Capitolo quarantuno

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                        Destiny

È da poco trascorsa l'una di notte quando qualcuno suona al campanello, propagandone il trillo nelle stanze di tutta la casa. Mi alzo dal divano ed in punta di piedi corro alla porta. Un brivido corre lungo la mia schiena all'idea che possa essere Ryan ad aver suonato. Faccio scattare la serratura e quasi gli richiudo la porta in faccia quando effettivamente è lui ad aver quasi svegliato i piccoli e Chase che dorme nella stanza degli ospiti. «Posso entrare?» I suoi occhi azzurri si posano nei miei, le labbra ricurve in un sorriso divertito che non gli vedo da troppo tempo sul viso. Spalanco completamente la porta e lui mi passa accanto, fermandosi al mio fianco. «Carino il pigiama.» Ha l'alito caldo, sa di vodka e tabacco. Arrossisco e esercito una leggera pressione sulla porta alle nostre spalle che si chiude con un leggero tonfo. Abbasso lo sguardo e mi mordo il labbro per non sorridere quando la faccia pelosa dell'orso che ho stampato sulla maglietta del pigiama fa capolino nella mia visuale. «È il capo meno sexy che esista, ma almeno è comodo.» «Io ti scoperei anche così in realtà.» La nonchalance con cui lo dice quasi mi fa strozzare con la mia stessa saliva. Sollevo lo sguardo e trovo il suo sul mio viso. Mi guarda le labbra e inumidisce le sue. Protende il viso verso il mio e si ferma ad un millimetro dalla mia bocca. «Sì, ti scoperei anche così. Assolutamente.» So che è leggermente brillo e quello che ho in mente di fare complicherà soltanto le cose, ma il modo in cui mi guarda, il modo in cui si morde le labbra mentre lo fa trarrebbero in tentazione chiunque così prima che possa ritrarsi e piantarmi in asso di nuovo, premo le mie labbra contro le sue che si dischiudono all'istante. Mi bacia famelico e, senza tanti convenevoli, mi solleva dalle natiche e allaccia le mie gambe intorno al suo bacino.
La mia schiena preme contro la parete del muro quando Ryan spinge i suoi fianchi contro i miei, mostrandomi quanto mi voglia in questo momento. «Mi sei mancata.» Tre paroline ed il mio cuore fa un capriola. «Non ho fatto altro che pensare a te, dolcezza.» Mi bacia il collo ed una miriade di brividi si cospargono sulla mia pelle. «A quanto mi sia mancato baciarti.» Mi bacia le labbra ed io ansimo nella sua bocca. Ryan sorride. «Toccarti.» Mi stringe il sedere e questa volta a gemere è lui. «E sentire l'erezione che fa quasi male dalla voglia di scoparti.» Insinuo una mano sotto la sua maglietta e gli addominali si contraggono. Scendo lentamente verso la patta dei pantaloni e noto con piacere che il rigonfiamento c'è ed è anche vistoso. «E cosa aspetti, allora?» Ryan ride contro la mia guancia. Trenta secondi dopo siamo in camera nostra, nudi e desiderosi l'uno dell'altra. Ryan si china a baciarmi ed io allaccio le braccia intorno al suo collo, attirandolo ancora di più verso di me. Voglio sentirlo vicino, addosso, dentro di me. Voglio che torni a casa, che torni a ridere con i piccoli, a trovarmi sul posto di lavoro, ad abbracciarmi quando le cose vanno storte e a sorridere quando non potrebbero andare meglio. Voglio che torni da me e ci resti perché qualsiasi posto in cui potrebbe preferirebbe stare non sarà mai all'altezza delle braccia della persona che ama. «Voglio che torni a stare qui.» Sento il suo corpo irrigidirsi. «Non voglio parlare di questo, adesso.» Affonda dentro di me con foga, facendomi rabbrividire a causa dell'intensità con cui mi possiede. «Dopo, allora?» Mi arrendo alla sua volontà e gli accarezzo il viso quando si piega sulla mia bocca per baciarmi. Gli mordo le labbra e lui geme. «Sei mia.» Le sue parole mi stringono il cuore in una morsa. «Sono sempre stata tua.» aggiungo, esplorando la sua bocca con la lingua. Ryan continua a muoversi contro di me, ansimando contro il mio collo. «Sto per venire.» Le sue labbra scendono sui miei seni, catturandoli in un bacio che fa raggiungere l'orgasmo anche alla sottoscritta. «Ti amo.» dice mentre si accascia contro il mio corpo. Ansima sulla mia pelle ed io gli infilo le mani tra i capelli, godendomi la sensazione della sua guancia contro il mio ventre. Resterei così in eterno se il nostro rapporto non fosse sul filo del rasoio. «Possiamo parlare, ora?» mormoro, accarezzandogli le punte. «Godiamoci semplicemente il momento, ti va?» Sussurra, il viso ancora sulla mia pancia. «No.» Ride, e nonostante sia qui con me lo sento lontano. «Mi manchi, Ryan.» Sospira e fa per alzarsi. Lo blocco per i polsi ed intreccio le mie mani alle sue. Lui non le toglie ed io continuo. «Ho fatto una cazzata, e mi dispiace. Non c'è giorno in cui non mi dia dell'idiota per quello che ti ho fatto, per quello che ci ho fatto ma non voglio che la nostra storia finisca a causa di un bacio che per me non ha significato nulla.» Inclina il viso, mostrandomi che è ancora una ferita aperta. Gli sollevo il mento con le dita e gli chiedo di guardarmi. «Sai a cosa pensavo mentre lo baciavo?» Storce il naso e sbuffa. «A te, piccolo, a te.» Gli sfioro il viso con le dita e lui posa la sua mano sulla mia. È leggermente arrossata sulle nocche ed è strano che lo sia se è in casa da almeno un'ora ormai. Ryan si sporge verso la mia guancia e mi bacia la testa. «Mi fa piacere, ma non cambia le cose.» Si toglie ed io sento improvvisamente freddo. «Ryan...» Si alza dal letto e si riveste. Mi infilo qualcosa al volo anch'io e gli blocco l'uscita. «Spostati, dolcezza.» «Hai detto che avremmo parlato.» gli ricordo. «Lo stiamo facendo.» Tenta di superarmi, ma lo blocco ancora. La situazione lo diverte, è evidente dal modo in cui le fossette compaiono sul suo viso e le labbra si incurvano in un ghigno. «Torna a casa, Ryan.» Il sorriso si attenua sulle sue labbra.  «Des...» Premo due dita contro le sue labbra. «So che non mi vuoi attorno, ma non è solo di me che si tratta. Emily e Harry hanno bisogno di te.» Quelle parole sembrano aprirgli un mondo. «Tu sai cosa significa crescere senza un padre e se te ne vai farai in modo che lo sappiano anche loro.» Mi guarda come se solo adesso realizzasse cosa realmente significano le mie parole. Mi sfiora la nuca ed avvicina il viso al mio. Mi bacia la testa, ma quello che dice è come un pugno allo stomaco. «Non sarei dovuto venire.» Mi irrigidisco e lui coglie l'occasione per superarmi ed uscire dalla camera da letto. Mi accorgo di star piangendo quando Chase mi abbraccia da dietro e asciuga le lacrime. Mi stringe e l'unica cosa a cui riesco a pensare è che ricordargli di avere una famiglia non è stato sufficiente a farlo restare.

Mi sa tanto che Ryan e Marlena si sono messi d'accordo...😂💖

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora