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Lauren esce dalla farmacia mettendo in borsa la scatolina dei contraccettivi, raggiungendo Camila dall'altra parte della strada, seduta su una panchina
«Camz andiamo, siamo già in ritardo»
Oggi hanno la visita con il medico che eseguirà l'operazione e devono prendere le misure per la nuova protesi. L'ospedale non è molto lontano ma, comunque, Camila non può correre più di tanto e ci metteranno un po'.
«Tutto bene, amore? Sei così silenziosa»
«Sisi» annuisce, prendendo la mano della fidanzata «Stavo pensando ad Anaëlle, sono un po' preoccupata»
«A dire la verità anche io, Lolo. Mi chiedo cosa le sia successo, era così strana»
«Le stava vendendo un attacco di panico quando era con noi e non ha voluto farsi toccare da me... Secondo te stiamo sbagliando come madri?» si ferma, cercando delle risposte «Da quando è andata via che mi faccio questa domanda. Okay, sì, direi che siamo state abbastanza dure con lei, poi siamo finite nel totale imbarazzo, ma non capisco il perché della sua reazione. Sta male e non ci siamo accorte di nulla?»
«Lolo, no, non pensare che sia colpa nostra e che siamo state troppo dure. Quanti schiaffi ti ha dato Clara? Quanti me ne ha dati mia madre? Quanto ci hanno fatto penare? Noi la trattiamo con i guanti bianchi a nostra figlia, sappiamo cosa vuol dire soffrire a causa dei genitori, e cerchiamo di farle capire cosa è giusto e cosa no. L'aiutiamo a crescere con sani principi, se poi é lei che non li coglie, se poi è lei che non si vuole aprire con noi e dirci cosa non va, è un altro conto. Ho notato anche io oggi che non stava bene, basta guardare come le tremavano le mani, ma non possiamo forzarla, amore, dovrà essere lei a parlare con noi»

Camila bacia la mano di Lauren che tiene nella sua e le accarezza la guancia, notando sul suo volto un velo di tristezza.
«Siamo a Parigi, non essere triste anche qui, nel nostro posto preferito. Lo so, hai tante domande...»
«Voglio solo capire cosa succede» taglia corto «Perché ci ha detto quelle cose, perché aveva le vertigini, perché quell'attacco di panico. E se fosse qualcosa di grave che non riesce a dirci e va sulla difensiva attaccandoci? Se cerca di provocarci per nascondere qualcosa su cui è sicura che ci arrabbieremmo?»
«O semplicemente ha paura di ciò che sta accadendo e dei cambiamenti, ci hai pensato invece di fare la drastica? Il nostro bambino, lei e James, il diploma tra due mesi. Ho sentito dire che vuole tornare nella squadra delle cheerleader prima di finire la scuola... Tranquilla, Lolo, okay? Devi solo stare tranquilla» prova a convincerla «Ora andiamo che è davvero tardi»

****

In tarda serata, quando tutti gli alunni vanno in discoteca, James compreso, Anaëlle, rimasta in albergo, sente il bisogno di andare da Lauren e Camila. Non si sente bene, ha saltato la cena e ha davvero bisogno di un abbraccio materno e stare con loro.
Bussa alla porta, giocando nervosamente con le maniche del pigiama, e aspetta che una delle due risponda o le vada ad aprire.
«Chi è?»
«Anaëlle» risponde con un filo di voce
«È aperto»
Gira la maniglia e apre la porta, trovando le sue madri già sotto le coperte, una abbracciata all'altra. Chiude la porta a chiave come richiesto e insicura si avvicina al letto.
«Mi domandavo se potessi dormire con voi»
«Ma certo!» sorride debolmente Lauren
Quest'ultima si alza e invita la figlia ed entrare, mettendola nel mezzo.
Anaëlle fissa il soffitto, la situazione è abbastanza strana, come il silenzio che si è creato.
«Credevamo fossi con gli altri in discoteca» rompe il ghiaccio Camila
Sforza un sorriso e nega con la testa, senza distogliere lo sguardo da quel punto indefinito.
«E James?» continua stranita «Ti ha lasciata sola?»
«Con gli altri»
«Mhh, cosa succede, piccola?»
«Niente. Ho... Ho solo bisogno di stare con voi» sospira «Va tutto bene» ripete, facendo capire che non è così
«L'hai presa la pillola?» cambia discorso Lauren
La ragazza annuisce facendo stare più tranquille le madri su questo argomento.

Passano i minuti e lei non apre bocca. Evita ogni contatto con loro. Se una delle due prova a toccarla, lei si allontana o si muove bruscamente.
«Anaëlle, per favore, vuoi dirci cosa ti prende? Sei qui da dieci minuti, non apri bocca, non ti fai toccare. Cosa è successo?»
Si alza di scatto con la schiena, mettendosi seduta sul letto, e il petto si alza e si abbassa velocemente. Si contorce le dita, le muove freneticamente. Camila prova ad avvicinarsi ma le vertigini, le scosse che sente, hanno la meglio e si accascia leggermente, prendendole la mano.
«Piccola» la schiaffeggia Lauren «Amore, ehi»
Camila prende subito dell'acqua e le bagna il viso, Anaëlle riprende conoscenza e nel vedere gli occhi delle sue madri, così preoccupate, le viene una fitta al petto. Scoppia a piangere senza rendersene conto e poco dopo si ritrova tra le braccia di Lauren.
«Ma-mamma» singhiozza «A-aiuto»
Sia lei che Camila si guardano meravigliate e spaventate. Non solo perché ha detto "mamma" per la prima volta, ma perché ha chiesto aiuto ed è così terrorizzata da qualcosa che le ha fatto venire un altro attacco di panico, fino a farle perdere i sensi.
«Ho paura» biascica sul petto di Lauren
«Tesoro, di cosa, cosa ti spaventa?»
Camila le accarezza la testa e la tira a sé, stringendola anche lei sul suo petto.
«Di cosa hai paura?» insiste
«Sono terrorizzata...» deglutisce rumorosamente «Da me stessa»

Brainiac ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora