciala andare>>, sussurrò la mora. Strinsi le sopracciglia, domandandomi come potesse preoccuparsi persino in una situazione del genere. Senza che potessi evitarlo, un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra. 

<<Ho cambiato idea>>, rispose l'altra, alzando le spalle. <<Perché ti preoccupi così tanto per lei, Lauren?>>, chiese improvvisamente. Non si aspettava quella domanda, perciò sembrò sorpresa per un attimo, poi strinse le sopracciglia. 

<<Sono così con tutti i ragazzi del mio gruppo>>, mormorò Lauren.

<<Ma lei non fa parte del gruppo. Dovrebbe essere solo una delle tante che ti sei portata a letto, però non è così. Perciò mi domando, cosa c'è di così speciale in lei?>>, borbottò, guardandomi con la coda dell'occhio. 

<<Forse, quando la guardavo, mi sembrava di rivedere me stessa. Si trovava in una situazione simile alla mia, tuttavia lei non aveva i mezzi per venirne fuori. Aveva bisogno di essere salvata e io sentivo di essere la persona che voleva salvarla. Dunque, forse, è diversa proprio in questo: Camila non è mai stata semplicemente una da portarsi a letto>>, disse Lauren, aprendosi in un mezzo sorriso.

<<E tu? Perché sei al suo fianco nonostante tutto? Sei una ragazza abbastanza normale, meritavi una vita normale...>>, disse, confusa. Incontrai lo sguardo di Lauren, già fisso nel mio. Potevo vedere chiaramente che anche lei si domandava la stessa cosa. 

<<All'inizio, non avevo molta scelta. Non potevo andare da nessuna parte, perché Lauren mi avrebbe trovato ovunque. Successivamente, lei mi lasciava sempre più libertà e...sono arrivata ad un punto in cui sentivo di essere pienamente felice. Non volevo più andare via, non se questo significava lasciar andare Lauren>>, mormorai, stringendo le sopracciglia. <<Ho visto questo lato di lei che non credo abbia mai visto nessuno ed io le ho dato cose di me che non potrà mai avere nessuno. Appartengo a lei: non per la collana, non perché è la Signora di Bristol e lei ha deciso così, ma...perché il mio cuore è suo. E certo, nemmeno io credevo che l'amore della mia vita potesse essere una criminale, però l'accetto così com'è>>, terminai il discorso, guardando Lauren col labbro inferiore intrappolato tra i denti. Lo sguardo pieno di devozione e di amore che mi diede mi riempì il cuore di gioia e per un istante dimenticai persino in che situazione ci trovavamo. 

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora