Lauren entra in classe con passo pesante. Sbatte la porta attirando l'attenzione degli alunni che schiamazzano e fanno caos. Li guarda uno ad uno negli occhi. Avanza verso la cattedra, portando con sé il gelo, e poggia libri e borsa su di essa.
«Verifica a sorpresa» rompe il silenzio
I ragazzi iniziano a lamentarsi, lei distorce le labbra e scuote la testa, ignorando le loro suppliche.
In fondo all'aula c'è Anaëlle che chiacchiera con James, seduto davanti a lei, e ridacchiano, incuranti di ciò che sta succedendo.
«Prendete carta e penna, scriverò le domande alla lavagna» afferma severamente «Vale anche per voi due, Harris e Davis» li fulmina con lo sguardo «Volete renderci partecipi delle vostre conversazioni o stare attenti?»
«Scusi» abbassa il capo James
Anaëlle evita lo sguardo di Lauren, non riesce a guardarla negli occhi. Fa finta di nulla, ma vorrebbe solo scoppiare a piangere. È così arrabbiata per ciò che sta succedendo, avrebbe preferito non sapere mai la verità se avesse saputo che queste erano le condizioni. Vedere una delle donne a cui tiene di più al mondo soffrire. Ha sempre ammirato Lauren per la sua forza, la sua tenacia. L'ha sempre stimata e presa come modello. Ora è davanti a lei con un viso bronciato, gli occhi scuri e lucidi. Vorrebbe alzarsi e abbracciarla, dirle quanto la ama.Persa nei suoi pensieri, Anaëlle non si accorge che le domande sono segnate alla lavagna e qualcuno la sta chiamando sottovoce, sicuramente per copiare, lei è la prima della classe in francese. Prima la prendono in giro, dicendo che è la cocca della professoressa, ora però si ricordano di lei e torna utile a tutti.
«Perché non studiate invece di disturbare la signorina Davis» commenta disgustata Lauren «Anaëlle alla cattedra, qui» batte con la mano vicino a lei
Annuisce, fa un sospiro e porta una sedia e il suo foglio protocollo alla cattedra, sedendosi accanto. Si mette così attaccata alla cattedra che le sfiora la gamba con il ginocchio e l'insegnante poggia la mano su di esso, sicura che nessuno si accorga di nulla, essendo la cattedra coperta davanti. Anaëlle la guarda con la coda dell'occhio e deglutisce rumorosamente, sente gli occhi pizzicare. Prende la penna e fissa le domande, non riesce a concentrarsi. Improvvisamente la vista si offusca e una lacrima cade sul foglio, sbiadendo qualche lettera.
Stringe le dita di sua madre con la sinistra, si morde forte il labbro inferiore. Non può crollare, non ora davanti a tutti.
Alza la testa e si volta verso di lei, ha bisogno di prendere una boccata d'aria.
«Potrei uscire?» chiede attirando l'attenzione degli altri
«Non ti senti bene?»
Anaëlle nega con la testa. Lo sguardo dei compagni brucia su di lei e questo rende la situazione ancora più difficile.
«Okay, vieni con me» intima «Tanto so che copierete» si rivolge acida agli alunni «Ed io vi interrogheró, dal primo all'ultimo, poi questi voti alti muteranno in bellissime insufficienze» continua divertitaLascia l'aula insieme ad Anaëlle, camminano verso l'ascensore per andare in un posto più sicuro e appena le porte si chiudono, dopo aver premuto il pulsante del piano, la ragazza si aggrappa a lei, lasciandosi andare in un pianto liberatorio. Lauren poggia le labbra sulla sua testa, le mani circondano il busto e chiude gli occhi. Sono quasi arrivate al piano, ma non ha voglia di uscire, sta troppo bene così, sentendo quel profumo e calore familiare. Ferma l'ascensore bloccando a metà.
Prende il viso di Anaëlle, lo solleva e prova a guardarla negli occhi, ma lei fa di tutto per nascondersi.
«Amore mio»
Nel sentire quelle parole, stacca le mani dalla vita di Lauren e si copre il volto, singhiozzando e piegandosi sulle gambe. La madre arriva alla sua altezza, le bacia la fronte e prende le mani tra le sue.
«Va tutto bene, sono qui, amore» preme nuovamente le labbra sulla fronte
«Non va per nulla bene» piagnucola «Ieri Camila mi ha detto che sei stata male a causa mia ed io non voglio...non...» il respiro si spezza «Sono passati pochi giorni ma sembra una eternità, ho bisogno di te al mio fianco. Ogni notte mi avvolgo nella tua coperta e ti vedo nei miei sogni, il tuo profumo mi abbraccia, mi fa sentire al sicuro, ma non basta. Ho bisogno di te»
«Vieni a casa dopo scuola, al diavolo gli assistenti sociali, mi distrugge vederti così»
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Brainiac ||CAMREN||
FanfictionSarebbe stata l'ultima goccia, un'altra bottiglia rotta. Lacrime e dolore. Occhi che bruciano al tramonto. È l'amore di una madre.