Capitolo ottantaquattro

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Ryan

Sono le due e un quarto quando parcheggio la macchina fuori la struttura ospedaliera in cui lavora mia moglie. I miei passi risuonano lungo la ghiaia quando mi affretto a salire la scalinata che porta nell'atrio dell'ospedale. Mi avvicino ad una delle infermiere e le chiedo dove sia il reparto di oncologia. Questo posto è immenso e non è neanche la prima volta che ci metto piede. Sono venuto ad infastidire mia moglie più volte di quante me ne ricordi eppure ancora faccio fatica a ricordarmi dove si trovi il suo ufficio. «È un paziente?» L'infermiera mi squadra da capo a piedi. «Grazie al cielo non ancora.» Mi guarda malissimo. «Terzo piano sulla destra.» La ringrazio e le do' le spalle, avviandomi dove lei stessa mi ha indicato. Dottoresse, medici e chirurghi mi passano accanto, i camici perfettamente puliti e le espressioni serie ed indecifrabili ad incorniciargli il viso. Mi sposto di lato e deglutisco. Non deve essere un lavoro facile il loro. Devono essere sempre attenti a cosa dire, come intervenire, tenere a bada l'emotività, essere sempre pronti al peggio e avere sangue freddo qualunque sia l'emergenza. Hanno il mio più assoluto rispetto.
«I farmaci che la dottoressa Jhonson ti ha assegnato si sono rivelati privi di efficacia.» Sentendo parlare di mia moglie, mi aqquatto contro la parete.
«Li ho rigettati?» domanda una voce maschile che non conosco. Jared annuisce. «Tutti, fino all'ultima goccia.» Jared guarda il ragazzo infilarsi le mani tra i capelli. A primo impatto non ha più di diciannove anni. «E adesso?» «Te li cambiamo e speriamo che questi facciano effetto.» «Non credo che sperare basterà.» Jared gli stringe una spalla. «Io e Destiny stiamo facendo tutto il possibile per aiutarti, Hunt. Ci tratterremo qui anche fuori dall'orario lavorativo se significa aiutarti a migliorare.» Che cazzo? Prende anche le iniziative adesso? «È l'oncologa migliore che mi si potesse assegnare. Mi ha seguito durante tutte le chemioterapie ed è rimasta con me le notti in cui ero troppo debole persino per chiudere occhio. È pazzesca, e se oggi sono ancora qui è merito suo.» Mi asciugo gli angoli degli occhi con le dita e tiro su con il naso. Sentir parlare di Destiny in questi termini mi fa emozionare ogni singola volta. «È fenomenale davvero.» conferma Jared, facendomi sollevare lo sguardo su di lui. Mi scosto dalla parete e mi posiziono davanti la soglia della sua camera. Tossisco e Jared si volta a guardarmi. Gli faccio cenno di uscire e lui annuisce, assecondandomi. «Aspetta un attimo, sei Ryan?» Domanda il ragazzo in questione, sollevandosi sui gomiti. «La mia fama mi precede.» Sorrido e Jared alza gli occhi al cielo. «L'arroganza anche.» commenta. «Destiny parla spesso di te.» Sorrido e guardo Jared come a fargli capire chi tra i due avrà sempre la meglio. «Le piace vantarsi.» Gli strizzo l'occhio ed il ragazzo ride. «Sono Hunter comunque.» «Ryan.» Gli stringo la mano che mi porge. «Possiamo farci una foto? Ho un ultimatum che va dai tre ai cinque mesi, e non credo che avrò nuovamente la possibilità di incontrarti se non colgo l'opportunità oggi.» «Anche due, campione.» Prendo il telefono che mi porge e mi posiziono accanto a lui. Allungo il braccio oltre le sue spalle e scatto più di una foto in cui sorridiamo e facciamo facce strane. «Ne vuoi una anche tu?» domando canzonatorio a Jared, sistemandomi il giacchetto addosso. «Sto bene così.» replica. Saluto Hunter e seguo Jared fuori. «Che ci fai qui?» «Destiny. Dov'è?» Vado dritto al punto. «A pranzo fuori, credo.» «Credi? Ed io che ero convinto che sapessi sempre dove fosse!» Ironizzo. «Non è così.» «Ho i miei dubbi in merito.» Jared controlla qualcosa sul suo telefono. «Sai con chi almeno?» «Probabilmente con la sua amica Kate.» Mi appunto mentalmente di chiamarla. «Grazie.» Sto per andarmene quando le sue parole mi fermano. «Ti aveva chiesto di non venire.» Mi volto di tre quarti. «Faccio come mi pare quando si tratta di lei.» «Non le dai proprio spazio eh?» «Con questo cosa vuoi dire?» «Ti aveva espressamente detto che non aveva bisogno che venissi qui e tu ti sei presentato lo stesso. Non credi di soffocarla in questo modo?» Jared sta davvero mettendo bocca sulla relazione che ho con mia moglie? «Qual è il tuo problema, Jared? Mi hai detto tu stesso che questa mattina si è sentita male, avresti dovuto aspettarti che mi sarei presentato qui da lei appena possibile.» «Fossi stato al tuo posto, avrei fatto come mi ha chiesto.» «Ma non sei al mio posto, stronzo e non ci sarai mai.» Gli ricordo, scaldandomi. «Dici? Mi ha baciato una volta, che ne sai che non pensi costantemente a rifarlo?» Sento le mani formicolare quando lo prendo per il camice e lo attacco al muro. «Baciarti è stato un cazzo di errore. Neanche se ne ricorda, immagina allora quanto le sia piaciuto.» «Io ci penso tutte le notti, invece e non hai di quanto mi faccia stare bene.» Lo guardo torvo ed aumento la pressione delle mie mani intorno al suo collo. «Non hai chanche con lei, mettitelo in testa.» «No, ma solo perché ci sei tu di mezzo.» «Fattene una ragione perché sarà così sempre. Non te la lascio.» «Eppure un mese fa eri così vicino dal farlo.» Lo guardo. «Cosa ti ha fermato? A quest'ora starei io con lei.» «Amarla, ecco cosa.» «Non mi sembra tu l'abbia amata quando mi ha baciato.» Ingoio la bile e lo guardo.
«Stanne fuori.» Ho i nervi a fior di pelle. «Sai che c'è? Mi dai l'impressione che la usi solo sessualmente. Non la ami davvero, stai con lei perché ti è comodo farlo.» «Non sai un cazzo di noi due.» «So come è stata quando le hai chiesto il divorzio. Una persona che ama non ferisce in quel modo.» «Ero stato ferito anch'io.» «E che fai? La ferisci ad oltranza? Destiny non merita questo. Merita un uomo che la ami senza costrizioni, che le porti rispetto e che le dia attenzioni senza che sia lei a chiederle.» «Merita un uomo come te, è questo che stai dicendo?» «Sinceramente? Sì. Le darei più di quanto potrei darle, l'amerei più di quanto tu abbia mai fatto e sicuramente non la ferirei mai perché sarebbe tutto ciò di cui avrei mai bisogno.» Tolgo le mani dal suo corpo quando mi accorgo che è diventato paonazzo in viso. «Se fosse come dici tu, che la uso e non provo niente per lei, mi avrebbe lasciato da un pezzo. Non è stupida.» «Non lo è, ma ti è succube. Non se n'è andata quando le hai chiesto il divorzio, dubito allora che lo farà mai. È questa la sua condanna: ti ama più di quanto dovrebbe amare se stessa.» «Cazzate.» «È così, invece. E lo sai. Lo usi a tuo vantaggio, fregandotene di come stia lei in realtà.» «Mi importa sempre di come sta o adesso non sarei qui.»
«Sei qui perché non volevi che restassi io con lei, Ryan. Andiamo, lo capirebbe chiunque che hai paura che possa portartela via.» «Smettila.» «Se mi impegnassi potrei farlo davvero, ma voglio che sia lei a volere me. Io di dimostrazioni gliene ho date a sufficienza, lei una che è valsa per tutte le altre.» Muovo un passo verso di lui. «Ha una famiglia con me se te ne sei scordato.» «Ecco un altro dei motivi per cui quella sera non si è lasciata andare. Se non ci fossero stati i vostri figli di mezzo a quest'ora ti avrebbe scaricato da un pezzo.» «Stai dicendo una marea di cazzate. Destiny sta con perché mi ama, i nostri figli non c'entrano nulla.» «Amare te non esclude amare qualcun altro.» rido ironicamente. «No, non lo esclude. Potrebbe accadere, ma non succederà. Come lo so? Ne ho fatte di cazzate con lei. L'ho tradita al liceo, le ho reso la vita un inferno, le ho spezzato il cuore. Ma è rimasta con me, al mio fianco. Non ha mai voluto nessun altro come io non ho mai amato nessun'altra che non fosse lei. Puoi provarci quanto vuoi, Jared ma non l'avrai mai. Amare me non è la sua condanna. È la tua.» Jared non batte ciglio, sorpreso dalle mie parole. Gli do' le spalle e mi incammino nel corridoio. Solo in quel momento sento il telefono vibrare. Lo tiro fuori ma la chiamata si interrompe. È Destiny e dalle dieci chiamate senza risposta deduco sia successo qualcosa di grave. Allarmato, la richiamo ma trovo la segreteria. «Des? Tutto bene?» Mi volto verso Jared che sorride vittorioso. Guardo il telefono e la voce agitata di Destiny mi fa rabbrividire. Jared smette di sorridere appena si concentra sulla telefonata. «Cosa ha detto?» chiedo, preoccupato. Boccheggia, ma non mi guarda. «Cazzo, Jared. Cosa ha detto?» Lo prendo per le spalle e lo scuoto.
«È successa una cosa.» Mi guarda spaesato, quasi smarrito. Non c'è più traccia del tono provocatorio di poco prima. «Cosa?» Balbetto, una strana sensazione alla bocca dello stomaco. «Emily e Harry sono spariti.»

Quando una storia d'amore diventa un thriller😂😂💗

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora