Dritto al cuore

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Mi aggiravo senza farmi notare troppo in quella enorme casa piena di gente. Ashlee era andata a salutare delle sue amiche e mi aveva lasciata da sola.
Cercavo di farmi notare il meno possibile anche se quei milioni di sguardi erano su di me, e bisbigliavano ogni volta che incrociavano il mio.
D'un tratto mi sentii spingere contro una poeta ed entrai in una stanza. Melanie.

«Che ci fai qui, freak? Non mi pare di aver dimenticato di invitarti», molto gentile, come sempre. Dietro di lei c'erano anche le sue amiche, compresa Stacy e.. Ryan, che se ne stava lì senza dire nulla.

«Sono qui con Ashlee, mi ha detto che non ci sarebbero stati problemi che era una festa aperta a tutti..».

«Oh certo, le mie feste di chiamano "esclusive" perché sono aperte a tutti», ironizzò, aveva anche del senso dell'umorismo, l'avevo sottovalutata.

«Dai Mel.. lasciala in pace. È solo un festa non ce bisogno di farne una tragedia», si intromise Ryan che subito fu fulminato da tutte le ragazze presenti eccetto me.

«No ma dico, ci sei?! Non capisci la gravità della cosa?», aggiunse poi Stacy con la sua vocina squillante, «se inizia a venire uno di loro, poi si imbucheranno tutti gli emarginati della scuola e ci sarà una epidemia! Io non voglio essere contagiata dalla loro bruttezza, okay?!», disse quasi in una crisi di panico, iniziò a fare dei respiri profondi facendosi calmare dalle sue amiche mentre io e Ryan avevamo lo stesso sguardo spaesato. Cosa aveva appena detto? Non voleva beccarsi l'epidemia della bruttezza? Ripensandoci mi venne da ridere.

«Trovi divertente la crisi di panico della mia amica? Pensa quanto sarà divertente quando tutti saranno il tuo segreto..», disse l'ultima frase a bassa voce vicino al mio orecchio, il sorriso mi scomparve immediatamente e guardai Ryan. Non so perché avessi così paura che lui lo scoprisse. Forse perché pensavo che da quel momento in poi mi avrebbe guardato con occhi diversi, si sarebbe allontanato sempre di più fino a sparire, ed io non volevo, era l'unico ragazzo con cui ero riuscita a parlare da parecchio tempo e non volevo distruggere i miei progressi.
"Salvami", mimai con le labbra rivolta a lui. Non sapendo che fare, si guardò intorno e vide il bottone antincendio alla sua sinistra. Non riuscii a dirgli di non farlo che una pioggia fredda scatto sopra di noi, inzuppandoci, seguita dall'allarme antincendio. Inutile dire che le oche uscirono starnazzando in giardino come tutti gli invitati.

«Tutto okay?», mi chiese Ryan fermandomi nel tragitto verso il giardino.

«Si, tranquillo», feci un finto sorriso, non era tutto okay ma per il momento potevo dire che poteva succedere di peggio.
Uscii ed incontrai Ashlee.

«Meg! Dov'eri finita? Ti ho cercato ma non ti trovavo da nessuna parte», mi disse avvicinandosi.

«Mi avevano accerchiata ma, con una piccola mano, sono riuscita a cavarmela», dissi guardando verso Ryan, senza neanche farlo apposta proprio in quel momento contraccambiò il mio sguardo e sorrise. Io rimasi imbambolata.

«Ehi. Meg. Pronto? Terra chiama Megan?», guardai altrove facendo finta di niente mentre sentimmo cessare le sirene antincendio. Ci fu un attimo di silenzio, nessuno sapeva che fare, se tornare dentro, andare a casa o se restare fuori in giardino a proseguire la festa, poi Bred si mise in piedi su un tavolino esterno sorretto da i suoi amici. Sapevo che stava per sparare la sua più grande cazzata.

«Tutti in piscina!», ecco appunto. Ci fu uno sguardo reciproco tra tutti i presenti per vedere se qualcuno lo avrebbe fatto davvero, poi si tuffarono praticamente tutti. Odiavo sempre di più le feste, ero fradicia, nella casa della persona che mi odiava di più al mondo, con persone che nemmeno mi conoscevano se non per essere la "strana" della scuola, quella che tutti evitavano.

«Dai andiamo!», mi invitò Ash.

«No, vai pure. Io passo», dissi tranquilla, lei mi fece una linguaccia e si buttò nella mischia iniziando a schizzare quelli di fianco a lei. Era proprio un'anima della festa, tutto il contrario di me. In realtà non era per quello che non volevo tuffarmi, ero già bagnata quindi non avrei avuto problemi, il mio problema erano i tagli sulle gambe. Già, nessuno sapeva di quelli, erano profondi anche se li riuscivo a nascondere bene, i miei genitori lo avevano notato quando ero piccola. Ogni volta che mio.. il fratello di mio padre abusava di me, io mi facevo un taglio sulle cosce. Il dolore mi faceva dimenticare per un attimo l'altro nelle parti intime. Non volevo farli vedere perché avrei dovuto spiegare il motivo e nemmeno Ash sapeva di quei tagli. Erano troppi.

Mi sistemai su una sedia sdraio distante dalla piscina e dal casino, guardai dentro la mia borsa, per fortuna il libro che mi ero portata dietro per precauzione non si era bagnato. Non mi stavo divertendo ma non volevo rovinare la serata anche ad Ashlee, così mi misi a leggere.
Mi ero talmente immedesimata nella protagonista che non mi ero resa conto che nella sdraio alla mia destra si era seduto Ryan.

«Ehi..», iniziò, mi misi seduta composta e lo guardai, come mai era venuto da me al posto che stare con Stacy? Non era la sua grande serata? «mi dispiace per come ti hanno trattato prima, sanno essere delle vere stronze a volte..».

«Ah si? A volte?», ironizzai.

«Beh spesso. Ma non sono sempre così giuro», disse ridendo.

«Se lo dici tu..», calò di nuovo il silenzio tra noi e mi imbarazzava un po', era venuto solo per scusarsi del comportamento di Melanie e Stacy? Allora perché non se ne andava?

«Senti.. io..», cerco di dirmi qualcosa, dal suo sguardo serio sembrava una cosa importante ma fu interrotto.

«Ryan? Cosa ci fai qui?», Stacy subito in agguato, «perché stai parlando con il mostro?», non so se era peggio lei e la sua stupidità malvagia o Melanie che intelligentemente ti ricattava. Okay, forse la seconda ma anche Stacy non era da meno..

«Niente.. le ho solo chiesto se aveva ancora gli appunti di chimica», lo guardai, quelle parole mi trafissero. Mi aveva pugnalata, dritto al cuore. Okay, non c'era nulla tra noi e non sapevo nemmeno perché fossi stata così stupida da pensare che ci potesse mai essere qualcosa.. non voleva far sapere a Stacy che parlava con me? Probabilmente non sapeva nemmeno che ci vedevamo da soli per studiare, forse avrebbe pensato male e Ryan non voleva avere problemi con lei.
Nemmeno io volevo averne. Dovevo finirla di farmi viaggi mentali che non esistevano. Lui non avrebbe mai provato nulla per me ed era giusto così, come poteva un ragazzo di un livello, anzi di molti livelli sopra di me, interessarsi alla freak della scuola?

«Le chiedi degli appunti adesso? Ad una festa?», domando poco convinta dalla risposta di Ryan.

«Già.. non ti preoccupare, me ne stavo andando», dissi alzandomi. Non so perché mi aspettassi che qualcuno mi fermasse, come nei film, quando il ragazzo grida il nome della ragazza che sta uscendo di scena, lei si ferma, lui la raggiunge ed un bacio pieno di passione fa scattare la scintilla fra i due.
Ma chi volevo prendere in giro? Queste scene capitavano solo nei film appunto perché erano surreali, nella vita vera le favole non esistevano..

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora