Capitolo sessantanove

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Destiny

Atterro a Seattle con quarantacinque minuti di ritardo, un mal di testa prossimo a diventare emicrania e una fame assurda. Recupero le mie valige e mi dirigo verso l'uscita dell'aeroporto dove trovo Chase e Chloe ad aspettarmi. Chase è poggiato contro la portiera della macchina, le braccia incrociate sul petto ed un paio di occhiali da sole neri calati sul viso. Chloe gli da' le spalle e traffica con il cellulare. Il mio vibra nella tasca posteriore dei jeans e la suoneria che ho impostato attira la loro attenzione. Chloe mi corre incontro e getta le braccia al collo. È leggermente più alta dell'ultima volta che l'ho vista ed ha i capelli più corti. «Ciao, tesoro.» Le mie braccia sono ancora strette attorno al suo corpo. «Credevo ci avessi ripensato.» ammette, affondando il viso nell'incavo del mio collo. Le sfioro la nuca con le dita.
«Sei mia sorella, Chloe. Verrai sempre prima di ogni altro impegno.» Mi guarda con dolcezza ed io la stringo ancora. «Tu non vieni a salutarmi?» domando rivolta a Chase che è rimasto in disparte. «Non volevo essere di troppo.» Si allontana dalla macchina e mi stringe a sé. «Ciao, dolcezza.» Mi sfiora la tempia con le labbra e china lo sguardo su di me. Ha qualcosa di diverso ma non riesco a capire cosa. «Hai tagliato i capelli?» Scuote la testa. «Ti sei ritoccato gli zigomi?» Ride ma scuote ancora la testa. «Perché?» «Hai qualcosa di diverso.» Dura qualche secondo ma sono sicura di aver visto un accenno di panico nel suo sguardo. «Non mi vedi da tanto, Des. Sarà senz'altro questo.» replica, ma non ne è del tutto convinto neanche lui. «Sai che non ti credo?» Chase deglutisce. «Hai conosciuto qualcuno?» insisto, cercando di capire se sia quella la motivazione.
«L'appuntamento è tra due quarti d'ora.» Si intromette Chloe, chiedendo l'attenzione di entrambi. Chase coglie la palla al balzo e si allontana con la scusa di sistemare le mie cose in macchina. «Non noti qualcosa di strano in lui?» Chiedo a Chloe. Magari lei sa qualcosa che io non so. «Nulla che non avessi già notato anni fa.» Sorrido e la seguo in macchina. Mi accomodo dietro e mentre Chase fa retromarcia mando un messaggio a Ryan per rassicurarlo che sono arrivata. «Vuoi passare prima da casa o andiamo diretti in ospedale?» Mi chiede Chloe, cercando il mio sguardo nello specchietto retrovisore. «Ospedale, sorellina. Prima capiamo cos'hai e meglio sarà.» Annuisce e torna a guardare la strada. «Non mi hai detto com'è successo.» Chase quasi frena di colpo, rischiando di farci sbattere la testa. La macchina dietro di lui gli suona e lui alza una mano in segno di scuse. «Hai bevuto?» Controllo che Chloe stia bene e lei mi assicura di sì. «Prenditela con quello davanti, non ha messo la freccia.» Decido di credergli e mi concentro su mia sorella. «Chloe?» «Hai tre figli, Des. Immagino tu ce l'abbia una vaga idea di come succeda.» commenta Chloe, facendomi sorridere. «Intendevo dire come fai a non sapere a chi appartenga il bambino, sempre che ce ne sia uno. «Sono stata a letto con due ragazzi diversi.» Chase guarda da tutt'altra parte. «Nel giro della stessa sera.» Aggiunge e Chloe gli da' una gomitata. Mi stupisco che a lui l'abbia raccontato e a me lo sta dicendo solo adesso. A consolarmi però c'è la consapevolezza che lui era lì con lei ed io a chilometri di distanza. «Chloe!» Lei arrossisce. «Ero ubriaca, Des. E triste. Unisci le due cose...» «E hai un bambino in omaggio? Lo avete usato almeno il preservativo?» «Non sono una stupida, Des.» «La mia opinione è contrastante al momento.» «Lo abbiamo usato ma continuo ad avere un ritardo del ciclo e alcuni dei sintomi.» replica, ignorando il mio commento. «Hai fatto i test?» «Positivi entrambi.»
«Hai delle perdite?» chiedo, essendoci passata.
«Sapevo che sarei dovuto restare a casa.» borbotta Chase, palesemente a disagio. «Pensa a guidare tu.» «A volte. Ho dolori fisici frequenti e sono facilmente irritabile.» «Sull'irritabilità non mi preoccupo. Eri scontrosa anche prima.» Chloe sorride e mi rivolge il dito medio. «Hai voglie strane o senti i capezzoli diversi?»
«È davvero necessario?» Chase si morde le labbra, frustato. «Sei facilmente impressionabile adesso? Dov'è finito il ragazzo che sapeva dirmi ogni minimo dettaglio delle ragazze che si portava a letto?» «Se non è morto accadrà presto.» Non capisco dove voglia andare a parare, ma la tensione che è calata improvvisamente mi distoglie dal chiederglielo. «É inutile fare supposizioni: potrebbe essere tutto come essere niente. Spetta alla dottoressa fare chiarezza.» Taglia corto Chloe. Annuisco e nessun altro aggiunge qualcosa. Cinque semafori rossi, una rotatoria e tre fast-food aperti dopo la facciata dell'ospedale entra nel nostro campo visivo. Non riesco spiegarmi come, nonostante sia abituata a lavorarci, adesso abbia l'ansia soltanto a pensare di dover entrare nella struttura ospedaliera.
Seguo Chase e Chloe all'ingresso ma si fermano non appena si rendono conto di non saper fare cosa fare o a chi chiedere. Il bancone delle infermiere è vuoto e non c'è nessun medico a cui poter chiedere. Decido allora di entrare in gioco e mostrare che tre anni di tirocinio e quattro di professione sono serviti a qualcosa. «Di qua.» dico ma non muovono un passo. «Neanche ci sei mai stata qui. Come credi di sapere dove andare?» Chase ha le mani nelle tasche. «Ti sei scordato che lavoro in un ospedale.» «A Chicago, non a Seattle.» «Seguimi e basta, Chase.» Prendo Chloe per mano e seguendo un minimo di logica mi muovo tra i piani ospedalieri. Arrivati al quarto e riconosciuto il colore dei camici avverto Chase e Chloe che è questo. Dopo, trovare la sala dove Chloe deve sostenere la visita diventa un gioco da ragazzi. «Devo smetterla di sottovalutarti.» Si scusa Chase, rimanendo sullo stipite ma chiudendo la porta dietro di sé. La dottoressa ci sorride ed invita Chloe a sdraiarsi sul lettino. «Te lo perdono solo perché siamo tutti sotto stress.» Mi sorride ma è un sorriso tirato. Gwen le applica il gel sul ventre scoperto e rabbrividisco con Chloe. Rivolge uno sguardo al monitor e il cuore mi salta in gola. Chase accanto a me inizia a muoversi, aumentando soltanto il mio livello d'ansia. Gli prendo la mano ed intreccio le mie dita alle sue. Il tremolio che aveva alle mani si attenua e mi rivolge un sorriso speranzoso. È più in ansia di me e non è neanche sua sorella. Gwen assottiglia lo sguarda ed avvicina il monitor. La sua espressione è indecifrabile.
«Qui non c'è nulla, tesoro.» Non credo di aver capito. «Cosa?» Chiedo in iper ventilazione.
«Ne è sicura?» Chase guarda impaurito lo schermo mentre Chloe con stupore. «Può essere che si sia nascosto?» Guardo torva Chase che mi guarda confusa. «Cos'ho detto?» «Lascia stare. Non c'è nulla? Nessun feto? Nessun battito cardiaco?» «Constata tu stessa.» Mi sorride dolcemente e mi invita a osservare meglio lo schermo. Non c'è davvero nulla. Una sensazione di sollievo mi assale. «Non sono incinta.» Chloe è incredula. «Neanche lontanamente, tesoro.» «E le perdite?» «Possono capitare dopo aver avuto un rapporto sessuale.» «Ho un ritardo del ciclo.» «Sarà dipeso sicuramente dallo stress che questa gravidanza ha scatenato. «Qualche giorno e ti tornerà regolare.» «Ho fatto i test e risultavano positivi.» «Sai quante volte capita che dicano una cosa per un'altra? L'unica certezza può dartela la visita ginecologica e la tua conferma che non sei incinta.»
«Non riesco a crederci.» Chloe si guarda la pancia. «Ero convinta che lo fossi.» «Ti dispiace?» le domanda la dottoressa. «Solo perché mi ero abituata all'idea.» Gwen sorride. «Hai tutto il tempo del mondo per crearti una famiglia, tesoro.» Chase guarda me e fischietta. La dottoressa segue il suo sguardo e mi sorride. «Quanti?» «Tre di cui uno in adozione.» «Congratulazioni.» Le rivolgo un sorriso cordiale. «Posso rivestirmi?» Chiede Chloe, indicandosi la pancia. La dottoressa annuisce e le passa un fazzoletto con cui pulirsi. Chase lo prende prima che lo faccia Chloe e glielo passa sulla pancia, aiutandola a pulirsi. Chloe lo prende in giro e Chase sorride, e questa volta è un sorriso spontaneo.
«Io posso abbracciarla?» La sua è stata l'unica notizia decente oggi. La dottoressa ride ma si lascia stringere. «La ringrazio ancora.» Chloe le si avvicina e le sorride timidamente. «È il mio lavoro, tesoro.» Ci saluta e lascia il suo recapito telefonico in caso di necessità. «Ho bisogno di mangiare qualcosa.» decreto, sentendomi la testa girare a causa della stanchezza e delle troppe emozioni.  «Ti accompagno.» Si offre Chase. «Chloe?» Ha il telefono attaccato alla guancia. «Vi raggiungo all'ingresso.» Annuiamo e la lasciamo alla sua telefonata. «Non hai idea di come mi senta.» accenno, sorridendo. «Posso immaginarlo. Due su due sarebbe stato troppo anche per me.» Stende un braccio intorno alle mie spalle e mi attira a sé. È felice come un bambino a cui hanno appena comprato il suo giocattolo preferito. «Con me ti è andata male.» Gli ricordo. «Malissimo. Hai compensato anche per tua sorella.» Rido e senza accorgermene siamo arrivati ai distributori automatici. Do' una breve occhiata agli snack in esposizione e compro tre barrette energetiche, un pacchetto di patatine, una bottiglietta d'acqua ed un succo alla mela verde. «Maschio o femmina questa volta?» Mi prende in giro Chase, notando la quantità industriale di cibo che ho tra le mani. «Non tocco cibo da questa mattina, Chase. Evita.» Ride e si siede con me. Bevo un goccio di succo ed apro il pacchetto di patatine, offrendogliene alcuna. «Non vorrei  che il piccolo ne risentisse.» Gli do' una gomitata. Mangiamo in silenzio, gustando entrambi la compagnia dell'altro. Terminato il pacchetto, mi alzo a buttarlo. Un ragazzo che entra trafelato in ospedale attira la mia attenzione. Ha un viso conosciuto, familiare. Si guarda intono e quando mi nota mi riconosce anche lui. «Des, grazie a Dio sei qui. Dov'è Chloe?» Appena pronuncia il mio nome mi ricordo il suo. È Cole, il migliore amico di Chloe. «Cole, tesoro.» Ansima a causa della corsa. «Sta facendo una telefonata, dovrebbe scendere a momenti.» Mi ringrazia ma quando vede Chase si rabbuia. «Lui che ci fa qui?» Chase solleva lo sguardo dal telefono e ci fissa. Scatta in piedi e guarda minaccioso Cole che non si intimorisce. «Tu che diavolo ci fai qui.» Mi piazzo tra i due prima che si prendano a pugni. «Qualcuno può spiegarmi cosa succede?» Nessuno risponde. «Cole?» «Sono stato a letto con Chloe, Des e adesso lei potrebbe anche essere incinta a causa mia.» «Non c'è nessun bambino, moccioso. Puoi tornare dalla mamma.» «Chase! Ma che ti prende?» Fa così quando vuole nascondere qualcosa. Cole lo ignora e si concentra su di me. «Mi dispiace, Des.» «È tutto apposto, tesoro. Chloe sta bene e di certo non è incinta.» Sospira di sollievo. «Adesso puoi anche tornartene da dove sei venuto.» Chase continua a fare l'antipatico. «Ma che problema hai?» Cole sbotta. «Tu sei il mio problema, moccioso.» Gli premo una mano sul petto prima che gliele alzi contro. «Vieni qui e fingi che te ne importi qualcosa quando l'unica cosa che ti è interessata è stata infilarti nelle sue  domande.» «Tu fai la predica a me?» Cole scoppia a ridere. «Non mi sembra che tu abbia fatto diversamente.» Che? Guardo Chase. «Che intende?» Chase guarda malissimo Cole. «Ti conviene andartene.» «Così che tu le menta ancora? Mi dispiace ma resto.»
«Mentire su cosa? Cosa sta succedendo?» Chloe nel frattempo è scesa. Sgrana gli occhi quando vede Cole. «Prova a dire qualcosa e ti faccio finire in traumatologia.» Chase sfida Cole. «Chase! Mi spieghi che diavolo ti succede? Sei passato alle minacce adesso?» «Te lo dico io, Des.» accenna Cole. Chase si agita e cerca di trascinarmi via. «No, voglio sentire cos'ha da dirmi.» «Posso farlo io, piccola. Seguimi e ti dico tutto.» Mi guarda negli occhi. Sono lucidi e a me si stringe lo stomaco. «Cole?» Chloe si avvicina, titubante.
«Chloe, hey.» La guarda con dolcezza e lei ricambia, sottraendosi allo sguardo pressante di Chase. Si abbracciano ed il mio migliore amico impreca. «Chase.» Non incrocia il mio sguardo. Ha occhi solo per mia sorella. «Cosa mi devi dire?» Cole ci guarda. Chase abbassa lo sguardo su di me e si morde l'interno della guancia. «Mi dispiace, okay? Voglio che tu sappia questo prima di saltare a qualsiasi conclusione.» Inizia. «Continua.» «È successo un paio di volte e mi sento maledettamente in colpa perché potevo evitarlo.» Lo guardo con occhi diversi. Ho intuito qualcosa, ma spero vivamente di sbagliarmi. «Io...» Gli mancano le parole. «Tu?» Insisto. Mi guarda dispiaciuto e poi dice l'ultima cosa che mi sarei aspettata di sentirgli dire. «Sono io l'altro ragazzo con cui è stata tua sorella, Des.»

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora