Cinquantacinque

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Due giorni dopo, mi trovavo su un aereo ed ero completamente da sola. Non sopportavo la tensione che si era creata, così come tutta la situazione in cui mi trovavo. Ne avevo parlato con mia madre, e sia lei che Clara mi avevano detto di non preoccuparmi per tornare a casa. Era stato un po' difficile convincere Lauren, che voleva tornare insieme a me a Bristol, però l'avevamo convinta a rimanere. Era da anni che non passava una festività con sua madre, dunque non potevo toglierlo così improvvisamente. E inoltre, volevo stare lontana anche da lei. 

A Bristol, mi stava aspettando quella che pian piano stava diventando la mia migliore amica: Keana. Gli altri ragazzi avevano lasciato la città nei giorni precedenti, ognuno deciso a festeggiare in maniera diversa. Non sapevo della famiglia di Keana, ma mi era stato detto che Julian non parlava con i suoi genitori da parecchio tempo e perciò erano poche le volte in cui si allontanavano da Bristol. Keana non amava viaggiare e non voleva lasciare scoperti i loro territori, perciò preferiva restare e assicurarsi che nessuno facesse qualche cazzata. 

Ero convinta che non fosse molto felice di avermi come terzo incomodo tra lei e Julian, perciò avevo pensato ad un piano perfetto: avremmo fatto credere a Lauren che mi trovavo con loro due, ma in realtà lei e il suo ragazzo andavano a letto insieme in santa pace ed io mi occupavo un po' di casa Jauregui per poter distrarmi da tutti quei pensieri. Ero sicura che le sarebbe piaciuta l'idea. E dunque, mi preparavo ad un lungo periodo di solitudine, ma quel tipo di solitudine di cui tutti abbiamo bisogno di tanto in tanto. 

***

<<No>>, disse Keana, mentre raggiungevamo la sua macchina. Le avevo fatto la mia proposta tutta sorridente, pronta a sentirmi dire che era d'accordo e invece il mio sogno era stato fatto a pezzi.

<<Oh, andiamo, ci guadagniamo entrambe! Io non dovrei rompere le scatole a voi due e tu non dovresti prenderti cura di me come se fossi una babysitter>>, dissi, cercando di portarla sulla mia lunghezza d'onda. Keana mise la valigia nel portabagagli, mi guardò negli occhi e scosse la testa.

<<No>>, ripetette. 

<<Ma perché?>>, chiesi, entrando in macchina con lei.

<<Perché Lauren ti ha affidata a me e non intendo prendermi gioco di lei in questa maniera>>, disse, mettendo in moto. Sbuffai, perché era davvero snervante il modo in cui tutti loro sembravano esserle fedeli, come se fosse una dea da venerare per ottenere la sua benevolenza. Afrodite stava diventando gelosa, ne ero convinta. 

<<E mi aveva già detto che di non cedere a nessuna delle tue proposte>>, rivelò dopo un paio di minuti, facendomi spalancare gli occhi. 

<<Cosa c'è? Non ti immaginavi che ti conoscesse così bene?>>, chiese, inarcando un sopracciglio con un sorriso divertito. 

<<Keana...non è un buon periodo per noi due. Vorrei solo un po' di tempo per pensare e stare in santa pace...è così difficile da capire?>>, domandai, passandomi le mani tra i capelli. Avevo bisogno di stare un po' da sola, non solo per pensare ma anche per dare di matto: urlare, piangere, mangiare gelato, ascoltare canzoni tristi e cantare a squarciagola e non potevo farlo se ero da Keana. 

Fermò la macchina ad un semaforo e si voltò per guardarmi: mi parve di vedere i suoi addolcirsi per un millesimo di secondo. Scosse subito la testa, come a rimproverarsi per avermi guardata in quella maniera. Sbuffò, roteando gli occhi.

<<Posso scendere ad un solo patto con te, scricciolo...Non andremo a casa mia, ma da te. E siccome non possiamo lasciarti sola, ti darò un'ora la mattina mentre Julian ed io andiamo a correre. Prendere o lasciare>>, disse, inarcando un sopracciglio. Be', sempre meglio di niente, no? Sopratutto se questa proposta veniva da una come Keana.

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora