LXV

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Passa qualche giorno dal pomeriggio al parco e le domande di prima sono sempre più frequenti. Anaëlle inizia a estraniarsi, studiare di meno, passare meno tempo con James e la sua famiglia. Non smette mai di allenarsi, quando può è sempre con Taylor oppure provvede sola.
Ma non sono solo le domande sulla sua sessualità a crearle disagio e dubbi, ma sulla sua persona, sul suo futuro. Fino a poco tempo fa sapeva chi era e chi sarebbe diventata tra una decina di anni, ma oggi... Oggi si guarda intorno smarrita. Come se avesse perso la strada di casa.
Non ha più nessuna certezza.

La campanella suona e finalmente torna alla realtà. Si era persa a fissare il vuoto durante la lezione di Camila.
Guarda tutti i compagni andare via e incrocia lo sguardo di sua madre, misto tra preoccupazione e perplessità. Anaëlle scuote la testa e ripone il materiale scolastico nello zaino, ma prima che vada via, Camila la ferma per parlare con lei.
«Rimani qui per favore» sospira
Si accomoda al primo banco, davanti a lei, e annuisce in attesa che le dica qualcosa.
«Quindi?» rompe il silenzio
«Aspettiamo Lauren» continua con lo stesso tono distaccato
Pochi minuti e la donna dagli occhi verdi fa il suo ingresso in aula, chiude la porta e si appoggia sulla cattedra, di fronte alla figlia.
«Che è questa riunione di famiglia improvvisata?»
«Non so, diccelo tu, Anaëlle» continua sempre Camila, quasi pronta per attaccarla «Non stai attenta a lezione da un po', non stai studiando, sei sempre assente con la testa e...»
«Camz! Avevamo detto di parlare con calma» la riprende
Lauren si piega sulle gambe e arriva all'altezza della ragazza, guardandola dritta negli occhi. Anaëlle deglutisce rumorosamente, non riesce a sostenere lo sguardo ma ci prova. Non vuole far capire ulteriormente che qualcosa non va, questa volta vuole cavarsela sola.
«Ormai mancano meno di due mesi alla fine della scuola, al tuo diploma. Vuoi salire sul palco e prendere quel pezzo di carta, vero? Così non vai da nessuna parte. Sono le ultime verifiche e interrogazione e credimi, ti ho regalato una A nell'ultimo compito solo per non rovinarti la media almeno nella mia materia e lo stesso ha fatto tua madre nella sua sua. Stai rischiando grosso e salti le lezioni o, se ci vai, pensi a tutt'altro. Cosa ti prende? Siamo le tue madri, con noi ti puoi confidare»
La gola di Anaëlle inizia a seccarsi. Può dirle che si è infatuata di sua sorella? O crede...
Che litiga sempre con James perché non lo vuole intorno ultimamente ed è geloso che passa più tempo con sua zia che con lui? Che non sa più se sia etero o lesbica o bisessuale? Che vuole mollare il suo sogno di studiare lingue e non andare a Parigi, perché vuole arruolarsi nell'esercito ed essere un militare?
«Avete mai avuto dubbi su voi stesse? Un giorno siete sicure di ciò che siete e sarete, il giorno dopo sapete solo il vostro nome» riesce a dire con un po' di fatica «È un periodo così, ma passerà»
«Su cosa hai dubbi? Non vuoi più studiare lingue?» prova ad analizzarla Camila «Puoi sempre scegliere altro. Se ti impegni, tu puoi eccellere in ogni cosa»
«Non è questo, mamma» alza gli occhi al cielo, facendo un respiro profondo
Entrambe le donne si guardano stranite. Non capiscono cosa le stia succedendo. La figlia inizia a battere freneticamente la gamba a terra, facendo tremando il banco, e chiude gli occhi mentre stringe le mani in due pugni.
«Anaëlle, parla. Perché ti viene così difficile farlo?» sbotta Lauren
«Perché ci sono cose che non voglio dire!» sovrasta la sua voce «Cose che vi ferirebbero e vi ho già fatto tanto male» sussurra le ultime parole «Non sono sicura di voler venire a Parigi, okay? È sempre stato il mio sogno, ma oggi non so più cosa voglio da me e se chiudo gli occhi è tutto nero, non c'è niente»
«È per James? Non è un problema può stare con...»
«No» ringhia «Non so neanche più se sono etero o se mi piacciono le donne, non ci capisco più niente» inizia a sfogarsi e piagnucolare «Ci litigo ogni giorno perché passo più tempo con zia Taylor che con lui e non lo sopporto più. Non sopporto più nessuno, ho bisogno di aria e spazio»
Qualche lacrima le bagna il viso, le asciuga subito e tira su col naso. Ma non si sente meglio, anzi, aver rivelato certe cose ad alta voce ha solo peggiorato la situazione.
«Ho promesso a zia Taylor di dirvi una cosa...» biscica, mentre il pianto ha la meglio «Quel sabato, durante la colazione, quando non ho finito di mangiare, in realtà sono andata a rimettere. Quando sono uscita dal bagno la zia mi ha beccato e mi ha costretta a dirvi questo o l'avrebbe fatto lei. Andava avanti da qualche giorno a causa di qualche commento delle cheerleader, per questo motivo mi alleno con lei spesso, per farmi smettere»

Tolto anche questo peso dallo stomaco, abbassa lo sguardo e si tortura le dita. Si sente osservata e giudicata. Ma che altro si sarebbe dovuta aspettare?
Una etero curiosa, bulimica, che non vuole più andare a Parigi con la famiglia... Avranno molto di cui discutere.
«Mhmh» tossisce Camila «Ancora non si è capito il motivo per cui non vuoi venire a Parigi ma sicuramente sarà un fase, ora hai mille pensieri, sei stressata. Riguardo la tua sessualità potevi parlarcene subito, avremmo affrontato questo argomento insieme e ti avremmo dato preziosi consigli e devi solo provare per capire, questo è certo» annuisce e schiocca la lingua sul palato prima di arrivare al cuore del discorso «Chi sei lo sai solo tu. Nei tuoi sogni, nei tuoi gesti, nelle tue aspirazioni, quella ragazza sei.
Ricordo che un giorno scrivesti una poesia, anni fa, mi è rimasta impressa: una stanza vuota con pareti bianche. Il freddo si accolla e il silenzio racconta» sorridere debolmente «Fai parlare quel silenzio e dipingi quelle pareti»
«Come faccio a narrare se sono piena di domande?» si morde il labbro
Alza lo sguardo verso Lauren e prova a ricordare quei meravigliosi momenti trascorsi in comunità in India. Ma sono spezzati. Perché qualcosa in lei si è spezzato.
«Vuoi sapere chi sei? Sei quella che si stringeva a me durante il tramonto e i suoi occhi bruciavano e lì dentro c'era una fiamma sincera. Qualcosa che ardeva perché in qualcosa e qualcuno credevi. Nonostante il peso sulle spalle, non perdevi la speranza. Non farlo ora, non è quello che insegno a mia figlia»
Le parole dell'altra madre le arrivano dentro l'anima. Sente una calda coperta che si poggia sulle spalle e le dà più forza e sicurezza.
Ma non bastano delle forti parole per ridare colore a quei muri bianchi.
«Andiamo a farci un giro lontane dal centro di New York, così parliamo con più calma di tutto. Anzi andiamo a fare un pic nic, noi tre sole... Quattro» si corregge poggiando una mano sul pancione «E fammi un sorriso, piccola mia» le sfiora la guancia
Anaëlle prende la mano ancora sul suo viso e la bacia, mostrandole negli occhi tutto l'amore che prova.

Brainiac ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora