Capitolo novantadue

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                          Ryan

La chiamata telefonica è terminata da almeno cinque minuti ed io ho ancora il cellulare premuto contro la guancia.
Qualunque cosa accada ricorda che ti amo. La sua voce mi martella in testa a ripetizione. Non riesco a credere che non me ne abbia parlato e che si sia accordata con quell'uomo senza che io ne sapessi nulla. È stata un'incosciente, ma non riesco ad essere arrabbiato con lei. Vorrei esserlo, ma non lo sono. Il motivo? Avrei fatto lo stesso senza pensarci due volte. Se avessi avuto modo di mettermi in contatto con quell'uomo avrei colto l'occasione appena mi si fosse presentata. Non avrei consultato Destiny, farlo avrebbe implicato anche la sua presenza e l'ultima cosa che volevo era farle correre dei rischi, e mi sarei precipitato nel luogo dell'incontro. Solo che adesso c'è Destiny con quell'uomo. È Destiny ad essere in pericolo.
«Ti ha detto dov'è?» Chase mi scuote una spalla, ma la sua voce mi arriva ovattata. Qualunque cosa accada.
«Ryan?» Chase mi guarda da sotto le sue sopracciglia folte. Mi alzo di scatto in piedi e lui indietreggia per la sorpresa. «Dobbiamo trovarla. A qualsiasi costo.» Lancio a Chase le chiavi della macchina. Le prende al volo e se le rigira tra le dita.
«Cosa vuoi fare?» domanda. «Setacciare la zona, cercarla nelle zone più malfamate di Chicago, perlustrare ogni fottuto angolo di questa città.»
«Non se ne sta occupando la polizia?» chiede Kate. «Non abbastanza a quanto pare.» Mi infilo il giacchetto e passo in rassegna tutti i posti loschi in cui potrebbe essersi cacciata. «Hai una lista, qualcosa da cui partire?» Chase si infila le mani tra i capelli. «Te lo chiedo dal momento che mi sono quasi perso per venire qui e non vorrei che si ripetesse.» «Mi stai talmente tanto tra i piedi che mi ero scordato non vivessi qui.» Sdrammatizzo, mostrandogli sul telefono il percorso che ho in mente di seguire. Lo studia e mi guarda. «Vieni con me vero?» Scuoto la testa e lui deglutisce. «Mi perderò al primo incrocio, me lo sento.» blatera. «Al massimo mi chiami e ti vengo a prendere.» «Accadrà prima di quanto pensi quindi tieni il telefono acceso.» Gli mostro il display illuminato e lui appare più rilassato. Chiedo a Kate di mostrargli l'uscita principale da cui poi poter prendere le strade secondarie e meno trafficate di Chicago e lei accetta, accompagnandolo fuori. Appena la porta si chiude mi siedo sul divano e mi copro il viso con le mani. Sento le spalle sciogliersi ed i dotti lacrimali aprirsi. L'unica persona che vorrei al mio fianco in questo momento e che sarebbe in grado di farmi sentire meglio è a chilometri di distanza con un uomo che non si fa scrupoli a fare del male alle persone ed un altro che le sta attaccato al culo da tempo.
Mi alzo dal divano quando mi convinco del fatto che piangermi addosso non mi farà riavere indietro Destiny o i miei figli, ma muovere il culo e cercarla in ogni posto malandato possibile. Chiamo Alissa sul cellullare e le mando un messaggio quando scatta la segreteria telefonica con la sua voce registrata. Ho bisogno di sapere se Dawson è con lei o meno e allo stesso tempo ho paura della risposta che potrei ricevere. Se non è fosse con lei, dove diavolo potrebbe essersi cacciato?
Mi asciugo il viso con il dorso della mano e alzo la suoneria del cellulare. Chino la testa verso il basso quando uscendo all'esterno goccioline di pioggia cadono sui miei capelli e bagnano i miei vestiti. Mi infilo nella macchina con un solo obiettivo: tornare a casa con la mia famiglia al completo.
Guido per le strade di Chicago con l'attenzione rivolta ad ogni vicolo stretto, ad ogni passante con il cappuccio calato sul viso, ad ogni bambino che corre sui marciapiedi. Niente. È questo il risultato che ottengo ogni volta che scorgo una somiglianza con Destiny o uno dei piccoli. Non sono qui. Prima me ne rendo conto, meglio sarà. Controllo il telefono quando messaggi sia di Chase che di Kate compaiono sullo schermo. Niente anche loro. Sospiro afflitto e come se non bastasse ho sia bucato che finito benzina. Mi fermo allora in uno dei benzinai disponibili e scendo dall'auto, aspettando che l'addetto mi si avvicini e dia una mano con il cambio gomma. Passano dieci minuti in cui non si presenta nessuno. Suono il clacson e l'uomo che avrebbe dovuto occuparsi della mia auto un quarto d'ora fa esce scocciato. Ha la bocca intrisa di olio e un panino con il salame tra le mani. «Le dispiace?» Allargo le braccia, indicando la macchina. «In effetti sì, è la mia pausa pranzo.» «Alle cinque del pomeriggio?» ribatto e l'uomo mi fa cenno di lasciar perdere. Rientra e non sembra intenzionato a voler uscire nuovamente. «Coglione.» mormoro, alzandomi le maniche sugli avambracci e abbassandomi all'altezza della ruota. Perdo dieci minuti buoni a capire come funzioni, ma quando finalmente riesco a togliere la ruota sgonfia sorrido soddisfatto. Effettuo il cambio e mi sollevo in piedi, occupandomi del serbatoio. Estraggo una banconota e la mostro al proprietario prima di lasciargliela. Ci manchi solo che pensi che voglia fregarlo. In risposta mi alza il panino e continua imperterrito la sua pausa pranzo. Scuoto la testa e faccio il carico di benzina. Il telefono che ho lasciato accanto al sedile del guidatore si illumina, ma me ne accorgo tardi perché appena mi affaccio al finestrino per vedere chi mi stia telefonando lo schermo si spenge. Lascio tutto come l'ho trovato ed entro in macchina. Neanche chiudo la portiera che controllo il telefono. Tre chiamate perse da Alissa. Sento l'ansia salire quando provo a richiamarla. Squilla ed io sento il cuore in gola. Al quinto squillo risponde ed io ho come l'impressione che il tempo si fermi. «Ryan?» «Alissa, grazie al cielo. Ma dov'eri? Ho provato a chiamarti un milione di volte. Dawson è con te?» Sputo fuori. «Cosa? Sì, Dawson è con me.» Sento la tensione scivolare lentamente dal mio corpo. «Grazie a Dio. Se mi dici dove siete vi raggiungo. Cazzo, menomale. Se soltanto sapessi dov'è Destiny...» Penso a voce alta. «Ryan?» Torno in tensione nell'arco di pochi secondi. «Destiny è qui con noi.»

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora