Capitolo sessantotto

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                          Ryan

«Non volevano lasciarti.» Tengo una mano sul volante e l'altra sulla sua coscia mentre con la macchina sfreccio per le strade trafficate di
Chicago. È stata quasi un'impresa portare i bambini a scuola con la consapevolezza che una volta tornati a casa non ci sarebbe stata Destiny ad aspettarli. «Ho faticato anch'io a separarmici.» sospira, guardando pensierosa fuori dal finestrino. La luce del sole che penetra nell'abitacolo della macchina le illumina i lineamenti perfetti del viso, adesso malinconici. «Ti chiameremo talmente tante di quelle volte che ti verrà la nausea ed inizierai ad evitarci.» Destiny ride. «Non lo credo possibile. Neanche sono partita e già sento la vostra mancanza.» Senza distogliere lo sguardo dalla strada che porta all'aeroporto mi porto la sua mano alle labbra e ne bacio il dorso. «L'ultima volta che sono stata lontana da casa è successo il putiferio.» accenna ed io deglutisco lievemente. Volente o nolente non c'è niente che possa fare per dimenticare cosa ha fatto. Accettarlo ed andare avanti è stato possibile, scordarmene alquanto improbabile.
Avverto il suo sguardo addosso, ma non lo distolgo dalla guida. «Cos'è, temi possa riaccadere qualcosa? Faccio ancora in tempo a tornare indietro e a impedirti di prendere quell'aereo.» Scherzo, ma un accenno di verità presenzia nelle mie parole. Accenna un sorriso che mi aiuta a rilassarmi. «Non con me come protagonista principale questa volta.» Si raccoglie le mani in grembo. «Chloe?» Annuisce. «Se la visita dalla ginecologa non si dovesse concludere nel migliore dei modi e di conseguenza i nostri genitori venissero messi al corrente delle novità le ho proposto di venire a stare da noi. A te andrebbe bene?» Ha quasi timore a chiedermelo, come se non consultandomi avesse sbagliato. «Tua sorella è la benvenuta ogni volta che lo desidera, Des. Non dovresti neanche chiedermelo.» Incurva le labbra in un sorriso e si sporge a baciarmi una guancia. «Sei il marito che qualunque donna vorrebbe al suo fianco.» «E che solo tu hai. Non ti senti dannatamente fortunata?» La mia battuta la fa scoppiare a ridere. «Mi mancherai, piccolo.» «Anche tu, tesoro. Molto più di quanto tu creda.» ammetto e lei intreccia le dita alle mie.
Parcheggio l'automobile nel parcheggio apposito e scendo dalla macchina, prendendo le valige di Destiny che si ostina a volerle portare da sé. «Sfruttami fino a quanto ti è possibile.» Le faccio l'occhiolino e lei mi si avvicina. «Messa in questi termini dovrei trascinarti in uno dei bagni di quest'aeroporto.» Le guardo le labbra rosee. «E cosa aspetti a farlo?» Sorride e mi bacia. Le sue intenzioni vengono però compromesse dalla voce metallica che chiama il suo volo. «Pessimo tempismo.» Mi morde il labbro. «Devo andare.» mugola senza però muovere un passo in direzione del check-in. «Non mi sembri convinta. » Catturo nuovamente le sue labbra. «Non lo sono, infatti.» Accenno un piccolo sorriso. «Vai prima che ti porti in macchina e ti scopi lì.» «Ryan!» Squittisce, rossa in viso. Si scusa con alcuni passeggeri che passandoci vicino hanno sentito ciò che ho detto. «Fai la timida adesso?» Mi chino a morderle il lobo. «Perché ti vorrei ricordare che questa mattina mi sono svegliato con le tue labbra intorno al mio uccello e che ti sei fatta scopare contro il bancone della cucina dieci minuti prima che i piccoli scendessero a fare colazione.» Destiny si guarda nuovamente attorno. Ha le guance leggermente rosse e le pupille più grandi dell'iride. «Ti piace mettermi a disagio.» «Tanto quanto scoparti, e lo adoro.» Scuote la testa e si alza in punta di piedi per allacciarmi le braccia al collo. La stringo a me e le raccomando di stare attenta. Se le succedesse qualcosa, e intendo di qualsiasi tipo, ed io non potessi essere lì con lei a proteggerla non riuscirei a perdonarmelo.
Il suo volo viene chiamato una seconda volta così lascio che prenda le sue cose. «È un po' come tornare a casa.» Seguo il suo sguardo fisso sul nome Seattle nel tabellone dei prossimi voli. «Dove tutto è iniziato.» ammetto. «E mai finito.» Aggiunge lei ed io la bacio ancora. «Chiamami appena arrivi.» «Senz'altro.» «Ti amo, Ry.» «Ti amo anche io, Des.» La seguo con lo sguardo fino a quando i suoi capelli biondi non svoltano l'angolo, scomparendo così dalla mia visuale. Una strana nostalgia mi assale e per un attimo mi ritrovo ad immaginare come sarebbe stata la mia vita se le avessi lasciato firmare i documenti del divorzio.
Vuota, inutile, spenta. Non posso vivere una vita in cui Destiny non c'è perché è lei la mia vita.
Ha fatto errori, ma ne ho fatti anch'io e lei me li ha sempre perdonati. Sarei egoista se non facessi lo stesso con lei. Così, una volta tornato a casa, chiamo Morgan e cerco i documenti della separazione nel comodino. Li trovo e chiudo il cassetto. Sistemo il telefono tra la spalla e l'orecchio e con i documenti in una mano e l'accendino nell'altra esco in balcone. Una leggera brezza mi scompiglia i capelli ed i fogli che stringo tra le dita. «Pronto?» La fiammella dell'accendino brucia le pagine che hanno quasi finito con il rovinarmi la vita. «Morgan, hey.» «Hai cambiato idea?» Coglie all'istante il nocciolo della questione. « Esatto.» «Te li porto tra un'ora allora. Hai convinto Destiny a farteli firmare?» «Meglio ancora.» I fogli hanno iniziato ad annerirsi e frammenti di carta bruciata si spargono a terra. «Voglio che spariscano dalla circolazione, come se non ti avessi mai chiesto di stamparli. È possibile?» «Posso farlo.» Te ne sarei eternamente grato, Morgan.» Aggiungo. In mano, oltre all'accendino, ho solo pezzi di carta bruciata. A parte una copia in ufficio non resta nulla della cazzata più grande che stessi per fare. Chiudo la telefonata e poso il telefono sul tavolino fuori. Estraggo una sigaretta dal pacchetto che ho tra le mani e me la infilo in bocca, facendo scudo con le mani per accenderla. Sento la nicotina entrarmi in circolo ed i nervi rilassarsi. E l'unica cosa a cui riesco a pensare in questo momento è solo una: è fatta, lentamente sto riprendendo il pieno controllo della mia vita e con essa anche Destiny.

Perché proprio lei? ? 2.0Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora