Il modo in cui si stringeva intorno a me, senza alcuna barriera che ci separasse, era un qualcosa di paradisiaco. Avrei voluto farlo così per il resto della mia vita, ma sapevo che prima avrei dovuto prendere i giusti provvedimenti. Stavamo già rischiando in questo momento e non potevo permettere che accadesse di nuovo, aumentando ogni giorno di più le probabilità che Camila potesse restare incinta a soli diciotto anni. Diciamo che le parole di mia madre mi avevano spaventato, più che reso orgogliosa di essere diventata la prima sulla sua lista di "sforna nipoti". E allora, perché cazzo facevo sesso con lei senza preservativo? Perché sono una testa di cazzo presa da un attacco di possessività, che in quel preciso istante farebbe di tutto pur di togliersi ogni dubbio riguardo al fatto che Camila sia mia, solo mia.
Era già venuta per me due volte, però non ne avevo avuto abbastanza. Volevo che me ne regalasse un altro, l'ultimo. Solo per rivedere nuovamente il modo in cui aggrottava le sopracciglia, il modo in cui spalancava la bocca come se avesse perso le parole, il modo in cui inarcava la schiena come a voler raggiungere il paradiso e il modo in cui le sue pareti mi afferravano in una presa quasi soffocatrice, come a volermi istigare a lasciarmi andare senza preoccupazioni.
<<Lauren...>>, mugolò, premendo il volto contro il cuscino. Dopo il primo orgasmo, l'avevo fatta mettere a pancia in giù, dunque col sedere a mezz'aria, riuscivo ad entrare molto di più in profondità e toccare tutti i punti che le facevano perdere la testa.
<<Dimmi che sono l'unica>>, ordinai, piegandomi in avanti. Il mio petto premeva così contro la sua schiena, imprigionandola completamente tra me e il materasso. Le mie mani la tenevano ferma stringendole la vita; i miei pollici premevano contro le sue adorabili fossette di Venere e il mio corpo aderiva perfettamente al suo. Era stata fatta su misura per me, non c'era alcun'ombra di dubbio.
<<Sei l'un...sei...l'unica, Lauren>>, mormorò, trovando un po' di forza per voltarsi e guardarmi negli occhi. I suoi erano lucidi e aveva il volto arrossato, i capelli scompigliati e le labbra gonfie, dato che non aveva smesso di prenderle a morsi.
<<Non ci sarà nessun altro dopo di me, Camila. Dimmelo, dimmi che non permetterai mai a nessuno di toccarti>>, ringhiai, furiosa al semplice pensiero che qualcun'altro potesse toccarla; vederla mentre raggiungeva un orgasmo o semplicemente il modo in cui sorrideva. Dannazione, dovevo davvero incatenarla al mio letto per evitare che qualcuno la vedesse e si innamorasse di lei.
<<Tu...solo...solo tu...>>, sussurrò in maniera sconnessa, eppure a me bastò. Quando venne per la terza volta, il suo corpo cadde sfinito sul materasso, facendomi cadere su di lei. Mi rimisi subito in equilibrio sfruttando i gomiti, assicurandomi che non la schiacciassi col mio peso. Un piccolo gemito abbandonò le sue labbra quando uscii fuori, decisa finalmente ad avere il mio orgasmo. Iniziai a strusciare la mia punta lungo tutta la sua natura bagnata, amando il modo in cui i suoi umori ricoprivano tutta la mia lunghezza. Mi leccai le labbra, osservando attentamente i movimenti che facevo contro di lei. Merda, da quando aveva iniziato quegli appuntamento con Veronica, non aveva smesso per un secondo di prendersi cura del suo corpo, non facendomi mai trovare un'imperfezione. Avrei amato lo stesso ogni centimetro di lei, se ce ne fossero state alcune, però il pensiero che volesse essere così per compiacermi, mi rendeva una bastarda felice.
<<Lascia che mi giri>>, mormorò, dopo essersi ripresa. La guardai, poi mi allontanai e le lasciai fare. Si mise di schiena, aprì le gambe e aspettò che mi posizionassi tra di esse in ginocchio.
<<Fa' quello che stavi facendo prima>>, sussurrò, leccandosi le labbra. Ritornai a muovere la punta contro di lei, stringendo le sopracciglia. Ormai, la pressione era diventata sempre più incontenibile nel mio basso ventre e sapevo che sarei esplosa in meno di un paio di minuti. Quando Camila allungò la mano, sostituendo la mia, quei minuti si dimezzarono e quando i nostri occhi si incontrarono, seppi di non resistere ancora per molto.
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Daddy's little girl(Lauren G!P)
ספרות חובביםBristol, sud di Londra. Il mio nome è Camila Cabello. Ho un padre violento, che picchia me e mia madre quando torna a casa ubriaco ogni sera. La mia vita cambia quando mia madre mi spinge a scappare di casa. Allora, incontrerò colei che gli uomini d...