Ero in silenzio mentre lui stava scrivendo sul quaderno. Non avevamo mai parlato di quel bacio ed io stavo iniziando a pensare che me lo fossi sul serio immaginato. Lo guardavo di sfuggita ma non avevo il coraggio di sostenere un suo sguardo, e nemmeno lui sembrava interessato a farlo.
«Mi spieghi questo passaggio?», mi chiese.
«Si, certamente..», mi avvicinai a lui per guardare di cosa stesse parlando, iniziai a spiegarglielo indicando i punti più critici da superare, non mi ero resa conto di quanto fossi vicina a lui, lo notai solamente quando lui resto fisso con lo sguardo sulle mie labbra. Voleva baciarmi di nuovo?
Mi spostai più indietro tornando seduta composta chiedendogli se aveva capito.«L'ho sempre detto di avere un'ottima insegnante..», lo guardai, non stava scherzando, il suo tono di voce era profondo, quasi provocante, ero in estasi. Lo fissavo, fissavo le sue labbra. Ma che stavo facendo? Era fidanzato con Stacy e si faceva la sua migliore amica Melanie la quale mi stava ricattando per non farmi dire della loro relazione. Suonò la campanella, la mia salvezza nei momenti più imbarazzanti, «devo andare agli allenamenti», disse mentre iniziò a prendere le sue cose dal banco, «bella lezione», mi fece l'occhiolino, non capivo se erano semplici frase per lui o se sotto nascondevamo qualche messaggio in codice che io non riuscivo a decifrare. Feci di sì con la testa, una stupida imbambolata che non riusciva nemmeno a guardarlo dall'imbarazzo. Mi stava incasinando sempre di più le idee..
Uscì dall'aula e, poco dopo, raggiunsi Ashlee, era ora di pranzo e lei aveva deciso di fare un picnic in cortile visto che sarebbero stati gli ultimi giorni caldi.
Quando uscii però notai che praticamente quasi tutta la scuola aveva avuto questa brillante idea, lei però si era messa sotto l'ombra di un albero, amava il sole ma avendo la pelle molto chiara si sarebbe bruciata all'istante.«Ehi! Sono qui!», disse emozionata, non capivo come riusciva ad essere così allegra ogni giorno della sua vita, o almeno quando era in compagnia. La raggiunsi e mi sedetti di fianco a lei, «ho preso i posti migliori..», mi informò.
«Migliori per cosa?», domandai curiosa, «se è un altro flashmob io me ne vado..».
«No, niente del genere, dovrebbero iniziare tra poco. Vedrai!», disse mettendosi a ridere, sapevo già che me ne sarai pentita, «tieni, ti ho fatto preparare il pranzo», disse dandomi un contenitore di plastica con del cibo al suo interno, «riso thai con gamberi, carote, cipolla e zucchine, oggi Ginger si è superata», mi informò mentre diede una forchettata dal suo, Ginger era la sua balia, i suoi genitori viaggiavano quasi sempre per lavoro, quindi l'avevano affidata ad una balia.
«No.. grazie.. non ho fame», dissi poggiando il contenitore sul panni stesi sotto di noi, anche se la pancia mi stava brontolando sentendo l'odore che fuoriusciva dal contenitore di Ashlee. Lei mi guardò e smise di mangiare.
«Meg, mi sono accorta che non mangi da un po' di giorni.. non sono stupida», la guardai, ovvio che se n'era accorta.. come avevo potuto pensare che avesse due prosciutti davanti agli occhi per tutto il tempo, lei è troppo intelligente anche se non lo da molto a vedere.
«Okay.. dammi qua», stavo morendo di fame, assalii quel contenitore come se fosse l'ultimo nel mondo, il riso che faceva la signora Ginger era sempre buonissimo, non potevo resistergli.
«Uh-uh! Sta per iniziare!», disse indicando di fronte a noi, alzai lo sguardo ed era l'ultima cosa che avrei voluto ci fosse in quel momento. Non mi ero accorta fino ad allora che eravamo posizionate appena poco più in fuori del campo da football. Davanti a noi c'era solo la ringhiera che ci separava da esso.
Iniziarono ad uscire i giocatori dagli spogliatoi ed un orda di ragazzine impazzite iniziarono a starnazzare.
Poi uscii anche lui.. me lo aveva detto ed io, troppo concentrata sul cibo non mi ero accorta che eravamo ai suoi allenamenti. Non potevo crederci.. senza maglietta, come quasi tutti ma lui devo dire che stava particolarmente bene, poi d'un tratto il suo sguardo intrecciò il mio e la sua mano si alzò, agitandosi. Cosa? Mi stava salutando? Stava salutando me?? In mezzo a tutta quella folla ero io la prescelta destinata ad avere un infarto quel giorno stesso?
Sorrisi e feci un cenno con la mano ma mi resi conto solo dopo aver aperto la bocca che avevo ancora tutto il riso con gamberetti dentro ad essa. Dio che vergogna. Rinchiusi subito le labbra ma lui ormai lo aveva visto, il mio modo di divorare il cibo, ed io volevo sprofondare. Si mise a ridere e continuò a correre andando verso il coach.
Notai solo dopo che tutti gli sguardi delle ragazze presenti in giardino erano girati verso di me. Mi guardai intorno, okay, ora volevo sprofondare e riapparire in un altro luogo a chilometri di distanza da lì.«Melanie e il suo gruppetto sono qui in giro?», chiesi a bassa voce ad Ash avendo paura di girarmi, lei si guardò un po' intorno.
«No.. non c'è nessuna di loro», mi informò, feci un respiro di sollievo, «ma non pensare che questa notizia non arrivi alle loro orecchie, saranno le prime a saperlo, se non lo sanno già..», la guardai male.
«Grazie. Molto incoraggiante. Dov'è il tuo lato positivo che trova sempre il bello delle cose? Perché con me non funziona?», le chiesi ironica.
«Perché con te dico sempre e solo la verità», disse seriamente, la abbracciai, effettivamente se avesse iniziato ed essere super positiva con me, avrei capito che in realtà non mi stava dicendo tutto, «e comunque cos'era quello?», mi chiese ancora un po' sconvolta, «non avevi detto che in pubblico non ti cagava di striscio?».
«Già.. fino ad adesso..», non le avevo detto che il giorno prima mi aveva baciato. Mi vergognavo ed ero convinta che non mi avrebbe creduto ma ora.. ora mi aveva addirittura salutato davanti agli occhi di almeno trenta testimoni.
«E come mai? Pensavo che non ti salutasse per Stacy. Oggi cos'è cambiato? Solo perché non c'è lei, in un raptus, ti ha salutata? Non lo sa che comunque questa voce le arriverà lo stesso in qualche modo?», stavano partendo le sue mille domande che mi mettevano ancora più in agitazione.
«Ieri-nello-sgabuzzino-della-palestra-mi-ha-baciato», dissi tutto d'un fiato. Lei rimase in silenzio a fissarmi con la bocca aperta.
«Lui cosa??!», quasi urlò.
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Fidati di me, mi disse (completa)
Roman d'amour"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...