Normalità

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Un mese.
Era passato un mese da quando io e Ryan ci eravamo messi insieme. Sembravo la persona più felice del mondo, facevamo praticamente tutto insieme.
Lui, avendo la macchina, mi passava a prendere e mi riaccompagnava a casa, molte volte si fermava da me a fare i compiti.
Pomeriggi interni insieme a lui in camera mia erano diventati la mia normalità. Quella normalità che non avevo mai avuto. Avevo finalmente esperienze come una qualsiasi ragazza della mia età. Non ero più quella strana, quella diversa. Ero normale, come avevo sempre voluto essere.

-

«Dai Ryan non riesco a concentrarmi così..», dissi, era pomeriggio e lui era venuto a studiare a casa mia, ma al posto di studiare continuava a gironzolarmi intorno, mi dava fastidio, mi passava le dita fra i capelli.

«Io non voglio studiare..», disse avvicinando la bocca al mio collo.

«Me n'ero accorta..», dissi sorridendo per i brividi che le sue labbra stavano provando sulla mia pelle. Non ero abituata a queste sensazioni.

Non mi aveva ancora vista nuda, non mi ero nemmeno messa in intimo di fronte a lui. Lui pensava per la timidezza ma il mio motivo era un altro.. avevo cicatrici di bruciature e tagli che non volevo che vedesse.
Ormai gli era chiaro quello che era successo nel mio passato, ma qualcosa mi frenava, forse mostrargli le mie ferite avrebbe fatto capire quanto dolore avessi provato anche se ormai non me ne provocavano più, erano parte del mio corpo, parte di me.
Alle volte, come in quella occasione, quando mi toccava le gambe, io sobbalzavo e indietreggiavo.

«Ho fatto qualcosa di sbagliato?», chiese, mi girai verso di lui, era pomeriggio inoltrato e la luce del sole stava andando via, lo feci sedere sul letto. Glielo volevo dire, volevo dirgli che il problema non era lui ma io. Lui non aveva fatto nulla che potesse ferirmi, ma il mio passato si.

«Voglio mostrarti una cosa..», dissi un po' agitata. Indossavo dei jeans chiari con una camicia bianca infilata dentro e un cardigan, iniziai a togliermelo, con un po' di imbarazzo, non avevo mai mostrato a nessuno il mio corpo. Iniziai a sbottonarmi la camicia e già iniziò a cambiare espressione del viso. Sopra al seno avevo cicatrici di bruciature di sigaretta. Me la tolsi e rimasi in reggiseno.
Mi sbottonai i pantaloni, me li tolsi lentamente e li lascai per terra. Ci misi un po' ad alzare lo sguardo e a guardare Ryan, lui stava osservando il mio corpo, si alzò di scatto e venne vicino a me, mi toccò le cicatrici, delicatamente. Ne avevo sulla schiena, sul petto, nel basso ventre e sulle gambe.

«Certe volte mi usava come spegni sigarette..», lo informai, lui mi guardò ancora più sconvolto. Mi abbracciò, mi strinse forte a se ed io inizialmente mi irrigidii ma poi mi lascia avvolgere dal suo calore. Si staccò da me e mi guardò negli occhi.

«Vorrei che tutto questo non ti fosse mai accaduto.. sei davvero coraggiosa», mi disse, io sorrisi e scossi la testa, «sì, tu sei intelligente, brillante, carina, sei una bellissima persona Megan..», gli occhi mi si riempirono di lacrime, quelle parole uscire dalla sua bocca mi avevano toccato il cuore.

«Grazie..», risposi non sapendo cosa dire, nessuno mi aveva mai affibbiato tutti quei aggettivi positivi. Di solito erano: "mostro", "strana", "cicciona", "diversa", "mangiacazzi", "lurida", "troia".. mi sentivo.. speciale.
Lo guardai negli occhi, non avrei mai pensato che un ragazzo come lui potesse innamorarsi di me. Gli accarezzai il volto e lentamente mi avvicinai, poggiai le mie labbra sulle sue lasciandomi trasportare in un bacio appassionante.

Ero pronta, volevo compiere il passo successivo. Gli tolsi la maglietta e ci appoggiamo sul letto, era tutto nuovo per me è non sapevo bene cosa fare quindi gli accarezzai il corpo continuando a baciarlo.
Lui poggiò le mani sui miei fianchi e li strinse, ero sopra di lui e iniziai a muovermi sopra le sue parti intime.

«Wo..wo.. okay..», disse fermandomi. Non capii il suo gesto e lo guardai, «sei sicura di volerlo fare? Adesso?».

«Si.. tu non vuoi? Scusami sono stata una stupida pensavo che..», mi alzai e presi la camicia da terra iniziando a mettermela.

«No.. io voglio, ma ho paura di.. ferirti», mi fermai a guardarlo, aveva paura che io mi potessi fare male, comprensibile da parte sua ma io non avevo minimamente pensato a quell'ipotesi. Era vero, poteva succedere di tutto ma era come se fosse la prima volta per me. Dal punto di vista emotivo.
Mi avvicinai a lui seduto sul letto, gli accarezzai il volto e gli diedi un bacio sulle labbra.

«Tu non potrai mai ferirmi..», gli dissi dandogliene un altro, lui abbassò lo sguardo mettendomi le mani sui fianchi, gli alzai di nuovo il viso ed intrecciai i miei occhi con i suoi. Mi sdraiai sul letto di fianco a lui, mi accarezzo il corpo e gli dissi di togliersi i jeans, ero pronta, volevo farlo con lui, provavo sentimenti che non avevo mai provato per nessuno.
Ci infilammo sotto le coperte ed io iniziai ad agitarmi, e se non ero brava? Se facevo qualcosa di sbagliato o se non gli facevo provare nulla?

«Pronta?», chiese io annuii e deglutii. Iniziò a baciarmi e a muovere il corpo verso di me, si mise sopra baciandomi il collo, il petto, la pancia.. ma dei ricordi iniziarono a riaffiorare nella mia mente..

"Lasciami ti prego!", gridavo, "mamma, papà! Aiutatemi..!", piangevo, ero sul mio lettino e Ivan era sopra di me, mi teneva le mani ferme sopra la mia testa, mentre passava le sue labbra sul mio corpo..

«Lasciami!», gridai allontanandomi da lui. Stavo sudando, tremavo, le lacrime scendevano sul mio viso impaurito. Mi rannicchiai in un angolo del letto mentre lui si allontanò alzandosi in piedi.

«Meg che succede?», mi chiese preoccupato, non riuscivo a rispondergli, stavo avendo un attacco di panico. Poco secondo dopo fece irruzione in camera mia madre, inizialmente ci guardò sconvolta poi capendo cosa mi stava succedendo prese velocemente l'inalatore di scorta che tenevo nel cassetto del comodino di fianco al letto e me lo porse.

«Che cavolo è successo??», gridò Elizabeth contro Ryan.

«Non lo so! Noi stavamo.. e lei poi.. non respirava..!», disse preso dal panico. Lo guardai con uno sguardo dispiaciuto, non volevo succedesse questo.. non potevo avere esperienze come gli altri, non potevo avere relazioni come gli altri..
Non sarei mai riuscita ad essere normale.

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora