«Cavolo.. la tua prima vera esperienza con un ragazzo è andata malino quindi..», disse Ashlee mentre stavamo camminando nei corridoi, chiusi gli occhi e respirai. Era dalla sera prima che non parlavo con Ryan, lui dopo il mio attacco di panico era praticamente scappato da casa mia, anzi, era stato buttato fuori dai miei genitori ed il mio imbarazzo era cresciuto a dismisura.
«Già.. grazie per il tuo supporto..», le dissi, non mi stava aiutando affatto, avrebbe potuto dirmi che non era andata malissimo, sarebbe potuto succedere di peggio, tipo che durante l'atto sessuale gli sarebbe porto venire un infarto e morire! "Durante l'atto sessuale", oddio non riuscivo nemmeno a pensare di dire quella parola, era troppo imbarazzata.
«Scusami, ma non riesco ad essere obbiettiva e positiva in queste situazioni! Ma ripensandoci avrei voluto esserci per vedere la faccia di tu madre per avervi visto in procinto di.. insomma hai capito», disse quasi scoppiando a ridere ma io la fulminai. Mi passo di fianco un gruppo di ragazzi e uno alzò la mano dandomi il cinque.
«Congratulazioni Teller!», disse, io lo guardai stranita, congratulazioni per cosa? Guardai Ashlee e lei alzò le spalle ancora più confusa di me. Entrammo in classe e ci sedemmo al banco, quel corso non era seguito da Ryan ed io ero sollevata ma comunque c'erano le due ragazze che mi odiavano di più in quel momento, ed il sentimento era reciproco: Melanie e Stacy. Mi sentivo il loro sguardo addosso che mi stava trafiggendo da parte a parte.
Iniziò la lezione ed i miei compagni erano stranamente rumorosi, bisbigliavano tra loro e la mia curiosità non mi faceva seguire la lezione, mi chiedevo di cosa stessero parlando tutti. La professoressa richiamò l'attenzione e per un po' quei bisbigli cessarono ma un commento, a voce un po' più alta, risuonò nelle mie orecchie.
«Finalmente la cicciona è riuscita a portarsi a letto qualcuno..», spalancai gli occhi, come cavolo facevano a sapere che ero andata a letto con Ryan? Chi lo aveva detto? E poi non era nemmeno vero! Ma quello che mi fece più arrabbiare era che Melanie fece questo commento. Mi girai di scatto verso di lei.
«Chi ti ha detto queste cose?», le chiesi mentre tutta la classe si zitti.
«Le voci girano e comunque in quella stanza eravate in due..», Ryan? Perché aveva sparso in giro la voce che eravamo andati a letto insieme? Che bisogno c'era di farlo sapere al mondo intero? Doveva essere una cosa intima e speciale fra di noi non di dominio pubblico, «non sei più vergine, ma quando finirai di essere una sfigata?», mi disse.
«Ragazze..!», cercò di fermarci la professoressa battendo la mano sulla cattedra ma questo non mi fermò.
«E tu quando finirai di essere una stronza?», le dissi e tutta la classe si meravigliò della mia risposta compresa Ashlee. Stacy fece finta di essere scioccata mettendosi una mano davanti alla bocca mentre sul viso di Melanie apparve un sorrisetto compiaciuto.
«Signorina Teller! Vada immediatamente dal preside!», mi grido la professoressa. Cavolo.. perché dovevo essere sempre io a finire dal preside? E perché ogni volta c'entravano loro due?
«Prof ma io..», tentai ma lei non mi fece finire.
«Esca subito!», mi alzai, incazzata, ed uscii dall'aula dirigendomi dal preside, sbattendo anche la porta. Non potevo crederci che stavo andando ancora dal preside e non per colpa mia, erano già due volte nell'arco di un anno quando io non ci ero mai andata in tutta una vita, dovevo rovinarmi proprio l'ultimo..
«È inaccettabile il suo comportamento!», disse il preside quando entrai nel suo ufficio, mi sedetti di fronte a lui mentre mi guardava furibondo, «si rende conto di qualche scuola sta frequentando? Non siamo alle scuole pubbliche o in quelle progressiste dov'è gli insegnanti vengono chiamati per nome. Siamo nella migliore scuola privata di Chicago, l'eccellenza, qui forniamo ragazzi pronti per i migliori college dello stato. Non è accettabile quel tipo di linguaggio in questo istituto», io stavo a testa bassa fingendomi pentita quando l'unico sentimento che ribolliva dentro di me era la rabbia verso Melanie. La sua ramanzina durò per altri venti munti con anche la minaccia di una chiamata hai miei genitori, «non chiamerò i suoi genitori.. ma starà in punizione per una settimana. Dovrai riflettere sul linguaggio che ha usato e dovrà poi chiedere scusa con una lettera alla signorina Wallet per il suo comportamento», io spalancai gli occhi.
«Come? Ma è stata lei a..», mi bloccò subito.
«Non voglio discussioni. A meno che non vuole che chiamo i suoi..», mi zittii, queste minacce mi avevano sempre infastidito, non voleva il bullismo ed il linguaggio scurrile quando era il primo ad usufruire del suo potere sugli studenti.
Me ne andai ancora più arrabbiata di quando fui entrata, non capivo perché dovevo essere io a scusarmi? In fondo lei mi aveva chiamato "sfigata" davanti a tutti ma comunque lei non era finita dal preside, "sfigata" è un compimento migliore di "stronza"?
Andai verso l'aula dove la lezione ormai era finita, presi i libri ed andai verso il mio armadietto a sistemarli dove ritrovai Ashlee ad aspettarmi.«Allora? Che ti ha detto?», mi chiese ansiosa.
«Sono in punizione. Per due settimane "per riflettere sul mio comportamento" e come se non bastasse in queste ore di riflessione devo anche scrivere una lettera di scuse per Melanie. Ti rendi conto? Io dovrei scusarmi con lei quando è lei che continua a prendermi in giro ogni giorno..», dissi imitando la sua voce, scossi la testa, non potevo credere di essermi abbassata ai livelli di Melanie, mi aveva provocato ed io c'ero cascata come una pera cotta. E parlando del diavolo.. mi passo di fianco, notando la mia presenza si girò verso di me e mi salutò con una mano sorridendo per prendermi in giro. Il sangue mi stava scorrendo sempre più veloce nelle vene fino ad arrivare al cervello che sentivo quasi scoppiarmi.
«Questa è guerra!», esclamai chiudendo l'armadietto prepotentemente facendo sobbalzare Ashlee, «ma prima..», notai da lontano Ryan che stava parlando con i suoi amici, «devo parlare con Ryan», iniziai a camminare decisa verso di lui mentre Ashlee mi urlò un "buona fortuna" che rimbombò nel corridoio. Avrebbe dovuto augurarla a lui..
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...