Cinque minuti in paradiso

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Erano passati quattro giorni dalla "festa pazzesca in piscina" di Melanie. Ne parlavano ancora tutti a scuola mentre io volevo solo dimenticarmene.

«Non mangi nulla?», mi chiese Ash, mentre eravamo in fila per il cibo notando che avevo preso solo una banana.

«Mm-no non tanta. Ho già mangiato un panino prima», non era vero ma non potevo dirle che mi ero messa a dieta, non avrebbe capito, lei mi sosteneva sempre ma a volte non capiva le mie scelte. Per lei era stupido mangiare poco, ovvio, il suo metabolismo era più che attivo, poteva mangiarsi un bisonte ed una balena intera che non ingrassava nemmeno di un millimetro. La invidiavo un po' per questo.
Ci sistemammo nel nostro banco dove fui sorpresa di vedere Stacy. Aggrottai le sopracciglia e mi sedetti lentamente al mio posto.

«Ciao Ashlee», disse con un mega sorriso ignorandomi volontariamente.

«Ciao Stacy..», disse lei guardandomi un po' spaesata.

«Questo pomeriggio ci saranno le selezioni per le cheerleaders e penso che tu saresti la tipo candidata perfetta! La ragazza bionda della squadra si è rotta una gamba, poverina, e quindi dobbiamo rimpiazzarla con un'altra bionda», ah certo, per questo non mi aveva calcolato, ovvio, avevo i capelli neri perciò.. «che ne dici? Ti va di fare un salto? Oggi alle 15:30 in palestra. Non mancare», le fece l'occhiolino e si alzò agitando la sua coda verso di noi e spargendo il suo profumo in tutto il tavolo.

«Cioè, Stacy McDonovan mi ha chiesto se voglio fare la cheerleaders con loro?», chiese retorica Ashlee.

«Già.. assurdo no..?», non riuscii a finire la frase che la vidi saltellare sulla sedia.

«C'è oddio ma ti rendi conto?? Finalmente potrò avere una vera chance!», disse eccitata, la guardai perplessa.

«Da quando vuoi diventare una cheerleader?», non mi aveva mai parlato di questa sua passione segreta, specialmente c'è desiderava così tanto far parte del "team Melanie e Stacy".

«Da sempre! Mia madre era cheerleader, mia nonna era cheerleader, pure la mia bisnonna! Non te l'ho mai detto perché sicuramente mi avresti preso in giro..», io prenderla in giro? Okay sì, probabilmente lo avrei fatto.

«Cosa? No! Non mi permetterei mai», dissi cercando di non ridere.

«Visto? Lo stai già facendo ora, lo sapevo».

«Ma no dai! Okay, ti sosterrò in questa assurda tradizione della tua famiglia.. prometto che non ti prenderò in giro», mi misi una mano sul cuore, lei sorrise e mi abbracciò ma fu più forte di me ridere quando mi costrinse a venirla a vedere dagli spalti della palestra. Ma non ridevo di lei, era anche piuttosto brava e, con il suo passato da ginnasta, sapeva anche fare delle ottime acrobazie, ridevo delle altre povere ragazze che ci stavano provando.. non volevo prenderle in giro, sul serio, ma alcune non avevano il senso del ritmo ed erano un po' ridicole.

«Ti stai divertendo?», sentii una voce di fianco, sobbalzai alla vista di Ryan.

«Non dovresti parlarmi..», dissi tornando a guardare davanti a me, «la tua ragazza potrebbe pensare male..», continuai, lui non disse nulla e lo guardai, era lì a fissarmi.

«Vieni con me», disse, io lo guardai perplessa, era serio in viso ed alzandosi mi aspetto finché non decisi di seguirlo. Stette attento a non farsi vedere da nessuno mentre io invece notai che Ashlee ci stava guardando incredula ed io cercavo di dirle di non fissarci. Andammo sotto gli spalti dove in mezzo c'era una porta, lo sgabuzzino dove il coach ci buttava oggetti da palestra. La aprii e mi fece segno di entrare, titubante lo feci.
Era buio, ma non accede la luce, ne arrivava solo da sue piccole finestrelle vicino al soffitto.
Non parlavo e nemmeno lui, era tutto così surreale, perché mi aveva portato nello sgabuzzino? Oddio. Ma quello era.. "cinque minuti in paradiso", ovvero lo sgabuzzino del sesso. Ma sì certo, ne avevo sentito parlare ma non pensavo esistesse sul serio. Mi guardai intorno e in effetti i tappeti erano disposti in modo da formare un letto, cerca anche un pacchetto o due di preservativi sparsi fra i mobili. Era troppo squallido persino per Ryan.

«Che ci facciamo qui?», chiesi rompendo il silenzio, «cosa vuoi dirmi?», lui sembrava strano, era teso e non ne capivo il motivo ma dopo pochi minuti lo capii. Le sue labbra erano sulle mie. Già, avete capito bene. LE SUE LABBRA ERANO SULLE MIE. Un semplice bacio a stampo, senza lingua anche perché non avrei saputo che fare, ma durò parecchio. Avevo gli occhi spalancati che guardavano i suoi a pochi millimetri dalla mia faccia. Oh mio Dio, era successo davvero? Non me lo stavo immaginando? Magari era tutto un sogno, era frutto della mia immaginazione, mi ero addormentata sugli spalti ed avevo immaginato tutto. Si staccò dalle mie labbra ma sembrava tutto così reale, mi diedi un pizzicotto sul braccio che mi provocò dolore. Non era un sogno gente.

«Non dirlo a nessuno okay?», disse solo questo prima di sparire dietro la porta d'entrata. Io avevo ancora gli occhi spalancati, com'era possibile? Perché io? O ero la ragazza più fortunata della scuola o quella più rincoglionita da non essersi ancora svegliata dal suo sogno.
Il cuore iniziò ad accelerare, le azioni andarono a rilento, respiravo affannosamente, stavo per esplodere. E forse era un bene. Come potevo tornare in palestra come se nulla fosse.? Come potevo guardare Ashlee e dirle che non era successo nulla? Lei ci aveva visto. Potevo semplicemente dirle che mi aveva ancora chiesto scusa per le cose detto alla festa che stava ancora cercando di farsi perdonare. In fondo non mi avrebbe creduto se le avessi detto che mi aveva baciato. Che LUI aveva baciato me, non il contrario.
Stavo sudando freddo, andai verso la porta e misi la mano sulla maniglia, respirai, una, due, tre volte prima di decidermi a girare la maniglia ma essa mi precedette.

«Freak, che ci fai qui al buio? Non ti stavi per caso masturbando? Oh scusa ti abbiamo interrotto?», Melanie insieme alla sue amiche avevano fatto irruzione nello stanzino, «in paradiso ci si va in due, non vale giocare da soli», disse riferendosi al luogo in cui eravamo. Oh.. se solo sapesse.. si mise a ridere con le sue amiche mentre io mi feci spazio fra di loro. Uscii dalla palestra senza nemmeno guardare dove fosse Ash. Andai nel primo bagno delle femmine più vicino e mi nascosi.
Andai davanti ad un lavandino, mi sciacquai la faccia con acqua fredda e mi guardai allo specchio.

«Impossibile..», dissi tra me ancora incredula.

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora