Il tempo passò in fretta dopo San Valentino, tant'è che giunse il tre marzo, ovvero il giorno del mio compleanno. Nella mia vita erano successe così tante cose, che non credevo di giungere ai diciotto...Era il primo compleanno, da ormai diciotto anni, che passavo senza timori. Jorge ci teneva a ricordarmi che ero arrivata per finire di rovinargli la vita, dunque quello che sarebbe dovuto essere il giorno più bello della mia vita, finiva sempre per diventare il peggiore.
Mamma cercava di rimediare, preparandomi qualche dolcetto oppure facendomi portare una pizza di nascosto, prima che arrivasse lui. A volte, però, era difficile persino mangiare con un labbro spaccato.Quella mattina, invece, mi svegliai perché qualcosa mi solleticava il naso. Un profumo mi invase le narici e aprii gli occhi, guardandomi intorno. Sorrisi quando identificai Lauren, che mi sfiorava il naso con una rosa. Ridacchiai, rendendomi conto che aveva preparato la colazione. Lauren era una cuoca pessima e dal bell'aspetto di quel cibo, era molto probabile che l'avesse ordinato con quella app che ha sul telefono per ordinare da casa.
<<Buon compleanno, piccola. Finalmente sei maggiorenne. Viva il lavoro, la macchina, le guerre per arrivare a fine mese...Semplicemente, benvenuta nel mondo degli adulti!>>, disse, baciandomi la fronte. Lauren era molto schizzinosa, perciò non mi baciava finché non mi lavavo i denti. Questo valeva per quando fosse prima mattina, oppure quando mangiavo qualcosa che a lei non piaceva; non mi toccava finché non mi lavavo i denti. Mi faceva ridere, a volte.
<<Ciao>>, mormorai, coprendomi gli occhi col braccio.
<<Un po' di allegria, piccola! I diciotto si compiono una sola volta>>, sussurrò, stendendosi al mio fianco. Mi misi a sedere, sistemando meglio il vassoio sulle mie gambe. Bevvi subito un sorso di succo di frutta, mentre pensavo a cosa mangiare prima. La parte dolce, fatta dai pancakes con lo sciroppo d'acero, oppure dal toast col formaggio fuso? O meglio ancora, dalla piccola colazione americana: uova, salsicce e bacon?
<<Prendi qualcosa>>, dissi, indicandole le cose presenti sul vassoio. Non potevo assolutamente mangiare tutto senza sentirmi male...
<<Menomale, che l'hai detto! Ero così impegnata a portati la colazione a letto, che ho dimenticato di prendere qualcosa anche per me>>, sussurrò, fingendosi sconvolta. Mi aveva appena fatto capire che avevo ragione: aveva ordinato tutto online.
<<Sono seria, Lauren. Prendi qualcosa anche tu>>,dissi, portandole la fetta di bacon sotto il naso. L'addentò poco dopo, cedendo alla tentazione.
<<Menomale che non l'hai fatto con la salsiccia. Avrei pensato male, altrimenti>>, sussurrò al mio orecchio, facendomi arrossire.
Mangiammo insieme, dato che si poteva sfamare un esercito con tutto quello che aveva comprato. Chiacchierammo del più e del meno tra un boccone e un altro, passando da quando sarebbero tornati Chris e Taylor- che ormai si trattenevano a Manchester da un mese, più o meno-, a cosa avremmo fatto quella giornata e cose simili. Sembrava proprio il tipo di vita a cui avevo sempre ambito: avere qualcuno che si prenda di cura di me al mio fianco, mentre non facciamo nient'altro se non parlarci.
<<Senti, piccola, Dinah ti ha organizzato una festa per stasera. Vuole festeggiare alla grande il tuo essere maggiorenne insieme a tutti gli altri...non so quanta gente inviterà, però sta' sicura che ne saranno tanti. Ovviamente, i ragazzi sono inclusi nel pacchetto>>, disse, facendomi un occhiolino.
Da quando avevo avuto il cellulare, era stato più facile entrare in contatto con tutti gli altri. Avevano iniziato a seguirmi persone della scuola che a malapena conoscevo, per non parlare del fatto che i ragazzi ed io ci divertivamo tantissimo a prendere le foto più assurde dei nostri insegnanti e di commentarle insieme. Anche stare in contatto con loro era meraviglioso: si dicevano di tutto, che fossero i compiti, le uscite che organizzavano oppure semplicemente farsi compagnia. Stessa cosa era successa per i ragazzi di Lauren, e così, ero entrata in contatto con Chris e Taylor che mi mancavano tantissimo. Non avevo ricevuto molte novità da parte loro, nulla che Lauren non mi avesse raccontato già: erano lì solo per occuparsi di una questione personale, nient'altro. Se si trattenevano così a lungo, non sapevo se fosse qualcosa di positivo oppure negativo.
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Daddy's little girl(Lauren G!P)
FanfictionBristol, sud di Londra. Il mio nome è Camila Cabello. Ho un padre violento, che picchia me e mia madre quando torna a casa ubriaco ogni sera. La mia vita cambia quando mia madre mi spinge a scappare di casa. Allora, incontrerò colei che gli uomini d...