XLIII

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Secondo giorno dal rientro di Anaëlle. Questa volta ha le ultime due ore di lezione con Camila. Mentre lei spiega, non mancano le battutine e i bisbigli su Anaëlle, soprattutto da parte di Kevin che la prende pesantemente in giro. La Cabello, stanca di sentire quelle cose e di essere disturbata durante la lezione, si fionda davanti al banco di questo qui per prenderee difese della figlia.
«Hai problemi?»
«No prof» si da delle arie
«A me non sembra» controbatte «Hai un deficit di attenzione, Il cervello sottosviluppato, sei troppo ritardato per imparare a stare attento, seduto composto e ascoltare» ringhia, facendo ridere gli alunni «Un'altra parola su Anaëlle e credimi...» punta il dito contro
«Ma prof, si scherza» la interrompe, facendola arrabbiare ancora di più
«Si scherza?» interviene James «Tu scherzi su una cosa così grave? Perché non dici a tutti che l'hai abbandonata quella notte quando rischiava di morire! Perché non dici a tutti che hai provato a violentarla!» continua furibondo «Ah, giusto, è lei quella che deve passare per pazza e poco di buono, vero? Mi fate schifo tutti quanti! Tutti sareste potuti essere lei, invece la schernite in continuazione. Ma vi fate un esame di coscienza? Con quale coraggio vi fate chiamare persone, quando in realtà siete solo delle fecce!»
Ogni presente, compresa Camila, lo guarda scioccato. Chi mai avrebbe pensato che James Harris avrebbe preso le difesa di una ragazza che ha sempre bullizzato da qualche anno a questa parte.

La lezione riprende, nessuno osa fiatare, e Camila può continuare a leggere i passi del libro che stanno studiando. Fa avanti e indietro per l'aula, senza mai staccare gli occhi dalle pagine. James, sperando di non essere beccato, scrive qualcosa su un pezzo di carta e chiama sottovoce Anaëlle, cercando di passarle il bigliettino. Mentre lo allunga, passa Camila che, con un gesto veloce, lo porta alla cattedra, si appoggia ad essa e, finito il brano, apre il foglio e dà uno sguardo veloce.

"Principessa, mi aspetti all'uscita, ho una sorpresa per lei"

Lancia un'occhiata furtiva ai due ragazzi e li guarda sospettosa.
«Con tutto il rispetto, professoressa» interviene sua figlia «Non credo sia opportuno leggerlo, non sono cose che le riguardano»
«Ed io non credo sia opportuno alzare i toni con me, sono tua docente» marca bene la parola, stringendo il labbro «Davis, a fine lezione rimani qui»

****

Alla fine delle due ore, Anaëlle si trova da sola in classe con Camila. Non si è neanche disturbata di riporre il materiale scolastico nello zaino o avvicinarsi, lascia che sia la docente a farlo, sedendosi di fronte a lei.
«Non ti permettere mai più di fare l'irriverente, a maggior ragione perché sono tua madre, intese?»
«Non avevi il diritto di leggere il foglio, esiste qualcosa chiamata privacy, sai?» risponde irritata «Potresti essere meno severa e più docile con noi alunni?»
«Mi stai per caso dicendo come fare il mio lavoro» ride amaramente
«Sì» afferma secca «Non ti puoi comportare come quando sono a casa con te e mi coccoli?»
«Ci sono luoghi e luoghi. Qui sei Anaëlle Davis, una mia alunna, altrove sei mia figlia e mi comporto come giusto che sia» la zittisce «James ha scritto di aspettarlo all'uscita, ha una sorpresa per te»
«Non erano affari tuoi» ribatte con lo stesso tono
«Ti ha difesa, mi ha sorpresa molto» cambia discorso «Tra voi c'è...»
«No, oddio, no» la interrompe subito «Io e James, non potrei neanche immaginarlo»
«Non ha mai staccato gli occhi da te per tutta la lezione» accena un piccolo sorriso «Magari è innamorato di te»
«Lo era anni fa» ammette «Ma l'ho rifiutato e non sono cose che ti riguardano» taglia corto
«Sono tua madre, è mio dovere sapere queste cose e metterti in imbarazzo» la guarda maliziosa
Allunga uno sguardo verso la porta, assicurandosi che non ci sia nessuno, e afferra la mano di Anaëlle, accarezzandola.
«Mi dispiace, okay? La prossima volta sarò più permissiva, ma solo con te»
«La ringrazio prof» cantilena annoiata «Come stai? Come sta Lauren?» cambia discorso «Mi mancate, vorrei passare del tempo con voi. Ci siamo viste ieri, ma il sol pensiero di dovervi stare lontane mi distrugge»
«Di certo non stiamo bene» sospira «Lolo ha passato la notte a piangere e non riuscivo a calmarla in nessun modo. Ha tanto bisogno di te, abbiamo bisogno di te e sarà davvero dura»
«Vorrei tanto chiamarla ma con il fatto che controllano i telefoni» annuisce «Con te è diverso, sei più forte, ma con lei... Potrei scoppiare a piangere se la vedessi e domani non voglio affrontare la lezione con lei»
«So tenere a bada le mie emozioni e, poi, vederti qui mi fa stare tranquilla. Sei puntale, stai studiando, ti stai riprendendo. Lei è fragile, molto, nonostante sembra quella più dura, quella che si fa sempre avanti e interviene. Anche io ho i miei momenti e non ti nego di aver pianto per te, perché sento la tua mancanza e vorrei averti vicina, ma ha bisogno di qualcuno di forte al suo fianco, una spalla ed io devo essere la sua roccia, non posso frantumarmi»
Rimangono in silenzio e si guardano negli occhi, specchiandosi in essi. Sono davvero simili Camila e Anaëlle. Se uno prestasse molta attenzione, noterebbe che hanno dei tratti che le rendono due gocce d'acqua.
La madre molla la presa dalla mano e, delicatamente, le alza le maniche della giacca. Sorride nel vedere che è pulita, che non si è fatta ancora del male.
«Sto cercando di smettere e di sfogarmi scrivendo o tenendo sempre il cervello occupato»
«Sono così fiera di te, bambina mia»

Brainiac ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora