XXI

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«Perché non mi hai detto che è nostra figlia?»
Lauren ha un momento di esitazione. Guarda perplessa Camila finché non riesce a elaborare la sua domanda.
«Come..» tossisce leggermente, sentendosi in difficoltà «Come hai fatto a scoprirlo?»
«Al mio piccolo raggio di luna» precisa, ripetendo la dedica che tanti anni fa le fece, quando venne pubblicato il libro «Quante dediche al mondo esistono come queste?»
La Jauregui annuisce. Si passa le mani tra i capelli. Non sa cosa dire, non trova le parole per affrontare questo argomento delicato.
Diciotto anni fa Camila le donò i suoi ovuli fecondati, Lauren non essendo fertile non sarebbe potuta rimanere incinta ed entrambe volevano tanto questo bambino. Purtroppo era una alcolista ed una sera, nel primo mese di gravidanza, a causa di qualche goccio di troppo, qualcosa scattò nella sua testa e, senza capire cosa stesse facendo, appiccó un incendio in casa. Voleva suicidarsi. Non aveva mai manifestato questa sua intenzione, questo oscuro pensiero, ma lo teneva dentro da troppo tempo. Aveva tutto, eccetto la famiglia che l'abbandonó. Aveva Camila, la sua futura moglie, aveva Sofia, la sorella di Camila. Un bambino in grembo. Era appena tornata dal suo viaggio a Parigi, regalato dalla sua fidanzata per la laurea, presa con il massimo dei voti. Eppure c'era un qualcosa... Un qualcosa di inspiegabile. Se solo avesse parlato con Camila, non sarebbe successo nulla. Se solo Camila non fosse uscita quel pomeriggio, non sarebbe successo nulla. Sarebbero la famiglia perfetta che avevano sempre sognato. Avrebbero avuto il loro "per sempre felici e contenti".

«Allora?» la risveglia la Cabello dal suo stato di trance
«Co-cosa?» balbetta, sbiancando completamente
«Perché non mi hai detto nulla?»
«Camila, siamo con un piede di guerra e questa è una situazione molto delicata, come potevo parlartene?»
Le parole le pesano. Fa molta fatica a parlare, la gola inizia a seccarsi.
«Sei arrivata a conclusioni troppo affrettate pensando che ci fosse una storia tra me e Anaëlle. Sai, lei mi dice tutto e so che l'hai forzata a dire cose non vere, per la tua stupida gelosia»
«Scusami ma chiunque, vedendovi, penserebbe la stessa cosa. Siete così unite, gli occhi vi luccicano quando state insieme e i vostri visi si illuminano, per non parlare dei sorrisi e...»
«Questo perché la amo, Camila!» la interrompe «Amo la mia bambina. Non sono pazza e non lei farei mai del male. La amo più della mia stessa vita, okay?» continua, quasi sull'orlo delle lacrime «Quando uscì dalla clinica in cui ero in cura, tre anni dopo, la cercai ovunque ma nessuno voleva darmi sue notizie. Passarono gli anni, era troppo tardi. Non potevo fare altro che pregare per lei e ricordarla nelle uniche due fotografie che ho»
Sta piangendo. Passa le dita sotto gli occhi, stando attenta a non sbavare il trucco, e fa un respiro profondo per riprendersi.
«Scu-scusa» geme, portandosi la mano alla bocca
Camila allunga un braccio e delicatamente le scopre il viso, tenendo la mano della sua ex tra la sua, accarezzandone il dorso.
«Lei lo sa?»
«Possiamo parlarne a cena?»

Brainiac ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora