Capitolo cinquantadue

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                           Ryan

«Non le avevi accennato nulla?» Morgan mi guardia con sufficienza, posando i palmi delle mani sulla superficie della ventiquattrore che ha portato con sé.
Ho la gola secca così deglutisco. «Non ne ho avuto l'occasione.» In realtà non è andata esattamente così, ma non è necessario che lui ne sia al corrente. Non ho voluto dirglielo ed è ben diverso. Se fosse stato per me neanche avrei presenziato accanto a Morgan per chiederle di firmare i documenti perché
sapevo che, guardandola negli occhi, avrei cambiato idea. Così è stato fino al momento in cui è uscita dalla stanza in cui mi trovavo per andare dai nostri figli. Se n'è andata e con lei la voglia di provare ad aggiustare le cose.
«Posso tornare se hai bisogno di parlarle ancora.» accenna con calma. Facendo da anni questo lavoro Morgan è abituato a trovare incongruenze e incomprensioni nelle coppie di cui si occupa. Noi siamo stati l'ennesima dimostrazione.
«Mi faresti un favore.» Non guardo verso la porta della cucina quando Destiny torna seguita da Emily e Harry che vengono a salutarmi. Guardano incuriositi l'uomo ma non dicono nulla.
Morgan abbozza un sorriso professionale. Guarda me ed io annuisco, acconsentendo a farlo andare via. Mi stringe la mano e fa lo stesso con Destiny che però guarda me scuotendo la nuca. Non ho idea di cosa le stia passando per la testa al momento, ma se dovessi andare a tentativo direi che l'ho delusa. Se avessi baciato un'altra sono sicuro le avrei fatto meno male. «Chi era quell'uomo, papà?» Domanda Emily accomodandosi sulle mie gambe. «Un amico di papà, tesoro.» replico, accarezzandole la schiena. «Ed un nemico della mamma.»
Harry, seduto sul bancone mentre lei è intenta a preparagli la colazione, ride. Un piccolo ghigno si disegna sulle mie labbra. «Sta aiutando entrambi.»«Ne parliamo dopo.» mi liquida, ammiccando ai piccoli che stanno cercando di capire qualcosa che non riesco a spiegare neanche a me stesso.
La colazione trascorre come di consueto, unica eccezione la fanno le occhiate torve di Destiny che quasi mi mandano la colazione di traverso.
«A te diverte tutto questo.» Lillian accompagna i piccoli a prepararsi. Destiny incrocia le braccia al petto e mi guarda. Non ha toccato nulla del cibo che ha nel piatto. «Tanto quanto a te ferirmi.» Inarca le sopracciglia. «Ferirti?»
«Ferirmi.» ripeto.  «Non ho parole, Ryan.» «Non disturbarti a cercarle, non ho alcuna intenzione di sentirti.» Muove un passo nella mia direzione, arrabbiata. È così vicina che sento il suo profumo. «Non ho fatto nulla di quello che tu pensi. So che è difficile adesso credermi, ma è così. Non ho baciato Chase né tantomeno sono andata a letto con lui. Non ho idea di come sia finita dentro questa storia, ma posso assicurarti che non ti tradirei una seconda volta. Una è stata sufficiente.» Le cala leggermente la voce. «Puoi dire quello che vuoi Des, ma non riesco più a fidarmi di te. Mi dispiace.» Stringe gli occhi. «Neanche ci provi, Ryan.» Scuoto impercettibilmente la testa. «Credi che voglia questo?» «No, ma è quello che fai.» «Voglio poterti guardare ed avere la certezza che i tuoi sentimenti non siano cambiati ma quando lo faccio vedo solo Jared che ti bacia e Chase che va oltre. Non posso convivere con questo.» Ho le mani all'altezza del suo viso. «Chiamalo, Ryan. Chiama Chase e fatti dire come sono andate le cose. Se non credi a me, crederai a lui.»
«Che senso ha chiamarlo? Vi parereste il culo come sempre.» Destiny si morde le labbra per la frustrazione.
«Non credi che se avessi voluto fare qualcosa con lui lo avrei fatto prima di sposare te? È così difficile capirlo?»
«Con Jared mi hai dimostrato il contrario.» Apre la bocca.
«Quindi è a questo che si riduce tutto. Non mi hai ancora perdonato quel bacio.» «No, non l'ho fatto.» «Perché? Se tornassi indietro, non lo farei e lo sai.»
«È questo il punto: non puoi tornare indietro.» «Ma posso andare avanti e dimostrarti che sei tu l'unico.»
«Scopandoti Chase?»
«Non sono stata con lui, Ryan.» È quasi in procinto di piangere ma non riesco a crederle. L'unica altra alternativa è credere sia Chloe la Johnson del messaggio, ma è impossibile che sia lei. Chase gioca sporco, ma mai al punto di rischiare di perdere la sua migliore amica.
«Comunque sia, non m'interessa. Firma quei documenti e non sarà più affar mio.» Qualche lacrima le scende sul viso ed il suo sguardo si indurisce.
«Mi stai lasciando senza motivo, ne sei consapevole?» Sollevo gli occhi al cielo, lasciandole intuire che sia a causa della continua pressione che mi fa. La realtà è un'altra: vederla piangere ha commosso anche me, ma non posso mostrarmi vulnerabile davanti all'unica persona che riesce a rendermici.
«Sapevamo non avrebbe funzionato.» Le lacrime scendono copiose sul suo viso. Mi prende a pugni il petto ed io incasso, in silenzio. Se potessi, lo farei da solo. «Em, guarda. Mamma e papà stanno giocando alla lotta.» Harry e Emily ridono ed il mio cuore si spezza leggermente. Stringo Destiny in un abbraccio -l'ultimo che mi impongo di darle- e lei si divincola. Cede dopo qualche minuto ed io le accarezzo la testa. Harry ed Emily le tirano i lembi della felpa all'ingiù, cercando la sua attenzione. Non voglio che vedano la donna più importante della loro vita e della mia in queste condizioni così invento una scusa per farli tornare in camera. «Ti odio.» mormora Destiny singhiozzando. «Non quanto mi odi io in questo momento.» Tira su col naso ed io le bacio la testa. Solleva il mento e punta i suoi occhi, distrutti, nei miei, feriti. Le asciugo le lacrime e lei rimane ferma sotto il mio tocco delicato.
Una frase letta recentemente sul web mi balena in mente: Quando un amore finisce uno dei due soffre. Se non soffre nessuno non è mai iniziato, se soffrono entrambi non è mai finito. A tale proposito posso dire che il nostro era destinato a durare in eterno.

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora