Capitolo ottantasei

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                          Ryan

«Vengo con te.» Restituisco il telefono a Jared e lo guardo storto. «Col cazzo, tu rimani qui.» «Ha chiamato me.» replica, innervosendomi. «Solo perché io non le ho risposto.» rimarco. «Mi ha cercato, Ryan. Ha bisogno anche di me.» Alzo gli occhi al cielo. «Anche di te? L'unica persona di cui ha bisogno adesso sono io.» «E allora perché chiamarmi? Non ha senso.» «Mi stai facendo perdere tempo.» ribatto. Non ho la più pallida idea del perché Des lo abbia chiamato e sinceramente neanche voglio saperlo. Ho altre cose per la testa al momento. «Andiamo, allora.» Jared si toglie il camice e prende la giacca. «Andiamo? Tu non c'entri un cazzo con quello che sta succedendo.» Tiro fuori le chiavi della macchina. «C'entro con Destiny.» «Ancora?» Jared non risponde. Prosegue lungo il corridoio a passo svelto. Scuoto la testa e gli vado dietro. «Ti stai prendendo una confidenza che nessuno ti ha dato.» Scendo gli scalini due a due. «Voglio soltanto assicurarmi che stia bene.» «Non spetta a te farlo. Non hai nessun vincolo con lei. Non è tua moglie, né la tua fidanzata, né una tua conoscenza. È la mia donna ed ha bisogno del suo uomo. Ti riesce così difficile capirlo?» Allargo le braccia, esasperato. «Dove hai la macchina?» chiede, guardandosi attorno e ignorando palesemente quello che ho detto. «Fai sul serio? Mi ascolti almeno quando parlo?» «Solo quando infili Destiny nei tuoi discorsi.» Mi provoca, voltandosi di tre quarti per sostenere la mia occhiata storta. «Sei patetico.» Infilo le chiavi nella macchina e mi ci infilo. Blocco la portiera a Jared quando imita i miei movimenti. Abbassa la maniglia ma la macchina rimane chiusa. Picchietta le dita contro il finestrino che non abbasso. «Ero serio quando dicevo che non saresti venuto con me.» «Apri la portiera, Ryan.» Jared tenta ancora. «È inutile che ci provi. Vinco io, Jared. Vincerò sempre io.» Mi guarda torvo ma sa che ho ragione. «Ed adesso levati dal cazzo prima che ti metta sotto con la macchina. Ti avviso: la tentazione è tanta.» Si sposta dal cofano ed io metto in moto, lasciandomi lui ed il suo perbenismo alle spalle. Guido con la testa da tutt'altra parte. Emily ed Harry sono spariti. Destiny che piange. Jared che mi inculca nella testa le sue idee. Emily ed Harry che non si trovano. La voce spezzata di Destiny che mi rende impotente. Jared che farebbe qualsiasi cosa per essere al mio posto. Quasi metto sotto una vecchietta quando raggiungo il parcheggio scolastico. Esco velocemente dalla macchina senza neanche controllare se l'abbia chiusa o abbia tolto le chiavi. Ho guidato come un pazzo dall'ospedale a scuola loro, ignorando tutti i possibili segnali stradali e superando tutti i divieti. Ho sentito l'adrenalina in tutto il corpo quando ho superato il limite di velocità consentito e ho inchiodato quando un bambino mi ha tagliato la strada. Una volante della polizia attira la mia attenzione ma la perde nel momento in cui mi accorgo che Destiny non è con loro. Supero l'insegnante che sta spiegando agli ufficiali l'accaduto e mi affretto nell'edificio scolastico. Due rampe di scale e tre corridoi dopo finalmente mi fermo. Destiny è seduta a terra, il viso nascosto tra le mani ed i capelli a sfiorarle le ginocchia. Kate le sfiora la schiena e Chase ha un braccio avvolto intorno alle sue spalle addossate alla parete. Mi muovo lentamente verso di lei. Ho come la paura che se mi ci avvicinassi velocemente romperei le uniche parti in lei ancora in piedi. Chase è il primo ad accorgersi di me. Si alza silenziosamente e mi cede il suo posto. Kate fa la stessa identica cosa quando mi abbasso all'altezza di Destiny. Poggio la fronte contro la sua testa e lei tira su con il naso. Non alza lo sguardo, ma so che mi ha riconosciuto. Poso le mani sulle sue e me le allaccio intorno al collo. «Sono qui, amore mio.» mormoro contro i suoi capelli biondi. Se possibile i singhiozzi aumentano. Destiny si lascia abbracciare ed io la stringo forte al mio petto. La sua pancia preme contro la mia ed i suoi capelli mi sfiorano le spalle. Mi scosto dal suo viso quanto basta per prenderle il mento tra le dita e chiederle di guardarmi. Lo fa ed il cuore mi si spezza definitivamente. Gli occhi verdi sono gonfi e cerchiati di rosso, le guance bagnate ed alcune ciocche di capelli appiccicati ad esse mentre le lacrime continuano a scendere copiose. Pulisco una goccia di sangue dalle sue labbra quando a furia di torturarsele se le è spaccate. Le prendo il viso tra le mani ed i miei occhi chiari si incatenano ai suoi offuscati. «Li troveremo, dolcezza. Ovunque siano finiti, noi li troveremo. Fosse l'ultima cosa che faccio.» Destiny china lo sguardo, evitando il contatto visivo. «Hai idea di chi possa aver fatto una cosa simile?» Con la coda dell'occhio vedo un paio di poliziotti avvicinarsi ma non me ne curo. «L'unico di cui avrei mai sospettato è qui con noi.» Chase mi lancia un'occhiata torva. «Grazie della fiducia, amico.» «Nell'ultimo periodo non mi hai dato molto modo di crederti, tu che dici?» Volto la testa verso di lui e con le mani continuo ad accarezzare la schiena di Destiny scossa dai tremiti. «Non rapirei mai i vostri figli. Mi taglierei una gamba piuttosto.» Lo guardo senza nient'altro da dire. Chase non si sarebbe mai spinto così tanto oltre, non avrebbe mai rischiato di perdere definitivamente Destiny. Il suo nome era da scartar ancor prima che mi desse lui stesso la conferma. Il mio telefono vibra nella tasca del telefono. Lo lascio squillare a vuoto e mi concentro su mia moglie. «E se fossero nelle mani di un pazzo?» La gola le si serra. «E se volesse... fargli del male?» Destiny sgrana gli occhi come se solo in quel momento si accorgesse della gravità della situazione. «Des, guardami.» Lei scuote la testa, trema tra le mie braccia muscolose strette intorno a lei. «Des.» ripeto con tono freddo. Sussulta ma mi guarda. Non voglio essere duro con lei, ma solo così sono sicuro di catturare la sua attenzione. «Non torcerà un capello ai nostri figli. Non si azzarderà a farlo.» Le sfioro la guancia con le dita. La sua pelle è fredda al mio tocco. «Come ne fai ad essere sicuro?» Inclino il viso verso di lui. «Perché se lo facessero, se toccassero loro, te o chiunque altro membro della mia famiglia, sarei pronto ad uccidere.» Destiny sgrana gli occhi e ricomincia a piangere. Me la stringo al petto e lei affonda il viso nel mio collo. Il telefono continua a squillarmi nella tasca del jeans. «Potrebbe essere importante.» dice Chase, preoccupato. «Non ha a che vedere con questa storia.» replico, occupandomi di Destiny. Chase annuisce. «Signori Smith?» Destiny si volta verso il poliziotto. «Avete trovato qualcosa?» domando cercando di mantenere un tono tranquillo. Ho talmente tanta rabbia ed adrenalina in circolo che potrei realmente ammazzare qualcuno. I due poliziotti si guardano a vicenda prima di rispondere. «Hanno identificato l'uomo che ha sequestrato i vostri figli.» Destiny boccheggia ed io cerco di mantenere il controllo. «Avete una foto? Un video? Qualcosa?» domanda, la voce in procinto di spezzarsi con lei. «Un video. Lo abbiamo recuperato dalle telecamere scolastiche.» Prendo il tablet che mi porgono e clicco la freccetta che avvia il video. Destiny trattiene il respiro. L'uomo raffigurato nel video ci da' le spalle. Indossa una felpa nera ed un paio di jeans. Chiede qualcosa alle bidelle che gli porgono un foglio da firmare. Credo abbia fatto una battuta perché entrambe ridono, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Si volta e cerco di ricordarmi il suo viso. Non mi viene in mente nulla. «Non ho mai visto quest'uomo prima d'ora.» I poliziotti annuiscono così porgo loro il video. «Aspetta.» Destiny ingrandisce il video. L'immagine dell'uomo si fa più nitida, ma continua a non dirmi nulla. È la prima volta che vedo la sua faccia. «Io quest'uomo l'ho già visto.» La guardo sorpreso e Destiny chiude gli occhi mentre fa mente locale. I poliziotti si guardano tra loro. «Sei sicura, tesoro?» «Sì, ma non ricordo dove.» Destiny si sforza ancora. Ansima e cerca di controllare il suo respiro. «Va tutto bene, tesoro. È okay se non ti ricordi dove lo hai già visto. » Scuote la testa e poi apre gli occhi. Spalanca la bocca e mi guarda. L'ha riconosciuto. Guarda nuovamente il video e annuisce. «È lui.» «Lui chi?» domandano gli agenti. «L'uomo a cui hanno tolto la custodia di Dawson per affidarla a me.» Aggrotto la fronte. «Ne sei sicura?»
«Avresti dovuto aspettartelo. Ecco a cosa si riferiva. Come io ho tolto qualcosa a lui, lui vuole toglierla a me.» Destiny ragiona da sola.
«Non succederà.» Non conosco quest'uomo come mia moglie, ma è sulla cattiva strada se crede che gli lascerò carta bianca con i miei figli. «Non è un tipo che scherza. Ha a che fare con la mafia, Ryan.» Rabbrividisce. «Sai come contattarlo?» Annuisce. Mi faccio dare il numero e lo chiamo. Naturalmente me lo da' inesistente. «Cazzo.» «Ryan?» Guardo Destiny che è pallida in viso. Deglutisco.
«I piccoli sono in serio pericolo.»

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora