Quarantuno

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Potevo vederle perfettamente nella mia mente mentre si stringevano, mentre una gemeva il nome dell'altra. Maledizione, potevo persino vedere il sorriso soddisfatto sul volto di Lauren, quello che metteva su appena avevamo finito di fare sesso.
Notai il modo in cui lei la toccava, dato che parlavano di non so che cosa, di come Lauren sorrideva e di come lei la guardava, con lo sguardo di chi sa perfettamente cosa si nasconde sotto i suoi vestiti. Maledizione, erano andate a letto insieme e il fatto che Lauren la trattasse come un'amica, mi mandava fuori di testa. 

<<...a proposito...dov'è Manuel?>>, disse Lauren, attirando la mia attenzione. Strinsi le sopracciglia, alternando lo sguardo tra le due. Aicha, la bellezza dalla pelle scura che avevo davanti, si voltò e proprio in quel momento, un uomo si avvicinò, sorridendo ad entrambe.
Quest'uomo dai tratti latini, con la pelle color caffè e un paio di occhi azzurri, si avvicinò alla donna. Avvolse protettivamente la sua vita con un braccio, rivolgendo un sorriso amichevole a Lauren. Solo allora, notai che la donna aveva una fede al dito. Tirai un sospiro di sollievo.

<<Lauren, cariño, come stai?>>, disse, con un inglese perfetto ma privo di accento britannico. Non era di madrelingua, però parlava perfettamente l'inglese, dunque viveva qui da parecchio tempo.

<<Hola, Manuel. Sto bene, e tu?>>, domandò lei di rimando. C'era qualcosa tra loro tre, non riuscivo a capire cosa, ma il modo in cui Lauren si rivolgeva a loro, mi lasciava capire che doveva esserci stato qualcosa. Avevo paura a scoprire cosa, però. 

<<Muy bien...E loro chi sono?>>, chiese l'uomo di bell'aspetto, rivolgendosi a me e Clara. Entrambe ci alzammo in piedi, pronte a presentarci e stringere la mano dei due amici di Lauren. Ecco, per il momento li avrei classificati come tali, ma in realtà sapevo che c'era un altro termine che avrei potuto usare per tutti e tre.

<<Mia madre, Clara>>, disse Lauren. La donna li salutò entrambi, sorridendo cordialmente.

<<E Camila, la mia ragazza>>. Il modo in cui lo disse fece svolazzare delle farfalle nel mio stomaco, e dovetti mordermi il labbro inferiore per non sorridere come un'idiota. Aicha mi studiò attentamente, mi strinse la mano e poi si aprì in un piccolo sorriso. 

<<Mi dispiace aver interrotto il vostro incontro. Ma non vedevo Lauren da parecchio>>, disse la donna, rivolgendosi principalmente a sua madre. Sembrava conoscere il suo passato e questo mi infastidii tantissimo, perché così seppi che quella donna aveva avuto un ruolo importante nella vita di Lauren. 

<<Non si preoccupi>>, la rassicurò Clara. Gli occhi azzurri dell'uomo restarono fissi su di me per un po', come se stesse cercando di capire qualcosa. Non so se Lauren lo notò, oppure lo fece inconsciamente, ma si avvicinò un po' di più a me, quasi come a volermi fare da scudo contro lo sguardo intenso di Manuel.

<<Per quanto ti trattieni?>>, chiese quest'ultimo, con un piccolo sorrisetto di uno che ha capito tutto. 

<<Domani andiamo via. Bristol mi chiama>>, rispose, alzando le spalle.

<<Peccato. Saresti potuta passare con la tua ragazza. Ci manca ricevere tue visite>>, disse Manuel, piegando la testa di lato. Cercava di tastare il terreno, vedere quanta libertà aveva per parlare. Ed ecco che ebbi la conferma che era accaduto qualcosa.

<<Purtroppo il tempo non mi è stato amico in questi ultimi anni>>, mormorò Lauren.

<<Forza, Manuel. Andiamo via, prima che le signore di Lauren ci picchino per aver interrotto la loro chiacchierata>>, disse Aicha, facendomi un piccolo occhiolino. Era inutile che faceva la falsa amica, non mi era passato inosservato il fatto che aveva guardato Lauren con occhi pieni di bramosia. Come se sentisse la mancanza di quello che, sicuramente, sapeva fosse in grado di fare la ragazza dagli occhi verdi. 

Daddy's little girl(Lauren G!P)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora