Daddy's little girl(Lauren G!P)

Sessantanove

Che bel numero...

Camila's pov

Era evidente che fossimo destinate a crollare da un momento all'altro.  La tensione era cresciuta troppo e Lauren ed io non riuscivamo nemmeno più ad avere una conversazione normale. Comprendevo che non volesse avere figli...dannazione, avevo diciotto anni e sicuramente non ne volevo uno in quel momento della mia vita in cui avevo bisogno di formarmi e diventare indipendente. Ma per lei il problema non era l'età, perché nemmeno in futuro avrebbe voluto averli. Nessuna delle due sembrava volerne parlare, perché mi ero anche stancata di doverla inseguire e costringere le parole fuori dalla sua bocca. Non potevo credere che questo muro di silenzio fosse stato costruito proprio da colei che diceva che dovevamo parlare di tutto dato che i problemi si risolvono solo parlando...bella ipocrita che era stata. 

La goccia che fece traboccare il vaso fu il mio secondo incontro con il ginecologo. L'infermiera mi aveva detto che in quel caso sarebbe potuta entrare anche Lauren, però quella volta ero io a non volerla ed entrai da sola nella sala del dottore. Mi salutò con lo stesso sorriso cordiale dell'ultima volta, mi fece un paio di domande per mettermi a mio agio e poi facemmo l'ecografia. Quando uscii dal bagno, dopo essermi tolta il gel dallo stomaco, lui leggeva i risultati degli esami e alternava lo sguardo tra essi e la recente ecografia. Si tolse gli occhiali e mi guardò con un sorriso molto gentile e quasi dispiaciuto.

<<Mia cara, voglio iniziare con una premessa...sei giovane e il mondo della medicina è andato molto avanti, perciò non scoraggiarti>>, cominciò con un tono quasi paterno.

<<Hai la sindrome di Stein-Leventhal; anche detta sindrome dell'ovaio policistico. Non si conoscono ancora le cause, ma sembra che lo sbilanciamento di alcuni ormoni e la resistenza agli effetti dell'insulina siano gli aspetti preponderanti>>, disse, indicando col dito gli esami del sangue, dove il valore dell'insulina era più alto rispetto al normale. 

<<E devi sapere che questa è una delle principali cause di infertilità, Camila. Questa sindrome porta porta all'irregolarità del ciclo mestruale e la mancata ovulazione che ne consegue può portare all'infertilità. Ma ripeto, sei giovane e il tuo corpo potrebbe rispondere bene ai medicinali che ti prescriverò...Anche se dovremmo associare un anticoncezionale per evitare eventuali problemi>>, mormorò, inserendo dei dati nel suo computer, forse per prepararmi la ricetta con le cose da prendere. Il mio cervello sembrava essersi bloccato, dato che non riuscivo a concentrarmi su nient'altro che non fossero le parole che aveva detto. Mi resi conto che stringevo la pancia con le mani solo quando, anche attraverso la maglia, sentii le mie unghie premere con violenza contro la pelle. Abbassai lo sguardo, allentando la presa e osservandomi le mani. Mi resi conto che non avrei mai potuto stringere un bambino; mio figlio. Chiusi gli occhi, cercando di trattenere le lacrime.

<<Con...con "eventuali problemi" intendere dire che se riuscissi a restare incinta, rischierei di perdere il bambino?>>, domandai a voce bassa. Mi tremava così tanto la voce che temetti di essere scoppiata a piangere senza essermene resa conto, però non sembrava essere così. Il dottore sospirò, lanciandomi un'occhiata triste.

<<Durante una gravidanza, ci sono alti rischi di aborto spontaneo...anche un po' di stress in più può essere fatale. Però, sì...le donne con questa sindrome hanno molte più probabilità di abortire>>.

Lauren's pov

Quando Camila uscì dalla stanza, notai subito che c'era qualcosa che non andava. Aveva lo sguardo basso, le mani erano strette con forza intorno alle cartelle con gli esami e camminava come se portasse un peso incatenato alle caviglie. Mi alzai di scatto, iperprotettiva come sempre, pronta a chiederle che succedeva e se c'era qualcuno a cui avrei dovuto spaccare la faccia. Lo sapevo che portarla da un ginecologo(evidenziamo la O) non fosse una scelta intelligente. Se quell'incompetente l'aveva solo...