Era il settimo giorno di punizione ed io mi ero molto stufata. Non avevo scritto niente ed era sempre più snervante, come potevo chiedere scusa ad una vipera del genere? Ashlee mi aveva consigliato di scrivere false scuse solo per far contento il preside ma nemmeno quelle riuscivo a scrive. L'unica cosa a cui pensavo in quel momento era Ryan. Quel giorno non era venuto a scuola.. l'avevo ferito e questo mi dispiaceva, lui era stato così carino con me.. anche se poi mi aveva sputtanato con i suoi amici. Carino un cazzo.
Mi guardai intorno, Trevor stava guardando fuori dalla finestra ascoltando musica dall'Ipod, Fred stava dormendo mentre Waite disegnava sul banco annoiato. Rose era seduta nel banco di fronte al mio, non vedevo che stesse facendo ma sicuramente non si stava divertendo nemmeno lei. Dopo pochi minuti si girò verso di me e guardò il foglio che continuava a rimanere bianco.
«Dovresti partire con un "Melanie, sono profondamente dispiaciuta per quello che è accaduto. Non volevo dire che sei una stronza anche se è la verità.."», ci guardammo per un attimo in silenzio poi si mise a ridere ed anche io. Il prof ci disse di smetterla e così facemmo ma poi lei si sedette di fianco a me, «sul serio, parti così. Evitando la parte della stronza..», in effetti come inizio non era male anche se nemmeno una parola era vera. Iniziai a scrivere e lei mi aiutò, aveva ragione Fred, bisognava soltanto conoscerla per oltrepassare quella barriera da dura.
Passarono due ore e finalmente era finita la settimana di punizione, ero finalmente libera. Mi sentivo come liberata di un peso enorme e in più ero riuscita a scrivere la lettera grazie all'aiuto di Rose.
«Andiamo a festeggiare!», dissi con forse troppo entusiasmo, tutti si girarono a guardarmi, «offro io», aggiunsi, un sorriso apparve sulla faccia dei gemelli.
«Certamente che stiamo aspettando!», dissero abbracciandomi. Porsi la mano a Rose che ci pensò un attimo prima di stringerla e sorridermi. Poi guardai Trevor, stava fumando una sigaretta in disparte come se facesse finta di non aver sentito.
«Andiamo bad boy, non farti pregare», gli disse Waite stuzzicandolo, si mise a ridere e lo spinse via.
«Dove vorresti andare, principessa?», si rivolse a me Trevor. Io lo guardai stranita, "principessa"? Nessuno mi aveva mai chiamato così.. mi ritrovai a sorridere ed arrossire ma appena guardai verso di lui smisi ed iniziai a camminare. Vidi con la coda dell'occhio che sorrise e mi seguì, dando l'ultimo tira per poi buttare la sigaretta a terra.
«Ho un posto..», dissi, «avete programmi per il weekend?», chiesi sorridendo, tutti si guardarono incuriositi.
«Che cosa hai in mente?», mi chiese Fred.
Chiamai l'autista dei miei, e chiesi, con molta discrezione, di portarci alla seconda casa dei miei. Era una casa tutta in legno in mezzo ai boschi vicino ad un lago poco distanze dalla città. Era da tanto che non ci andavo anche se era il mio posto preferito, si poteva sentire la tranquillità nell'aria, era quasi magico. Avevo bisogno di staccare, dalla scuola, da Ryan, dai miei, da tutto ed in quale modo migliore se non festeggiare con i miei nuovi amici.
In neanche un'ora arrivammo, dissi ai miei che ero con degli amici nella casa per rilassarmi un po' e loro mi dissero di non fare troppo casino, scendemmo dall'auto e ringraziai Cesar.«Wow! È un posto pazzesco!», esultò Fred saltando dalla gioia.
«Calmati Fred o ti si drizzerà il cazzo», gli disse Trevor, Fred lo guardò alzando il dito medio, la prima battuta che gli sentii dire da quando lo conoscevo, un po' volgare ma comunque divertente, sorrisi arrossendo e lui lo notò, «che c'è principessa? Ti faccio ridere?», disse avvicinandosi e cambiando tono.
«Trevor lasciala in pace..», lo rimproverò Rose.
«Sto solo fecondo amicizia..», disse non staccandomi gli occhi di dosso, mi mise un po' in soggezione. Non avevo mai ricevuto quel tipo di attenzioni ed in un certo senso mi piaceva essere corteggiata da un ragazzo, come una ragazza normale.
Presi le chiavi di riserva ed entrammo in casa, era a due piani, sotto la cucina e la sala con un bagno e sopra le tre camere da letto, una dei miei, una mia e una per gli ospiti con ognuna un rispettivo bagno.«Wohu! È stupendo anche l'interno! Cavolo Megan, chi sono i tuoi genitori?!», non risposi, solitamente io non mi vantavo dei miei genitori e delle loro proprietà, ma questo era veramente un posto pazzesco.
Iniziarono ad esplorare la casa mentre io guardai fuori dalla finestra, c'era un grande vetrata nel salone da dove si poteva vedere il lago, mi aveva sempre incontrato quel posto.
Andammo a vedere le stanze, i due fratelli si misero in quella degli ospiti, diedi a Rose la mia e Trevor..«Noi non dormiamo con lui, non se ne parla siamo già troppi in due! Mio fratello si espande. Andrà sul divano..», disse Waite, io non volevo dormisse sul divano, non era il massimo del confort al contrario di come potesse sembrare.
«Tranquilli.. non c'è problema sono abituato».
«Non se ne parla! Dormirai con me. Io ho il letto matrimoniale quindi non c'è problema se occupi l'altra metà..», guardai in basso, ero un po' imbarazzata ma comunque non ritrassi la mia offerta. Lui mi guardò sorridendo.
«Okay..», disse, ci fu un minuto di silenzio imbarazzante dove gli sguardi si intrecciarono, notai quello di Rose fasi su di me. Poi Fred ruppe il silenzio dicendo di andare di sotto e ci sistemammo in sala, accesi la musica in sottofondo ed andai a prendere del vino dalla dispensa dei miei.
«Ottima annata», disse Fred scrutando la bottiglia. Tutti lo guardammo sorpresi.
«E da quand'è che ti intendi di vini fratellino?», gli chiese Waite ridendo, si misero a ridere anche Rose e Trevor.
«Che volete? Ho i miei segreti..».
«Ma smettila!», Waite lo spinse lontano da lui mentre continuò a ridere.
Ordinammo giapponese che arrivo dopo mezz'ora, mangiammo e bevemmo vino bianco, poi dopo cena Fred propose di giocare a qualcosa, gli mostrai la dispensa con i giochi da società ma lui, osservando la prima bottiglia di vino ormai vuota, decise di giocare ad un'altra gioco..
«Che ne dite di obbligo o verità?», chiese con un sorrisetto malizioso sulle labbra girandosi a guardare gli altri, ci pensarono su mentre ci fu uno scambio di sguardi. Ad ogni festa degna di chiamarsi tale, si giocava sempre ad obbligo o verità, "per spezzare il ghiaccio tra di noi", aveva detto.
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...