Capitolo sessantasette

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Destiny

Mi sveglio e la prima cosa che faccio è controllare che Ryan sia ancora dove l'ho lasciato. Provo una sensazione di sollievo quando effettivamente lo trovo sdraiato al mio fianco. Il cuscino bianco sulla sua faccia attenua il suo russare e gli nasconde il viso. Glielo scosto e lo osservo dormire. È talmente rilassato e riposato che sarebbe un peccato svegliarlo. Il mio sguardo scende sul suo addome e arrossisco vedendo i segni dei morsi che gli ho lasciato e le tracce di rossetto rosso ancora sul collo. Scendo dal letto e mi trascino in bagno dove osservo la mia immagine nel riflesso dello specchio: ho i capelli fuori posto, rimasugli di mascara e blush sulle guance ma gli occhi che brillano ed un sorriso ad incorniciami il viso. Apro il rubinetto e mi lavo il viso, rimuovendo il trucco della sera prima, ed i denti. Torno in camera da letto dove Ryan ha occupato l'intero letto matrimoniale. È poggiato di fianco, un braccio sotto il mio cuscino e l'altro teso verso dove dovrei essere io. La promessa fattagli la sera prima mi torna in mente, facendomi sia diventare rossa che eccitare. È quando torna supino che decido di ricambiargli il favore che mi ha concesso solo poche ore prima. Gli sfioro l'inguine con le dita e con delicatezza gli abbasso i boxer. Il suo membro pulsa e Ryan borbotta qualcosa nel sonno, inconscio di quello che sta per succedere. Chino allora le labbra sul suo punto più sensibile e lecco la punta aiutandomi con la lingua. Sollevo di qualche centimetro lo sguardo e incrocio quello sgomento e mezzo assonnato di Ryan. L'espressione che ha sul viso è impagabile: non ha la più pallida di cosa stia succedendo. Lo aiuto a chiarirsi le idee quando riprendo e mi servo delle dita per intensificare i movimenti orali. «Piccola...» Ryan boccheggia e mi infila le mani tra i capelli biondi. «Buongiorno, amore.» È ancora leggermente spaesato. «Una promessa è una promessa non trovi?» domando con un sorrisetto impertinente. Interrompo il contatto visivo quando torno ad occuparmi d suo membro. Ryan geme e ripete il mio nome abbreviato ripetutamente.
«Non smettere, piccola. Sei pazzesca. I suoi occhi sono chiusi, le labbra dischiuse e la testa rivolta verso lo schienale del letto. Succhio e mordicchio la pelle morbida e venosa del suo pene, godendomi i suoi ansimi e le parole sporche che mi rivolge. Mi scosto solo quando sento pronunciare il mio nome e avverto un liquido caldo e salato in bocca. Ingoio e Ryan mi tira a sé. «Buongiorno anche a te, dolcezza.» Si china a baciarmi le labbra e sorride. Il suo petto nudo sfiora la curva dei miei seni e a quel contatto sento i capezzoli irrigidirsi. «Hai dormito bene?» mi domanda, baciandomi la testa. Annuisco, le mani poggiate sul suo petto ed il mento sopra di esse. «Tu?» Asserisce anche lui. «È la prima volta che accade dopo tutto quello che è successo.» ammette ed io avverto una stretta intorno al cuore. «Mi dispiace.» E lo penso davvero. Sebbene anche lui mi abbia fatto male, non ho mai voluto che trascorresse notti insonni o che passasse lo stesso dolore che stavo provando io. Non ho mai voluto questo. L'unica cosa che desideravo era che capisse che il mio sentimento nei suoi confronti è reale e che non ho mai provato niente di simile per nessun altro ragazzo.
«Come se fosse solo colpa tua. Sono stato uno stronzo con te.» Gioca con i miei capelli e a me ricorda Harry quando lo fa. «Anche.» Ride. «Ma ti amo anche così.» Mi sfiora la guancia e poi mi lascia un piccolo bacio a stampo. «Ringrazio Dio ogni giorno per averti incontrata.» «Ryan.» Sento il cuore spezzarsi a causa della carica emotiva contenuta nelle sue parole. «Ci sei sempre stata per me, Des: quando non lo meritavo affatto, quando facevo il coglione o quando ti trattavo di merda. Potevi andartene, lasciarmi ed invece non l'hai fatto. Tu, semplicemente, c'eri. E ora voglio esserci io per te.» Si indica la fede ed i miei occhi si fanno lucidi. Asciuga le lacrime che mi scivolano sul viso e mi bacia la punta del naso. «Resti con me?» «Non vado da nessuna parte.» Mi accoccolo contro il suo petto e chiudo gli occhi, sentendo le sue braccia avvolgermi il corpo. «Sei tu il mio posto nel mondo.» aggiunge a voce bassa ma non abbastanza da non sentirlo. Mi sollevo a baciargli le labbra e lui le dischiude, concedendomi l'accesso. Mi stringe una natica da sotto la maglia e mugola nella mia bocca quando involontariamente la mia intimità sfiora la sua. Infila allora una mano sotto i miei vestiti ma prima che possa fare davvero qualcosa la sveglia suona. Mi lamento contro il suo collo mentre si sporge per spengerla. «A che ora devi prepararti?» La sveglia segna le nove e trenta del mattino. «In teoria dovrei iniziare altrimenti perdo il volo.» Annuisce. «Doccia?» «Sì ma...» Non mi lascia finire che si alza dal letto tenendomi tra le braccia. «Ne ho bisogno anch'io.» «Vuoi farla insieme a me?» «Se riesci a resistere dal saltarmi addosso...» «Sei davvero tu che lo fai presente a me? Incredibile.» Mi fingo offesa e lui ghigna. «L'astinenza mi ha reso forte nell'animo.» Si colpisce il petto nel punto esatto in cui ha il tatuaggio. «Questo mentre mi possiedi nella doccia?» Ride e mi trascina in bagno. Aziona il getto e lo regola. Guardo rapita i muscoli della sua schiena flettersi nel movimento. Se ne accorge e sorride, ma non dice nulla in merito. Mi fa sedere contro il lavandino e prepara i nostri rispettivi asciugamani. A parte l'acqua che scende nella doccia casa è immersa nel silenzio. Neanche dalla cucina provengono rumori. «Ho un bel ricordo di quel lavandino.» I suoi pensieri sono lo specchio dei miei. «I miei lividi un po' meno.» Mi si avvicina e affonda le dita nelle mie cosce. «Ti ho fatto male quando ti ho presa qui?» «Era un male piacevole, te lo assicuro.» Incurva le labbra in un sorriso e cerca le mie. Gli prendo il viso tra le mani e mi premo contro di lui, mostrandogli chiaramente quali siano le mie intenzioni. Mi solleva dal retro delle cosce e si infila in doccia. L'acqua bagna i nostri visi e fa aderire i pochi capi che abbiamo addosso al nostro corpo. L'intensità con cui Ryan mi guarda mi fa serrare le cosce. Torna a baciarmi e continua a spogliarmi. Le sue mani si fermano sui miei seni, sui fianchi, sul viso, sulle natiche. Mi tocca e marchia ovunque. «Ryan.» Le mie parole escono come una supplica.
Si toglie allora i boxer ed entra dentro di me con una spinta decisa mentre il getto d'acqua che scivola lungo i nostri corpi copre i nostri rispettivi ansimi e gemiti. Mi prende i polsi e li solleva sopra la mia testa, esercitandoci una leggera pressione. Il mio seno nudo aderisce perfettamente al suo addome scolpito e tatuato come se fossimo l'uno la continuazione dell'altro. Ryan si spinge dentro di me con forza, catturando la mia bocca in baci passionali. «Me lo fai venire duro anche solo guardandoti.» afferma, affondando in me ancora. «Mi stai chiedendo di girare con una busta in testa?» Ride ma le spinte non si arrestano. «Possibile che anche mentre ti scopo ti diverti?» «Non corri il rischio di annoiarti così.» «Con te, mai.» Mi bacia ancora ed io incrocio le braccia intorno al suo collo. Una spinta più assestata delle altre mi travolge e mi ritrovo a raggiungere l'orgasmo mentre si sta ancora muovendo dentro di me. Pronuncio il suo nome e questo sembra portarci lui, all'orgasmo. Respira rumorosamente e si scosta, evitando così anche l'acqua che lo bagna. «Tre orgasmi nel giro di quanto, dieci ore? Mica male per uno fuori allenamento.» Ryan mi schizza con l'acqua della doccia. Strepito perché fredda e mi abbraccia, stringendomi le braccia in vita. «Pensa allora quanti te ne farò avere quando tornerai da Seattle.» mormora al mio orecchio, causandomi una sensazione di calore all'altezza del basso ventre. Mi volto e lui mi bacia una guancia. «Ogni occasione sarà buona per scoparti. In palestra da me, in ufficio da te, a casa quando i piccoli dormono, alle cene dei miei compagni di squadra...» «Sei insaziabile.» Mi schiarisco la voce ma esce lo stesso rauca. «Solo quando si tratta di te.» Mi bacia una tempia e prende lo shampoo.
Mi insapona i capelli ed io mi abbandono al tocco delle sue dita sulla nuca. «Viene a prenderti Chloe?» Prendo un respiro prima di rispondere. «Sì, lei e Chase. » Ryan continua a massaggiarmi la testa. «A te sta bene?» «Cosa?» Mi volto di tre quarti. «Che ci sia anche lui con noi.» «Sono stanco di trovarmelo puntualmente tra i piedi, ma almeno questa volta è dove dovrebbe essere. Al vostro fianco. Se è vero che Chloe è incinta - faccio una smorfia - tu avrai bisogno di qualcuno che ti stia vicino e quel qualcuno in quel momento sarà lui, ma solo fino a quando non tornerai a casa dove sarò io a prendermi a cura di te.» Metto una mano sulla sua che è sul mio viso e gli sorrido. «Ti amo.» «Ti amo anch'io.» replica, insaponandomi il resto del corpo e occupandosi effettivamente di me.

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora