Daddy's little girl(Lauren G!P)

Sessanta

Lauren's pov

Per quanto fossi stranita da quella richiesta, non potetti fare altro che acconsentire. Ritornammo a casa e Camila andò a chiudersi in camera, dicendomi di far salire Keana una volta arrivata.

Passarono quelle che sembrarono delle ore interminabili- ma in realtà furono solo un paio di minuti-, prima che la ragazza tanto desiderata arrivasse. Le spiegai brevemente quello che era successo tra me e Camila; le raccontai che Kylie doveva averle detto qualcosa ma che Camila si rifiutava di parlare con me e aspettava solo lei. 

Stranita quanto me dalla richiesta della più piccola, Keana salì al piano di sopra, lasciandomi in compagnia di Julian, che sembrava essere confuso tanto quanto noi. Andammo a sederci in cucina, lasciando che il silenzio calasse su di noi, mentre immaginavo ciò che potessero dirsi quelle due. 

<<Calmati...è della mia donna che stiamo parlando>>, disse improvvisamente Julian. Stavo muovendo nervosamente la gamba, battevo le dita contro il tavolo e solo quando rilassai il volto, mi resi conto di averlo contratto in una specie di smorfia. Aveva capito dove risiedeva il problema e cercava di farmi ricordare che sarebbe stato molto più probabile che gli asini volassero, piuttosto che Keana si interessasse ad una ragazza. Ma non era quello il problema. Apprezzavo che la ragazza francese fosse diventata come una figura di cui fidarsi, però non sapevo spiegarmi il fastidio che provavo al pensiero che Camila potesse sentirsi più a suo agio con una persona che non fossi io. 

<<Julian...cosa credi che debba fare?>>, gli chiesi, prendendolo alla sprovvista. Lui strinse le sopracciglia, poi alzò le spalle. 

<<Be', ragazza...è un po' difficile scegliere. Ma fatti questa domanda: vale la pena continuare a mentire a tua sorella? Non credi che si incazzerà quando si renderà conto che quel ragazzo le ha mentito? E sarà incazzata con te perché le hai tenuto nascosta una cosa così seria>>, mormorò, toccandosi il mento dove si trovava un accenno di barba. 

<<Pensi che Keana ti dirà quello che si sono dette?>>, domandai ancora, comportandomi come una bambina spinta da tanta curiosità. Lui ridacchiò, probabilmente facendo il mio stesso pensiero.

<<Non lo ammetterà mai ad alta voce, ma adora quella ragazzina. Se lei le chiederà di non raccontarlo a nessuno, sta' pur certa che si porterà questo segreto nella tomba>>, rispose lui. Era vero: Keana sapeva mantenere i segreti di tutti, sopratutto delle persone che si meritavano la sua fiducia e il suo rispetto. Era evidente che Camila fosse una di quelle poche persone che ci erano riuscite. Era incredibile la mia ragazza...riusciva a conquistare proprio tutti. 

Camila's pov

Appena tornata, mi gettai sul letto e restai in completo silenzio a guardare il soffitto. Le parole di Kylie continuavano a girare per la mia testa e il terrore di perdere Lauren diventata sempre più forte, potevo già vedermi in ginocchio mentre la supplicavo di non andare via e lei che mi diceva che doveva farlo per sua sorella. 

Quando Keana entrò in camera, le lacrime- che avevo fermato quasi per miracolo- erano ritornate a rigarmi le guance e mi lanciai contro di lei per poterla abbracciare. Inizialmente, fu presa alla sprovvista e rimase interdetta, poi però ricambiò  l'abbraccio, accarezzandomi la schiena. Chiusi gli occhi, lasciandomi cullare dalle sue carezze. All'inizio avevo così tanta paura di questa ragazza, eppure adesso era l'unica ad aver tutta la mia fiducia, l'unica a cui avrei affidato ciecamente la mia vita. Era così diversa da tutti gli altri: sarebbe stata pronta a prendere una pallottola al centro del petto per difendere le persone a cui voleva bene ed ero convinta che queste persone fossero molto di più rispetto a quello che pensavano tutti.

<<Scricciolo...cosa c'è che non va?>>, chiese. L'unica volta che aveva usato questo tono così dolce con me, fu quando ebbi quell'attacco di panico alla festa di Ezra. Anche se stavo per perdere i sensi, ricordavo perfettamente la sua voce giungere alle mie orecchie con quel tono così pacato...quasi materno. E ormai, trovavo persino tenero il soprannome che mi aveva affibbiato.