LXVIII

1K 75 3
                                    

James per tutta la mattinata prova a mettersi in contatto con Anaëlle, chiamandola diverse volte e lasciandole molti messaggi, ma lei continua ad avere il telefono staccato e ciò lo fa preoccupare sempre più.
Durante la pausa pranzo, mentre si incammina per andare a mensa, incontra Lauren e Camila che stanno uscendo da scuola. Per tutto il giorno ha avuto il pensiero di parlare con la Cabello dopo la lezione, quella che avrà dopo la pausa, ma ora che becca entrambe le madri insieme coglie la palla al balzo. Corre fin fuori il cancello, prima che possano attraversare, spingendo tutti e affannato le chiama a gran voce.
«James» lo squadra Lauren «Respira»
«Scusatemi il disturbo ma è davvero importante» cerca di riprendere fiato «Ieri sera ho litigato con Anaëlle, ha passato tutta la notte a piangere e questa mattina non è venuta a scuola. L'ho chiamata diverse volte ma il telefono è staccato e sono davvero preoccupato» dice tutto d'un fiato
La più grande emette un sospiro e chiude gli occhi, pregando mentalmente che non abbia fatto qualche cretinata.
«Qualsiasi cosa sia successa tra voi due non importa, ma se hai spezzato il cuore alla mia bambina...»
Camila lascia la frase in sospeso e guarda il ragazzo negli occhi, senza battere ciglio e alla fine lui lo abbassa, confermandole ciò. James non dice nulla, fa un cenno di capo e torna dentro, lasciando le due professoresse andare.

Attraversano la straca e salgono in macchina, ma invece di andare a pranzare in una tavola calda, tornano a casa, sperando di trovare Anaëlle lì e sperando che non si sia cacciata nei guai.
«Sono preoccupata, Lolo» ammette mentre fa manovra per uscire dal parcheggio «Non ci siamo neanche accorte che non fosse a scuola»
«Io non avevo lezione con lei e tu hai lezione con il suo corso la prossima ora, cosa potevamo saperne» risponde a tono «Comunque» prova a calmarsi «Mi fido di nostra figlia e probabilmente sarà a casa o con Tay. Ha paura di fare cavolate e deluderci, non penso abbia avuto il coraggio di farsi del male, quindi stai tranquilla»
Poggia la mano su quella della fidanzata posata sul cambio e prova a tranquillizzarla, ma lei guarda altrove aspettando che scatta il verde del semaforo.
«Da quando ci ha rivelato quelle cose, il giorno al parco, ho incubi la notte. Ho paura di perderla e ieri aveva bisogno di noi e non c'eravamo... Lolo, ha ragione la piccola, non si può stare più così. Lei ha bisogno di noi, tanto quanto noi abbiamo bisogno di lei»
Spegne il motore della macchina, la lascia sul vialetto, ed entrambe con passo accelerato entrano in casa.
«Camz, calmati» le asciuga una lacrima, prima di salire le scale «Va tutto bene, okay, credimi»

Gli scalini scricchiolano ad ogni passo, aumentando la tensione delle due. Arrivate al piano, si dirigono nella stanza di Anaëlle e, vedendola distesa sul letto, si tranquillizzano.
Si mettono a sedere sui pizzi opposti del letto e scovano tra le braccia della ragazza una cornice che stringe forte al petto. Delicatamente viene sfilata da Lauren, la quale non riesce a trattenere un sorriso malinconico nel vedere quella foto e quel bellissimo sorriso della sua bambina. Le accarezza la testa, un po' stupita per i capelli rasati, e la chiama sussurrando, provando a svegliarla.
Apre lentamente gli occhi, fa fatica a mettere a fuoco il viso delle madri, e alla loro vista, si gira sottosopra, tirando su le coperte.
«Come stai»
«Andate via» brontola, ignorando la domanda di Camila
«Non andremo via, non ti lasceremo in questo stato» intima
Le prende la mano con le nocche spaccate e passa le dita sui lividi violacei. Anaëlle la ritrae e la nasconde, sentendo una fitta al centro dello stomaco. Non vuole la compassione di nessuno, vuole solo stare sola e continuare a dormire.
«James era preoccupato. Ci ha detto che avete litigato, ha provato a chiamarti e...»
«Che vada a farsi fottere» la interrompe, ringhiando con la testa sul cuscino
«Parla con noi, amore»
«Andate via!» ripete nuovamente alzando la voce «Voglio stare sola»
A Lauren non interessa, così si toglie le scarpe e si sdraia di lato, mettendo un braccio intorno al corpo di Anaëlle. Le bacia la testa e rimane in silenzio, aspettando che smetta di tremare. E lo stesso fa Camila facendole capire, che per quanto voglia stare sola, ha bisogno di entrambe in questo momento.
«Ieri pomeriggio ho inviato una email agli assistenti sociali e mi hanno richiamata questa mattina. Ho parlato con loro in modo abbastanza generale di ciò che sta succedendo e come la stiamo vivendo questa situazione e hanno detto che ci concedono una settimana per stare insieme, quindi non dovrai stare nella casa famiglia, starai con noi, amore»
La ragazza, incredula, alza la testa dal cuscino, si volta verso occhi verdi e si butta addosso a lei, abbracciandola.
Per poco non scoppia a piangere e con lei anche Camila, contenta per questa notizia. Così avrà modo di stare più tranquilla la notte e potrà starle più vicino, soprattutto ora.
«Grazie» le trema la voce «Grazie» ripete ancora
«Non è molto ma è già qualcosa» sorride leggermente
Lo sguardo di Lauren passa dal viso della figlia all'orologio sulla parete, è davvero tardi e devono tornare a scuola.
«Camz, dobbiamo tornare»
Prima di andare via, Camila bacia Anaëlle, ma si sofferma un po' di più sulla fronte con sguardo accigliata.
«Bruci, piccola» poggia la mano «Molto» aggiunge un po' preoccupata «Io rimango qui, Lolo» prende una decisione
«Mamma, vai» la tranquillizza «Sarà un po' di febbre e più tardi torna zia Tay. Davvero, andate» le guarda negli occhi
Entrambe annuiscono e iniziano a sistemarsi, riemettendo le scarpe e prendendo le borse.
«Per qualsiasi cosa chiama, amore. Tra un paio d'ore torniamo»

****

Qualche ora più tardi, prima dell'arrivo di Taylor, Anaëlle è seduta dietro la scrivania a fare i compiti, ripetendo ad alta voce, ma si vede che non sta tanto bene, la stanchezza inizia a farsi sentire e non riesce neanche a concentrarsi. Da un lato pensa a ieri, dall'altro alla bella notizia che le ha dato Lauren. Finalmente potrà stare una settimana intera con loro senza preoccuparsi di essere scoperta.
Finita una materia, inizia a scrivere al computer il compito di letteratura che deve consegnare tra pochi giorni. Batte velocemente le dita sulla tastiera e scrive il suo nome, ma viene interrotta da sua zia che la coglie di sorpresa di spalle.
«Ti odio» ringhia
«Ehi» ridacchia, mettendole le braccia intorno al corpo «Come stai? Le mamme mi hanno detto cosa è successo»
«Bene» risponde fredda
«A giudicare dalla mano non direi, dobbiamo medicarla»
«La mia mano sta bene così» inizia ad alterarsi
È così furiosa perché in parte attribuisce a lei la colpa di ciò che è successo ieri. Se non fosse stata distratta dalla sua figura, lei non avrebbe messo da parte James e lui non l'avrebbe tradita ed ora è furiosa con sé stessa, sua zia, James, quella tizia che si è portata a letto. Vorrebbe urlare per quanto è arrabbiata.
«Parliamo un po' così ti foghi, ne hai bisogno. Oppure andiamo in salotto e ci guardiamo un film, ti distrai e...»
«Oppure mi lasciate in pace» si volta bruscamente «Io sto bene, non voglio parlare con nessuno e mi dovete lasciate in pace! Ora se non ti dispiace ho una relazione da consegnare»
Taylor non si scompone e rispetta la scelta dalla nipote, così fa due passi indietro senza interferire ulteriormente.
«Come vuoi» annuisce «Sappi che se hai bisogno ci sono»
Rigida come sempre, volta le spalle e si avvia verso l'uscita, ma si ferma un attimo sulla soglia e le rivolge altre due parole.
«È comunque il tuo cognome sui documenti è Davis, non Jauregui Cabello... Dovresti correggere»
Anaëlle guarda lo schermo del computer e forza un sorriso nel leggere ciò che ha scritto. L'ha fatto fatto senza pensare. Anaëlle Jauregui Cabello, come suona bene nella sua testa.

Brainiac ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora