Capitolo quarantasei

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                         Ryan

Scombussolata. Se dovessi descrivere l'espressione di Destiny quando è tornata a casa dal lavoro, userei senz'altro questa. Ho controllato che la cena non fosse in procinto di bruciarsi prima di andarle incontro e stringerla in un abbraccio che ha ricambiato pigramente. Le ho baciato la testa e chiesto cosa avesse, ma tempo di porle la domanda che Alissa ed i piccoli sono tornati a casa da pallavolo, esausti e sudati. Quando mi hanno visto hanno letteralmente urlato e mi sono corsi incontro, aggrappandosi alle mie gambe e chiedendo di essere presi in braccio. Ho sorriso e li ho stretti a me, rassicurandoli che se ero tornato era per restare. Destiny mi ha baciato una guancia e ho lasciato che andasse a cambiarsi, ricordandole però che avremmo ripreso il discorso a fine giornata.  Dopo cena e dopo aver trascorso tutta la serata con Emily e Harry, li ho messi a letto ed ho raggiunto Destiny in camera nostra.
«Ed hai intenzione di fare qualcosa in merito?» Sfilo il maglioncino che ho indosso e cerco nel cassetto una maglietta pulita da indossare. Mi ha appena raccontato cosa l'ha turbata tanto ed io ho percepito anche solo dal tono di voce quanto fosse contrariata all'idea che un essere così piccolo subisse simili violenze.
Destiny picchietta la testa contro lo schienale del letto, sospirando. «Un milione di cose, a dire il vero.» Infila il segnalibro nel libro che tiene sulle cosce ed incrocia le gambe lungo sul letto. «Tipo?» Mi siedo al lato del letto e mi rigiro la maglietta tra le mani. Destiny mi abbraccia da dietro e poggia la sua guancia contro la mia schiena nuda. «Prendere a calci nel sedere chi gli ha messo le mani addosso, ad esempio.» Mantiene un tono di voce basso per non svegliare i piccoli che dormono indisturbati nell'altra stanza.
«Posso darti una mano, se vuoi. Ho un certo talento nel picchiare le persone.»
«Non me n'ero accorta.» replica e a me viene da sorridere. Mi volto verso di lei e le bacio una guancia. «Mi dispiace averlo ridotto in quelle condizioni.» mormoro al suo orecchio. È una cazzata enorme quella che ho appena detto, ed infatti lo nota subito. «Non mi sembra.» Il sorriso cresce sulle mie labbra e le prendo il viso tra le mani. «Volevo solo evitare che continuassi a guardarlo.» Le sfioro i gomiti con i polpastrelli. «Non l'avrei guardato neanche prima che lo riempissi di botte.» replica ed io la bacio. Sentirglielo dire attenua la paura che il bacio che c'è stato tra loro possa non essere stato causato solamente da un momento di confusione bensì da un'attrazione che prova nei suoi confronti. Si siede sulle ginocchia e mi infila le mani tra i capelli biondi e lisci. Le prendo i fianchi e con delicatezza le allargo le cosce e la faccio sedere sulle mie, continuando a baciarla. Ed in quell'esatto momento che mi ricordo di non esser stato l'unico a sapere che sapore hanno le sue labbra. Mi scosto leggermente e lei sfiora il mio naso con il suo, guardandomi negli occhi. «Scusa, ma è più difficile di quanto pensassi.» mormoro, inumidendomele. Odio voler andare avanti ed essere continuamente trascinato indietro da quel maledetto ricordo. «È tutto okay.» Destiny sorride e mi sfiora il viso con le dita.  Ma ancora di più odio che sia a causa di un'altra persona che le cose tra noi abbiano preso questa piega. Destiny fa per scostarsi, ma la blocco prima che possa scendere dal mio corpo. Mi guarda confusa ed io le metto una mano sul viso con delicatezza, attirandola verso le mie labbra. Gliele guardo qualche secondo e poi gliele catturo in un bacio che spazza qualsiasi residuo o sensazione che possa averle fatto provare quel coglione del suo capo. Slego il nodo che ha ai pantaloni e glieli abbasso sulle cosce in modo tale che la sua pelle prema contro quella del mio corpo. Sfilo i miei e mi sdraio su di lei, infilandomi tra le sue cosce. «Non è che poi...» inizia ma la zittisco con un morso alle labbra che mette a tacere le sue domande. La spoglio completamente ed affondo il viso nell'incavo del suo collo su cui lascio una scia di baci umidi e qualche segno rosso. Entro in lei ed adatto i movimenti a quelli del suo corpo, baciandola e dandole la dimostrazione che non importa quanto tempo passi perché io la vorrò sempre come la prima volta. «Chase è nell'altra stanza.» mi ricorda, sorridendo e mordendomi il lobo. «Che si goda lo spettacolo, allora.» replico, chinandomi a baciarle la punta del naso e poi il resto. Sorride e mi allaccia le braccia intorno al corpo. Affondo ripetutamente in lei e quando la sento prossima all'orgasmo aumento l'intensità delle spinte affinché lo raggiunga con lei. «Ti amo.» mormora accoccolandosi su di me, esausta. La copro con la coperta e le bacio una tempia. «Ti amo anch'io.» Nonostante tutto. Chiude gli occhi e sorride. La osservo e non riesco a pensare a nulla che non sia lei e a quanto sia bella anche dopo aver fatto l'amore. Le sistemo i capelli dietro la nuca ed i lineamenti del suo viso si rilassano sotto il mio tocco. «Sei talmente bella che è impossibile rimanere arrabbiati con te.» Non apre gli occhi, ma incurva le labbra in un sorriso che le bacio. «Vado a prendere un bicchiere d'acqua.» Soffio sulle sue labbra, indossando qualcosa e raggiungendo la cucina dove trovo Chase seduto su uno degli sgabelli.
«Se la metà delle persone scopasse quanto scopate voi, a quest'ora il mondo sarebbe inabitabile.» Sorseggia il latte caldo dal bicchiere e si pulisce il dorso della mano quando si sporca le labbra. «Non hai altri passatempi?» Apro il frigorifero e tiro fuori una bottiglia d'acqua fredda. Ghigna. «Un'infinità.» «E come al solito dai la priorità a noi. Carino.» Mi disseto e lui mi osserva. «Siete tornati insieme?» «Non l'ho mai lasciata.» chiarisco. «Andartene di casa ha lasciato intendere il contrario.»
«Sono qui, adesso.»
«Adesso, esatto. C'ero io quando te ne sei andato.» Stringo le dita attorno al bicchiere di vetro. Il suo telefono squilla, ma nessuno dei due gli presta attenzione.
«Dovresti farti una vita tua piuttosto che vivere la mia.»
«Cos'è, ti brucia che nonostante tutto mi voglia ancora con lei?»
«No, Chase. L'unica cosa che mi infastidisce è la tua presunzione del cazzo. Corri da lei come se fosse tua e te ne prendi cura come se potesse sostituirmi con te. Andava bene agli inizi, ma adesso che ha famiglia sua dovresti lasciarla in pace.»
«Mi stai chiedendo l'unica cosa che non riesco ad evitare di fare. Destiny avrà pure una famiglia con te, ma lei è la mia e questo non cambierà mai. Voglio prendermi cura di lei come ho sempre fatto.»
«Non spetta a te farlo.»
«Mi spetterà sempre, invece. Buona notte, Ryan.» Alza il bicchiere a mo' di saluto e torna in camera. Scuoto la testa e mi mordo la lingua per non prendere a pugni qualcosa.
Il suo telefono vibra ancora sopra il tavolino. Chase non torna indietro a prenderlo così mi sporgo e lo prendo io. Ho tutte le intenzioni di portarglielo quando un messaggio mi fa gelare il sangue nelle vene.
No, no, no. Strabuzzo gli occhi, ma avverto un giramento alla testa. Afferro il bordo del bancone, ma la sensazione di vertigine non scompare.
Tu e la Johnson, eh?
Com'è stato scopartela? dice il messaggio.
Deglutisco e chiudo gli occhi, ma quando li riapro il messaggio è ancora lì.
«Merda!» impreco. Chase è andato a letto con Destiny. Chase è andato a letto con Destiny. È l'unico pensiero che al momento mi vortica in testa.
Ho talmente tanta rabbia in circolo che quello che ho fatto a Jared è nulla in confronto a quello che farei a Chase.
Cerco di darmi un contegno e rifletto. Quando è successo? Perché Destiny non me lo ha detto? Ha pensato almeno di farlo?
Spengo il display e ricaccio indietro i conati di vomito. Sblocco il mio cellulare e compongo il numero dell'unica persona che non avrei mai voluto chiamare ma che arrivati a questo punto è l'unica che possa far chiarezza nella mia vita.

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora