XIII

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Lauren entra in casa Davis con le chiavi di riserva. Al piano inferiore è tutto buio. Accende una lampada e appoggia borsa e cappotto sull'ampendiabiti all'ingresso.
Sale le scale facendo scricchiolare le assi di legno e si reca subito nella stanza della sua alunna. Quest'ultima è seduta sul davanzale della finestra, con solo una felpa enorme addosso che le arriva alle ginocchia. Sulle gambe tiene un blocknotes e tra le mani una tazza fumante. Il suo sguardo è rivolto alla luna, appena visibile a causa di alcune alcune nuvole passeggere e della pioggiarellina che scende lentamente.
Lauren si siede sul divanetto sotto il davanzale, poggia la mano sulla coscia scoperta di Anaëlle e l'accarezza.
«Laur» sorride debolmente, mostrando gli occhi lucidi
«Dovresti pubblicare le tue poesie» afferma, dando una sbirciatina al quadernino «Hai molto talento»
«Come mia madre» sospira «Non riesco a smettere di leggere le sue poesie, a meno credo siano le sue»
Un po' agitata inizia a battere la mattina sui fogli e stringerla sempre più forte tra le dita.
«Mi ha abbondanata con quel libro e una dedica. E vorrei tanto cercarla ma  ci sono solo delle iniziali che potrebbero anche non essere quelle del suo vero nome e non so neanche se l'autrice sia lei o no. Cioè un valore affettivo deve avere quel libro per lei, sennò perché mi ha lasciata con quello»
«Sono sicura che non ti abbia dimenticata e abbandonata, magari non poteva tenerti con sé. Nessuna madre po...»
«Parliamo della tua?» la zittisce, aggrotando le sopracciglia
«La mia famiglia è un discorso a parte» sibila e chiude gli occhi per qualche secondo «Vieni qui, su»

L'aiuta a scendere prendendola in braccio. Anaëlle mette un braccio attorno al collo e appoggia la testa nell'incavo, perdendosi nel suo profumo. Viene adagiata sul letto e Lauren le stampa un bacio sulla testa.
Quest'ultima si toglie i tacchi, si sdraia accanto a lei e l'alunna con la testa suo petto che le stringe la vita.
«Perche ci sono filtrini ed erba sul comodino?» sospira a denti a stretti «Ancora?»
«Non potevo farne a meno, scusami»
«Dovresti scusarti con te stessa per tutto il male che ti fai» la rimprovera «Cosa pensi di risolvere con il fumo! Colmare il vuoto di tua madre? Risanare tutte le ferite? Quando ti decidi a crescere?»
Anaëlle si allontana da Lauren e si mette seduta. Allunga di più le maniche del felpa e poi inizia a torturarle, provando a scacciare via le lacrime. È stata troppo diretta...
La sua insegnante si mette dietro di lei con le gambe leggermente divaricate e l'abbraccia da dietro, poggiando le labbra sulla sua testa.
«Piccola mia, non volevo ferirti ma ho paura per te, mi preoccupo per te»
La ragazza annuisce, non riesce a parlare. Potrebbe scoppiare a piangere da un momento all'altro.
«Guardami, ehi» sussurra dolcemente
Riesce a incontrare il suo sguardo, dopo un po' di insistenza, e calmarla, sorridendo a tanta dolcezza.

Cullandola, mentre dondolano lentamente, Lauren scorge tra le coperte il libro della madre biologica di Anaëlle e con essa una fotografia, una delle tante che si fecero scattare l'estate precedente.
«Avevi un sorriso» sussurra al suo orecchio, facendosi tornare in mente tanti ricordi «Sono stati due mesi stupendi»
«Vorrei tanto tornare a quei giorni» riesce a dire con un filo di voce «I più belli della mia vita»
«Credo sia stato il destino a farci incontrare lì, mi sento davvero fortunata e sono felice di aver avuto modo di conoscerti meglio, hai un cuore grandisismo e sei la persona più dolce che io conosca» afferma, facendo sorride Anaëlle, la quale le stampa un bacio sulla guancia
«Anche io» confessa «Abbiamo vissuto  e condiviso così tante cose che ora non posso fare a meno di te. Tu significhi molto per me»
«Amore» la stringe ancora di più, ridacchiando
«Sei quella figura materna che non ho mai avuto»
Lauren la tira a sé facendola poggiare nuovamente sul suo petto, accarezzandola delicamente. La sua alunna chiude gli occhi, godendosi quegli attimi, e vede una bambina così fragile e indifesa che ha paura di romperla al tocco.
Passano lunghissimi minuti. La mano della grande accarezza quella della piccola e salendo verso il polso sente qualcosa. Chiude gli occhi e spera con tutta sé stessa che era una impressione. Le alza la manica e riesce a leggere "Baleine", i tagli sono recenti. Quel maledetto insulto che c'era sul suo armadietto.
«Anaëlle» sussurra, sentendo gli occhi pizzicare «Ehi»
Quella piccola ragazzina si è addormentata sui suoi seni. Ha un pugno appoggiato su di essi e l'altro braccio, quello con i tagli, che tiene la vita di Lauren e le loro gambe intrecciate.
«Buonanotte, piccolo raggio di Luna»

Brainiac ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora