«Quindi fammi capire se ho capito..», era sera e lei ancora ci stava ragionando sopra.. Eravamo a casa mia, aveva deciso di fare un pigiama party solo noi due visto che i miei erano ad una cena di lavoro che si sarebbe prolungata fino a tarda notte, «cioè lui, così da nulla, nel "cinque minuti in paradiso" ti ha baciata. E tu sei rimasta lì ferma con gli occhi spalancati a fissarlo. In più il giorno dopo lui ti ha salutato, e tu con la bocca piena di riso e gamberi gli hai sorriso e risposto al saluto», ragionò facendomi notare ancora di più le mie figure di merda.
«Lo so, sono un disastro..», dissi affranta buttando la testa sul cuscino.
«Non ti definirei così..», disse facendo una pausa mentre io girai su la testa, «semmai.. un completo disastro!», la fulminai e le tirai un cuscino dritto in faccia. Scossi la testa, non potevo ancora credere a cosa fosse successo, pensavo ancora che fosse un sogno ma il fatto che la mia migliore amica mi ripetesse da tutto il giorno di quanto fosse stata assurda la scena, mi ricordava che era tutto vero, «mettiamoci a dormire. Mi sembra strano anche che Stacy non l'abbia ancora saputo..».
«Già e speriamo che non lo scopra mai..», dissi prima di mettermi di fianco a lei.
«Caspita, sei la ragazza più fortunata del mondo al momento..», disse prima di addormentarsi.
-
Era mattino, il sole splendeva sulle nostre teste, l'erba appena tagliata sotto i nostri piedi, l'aria fresca pungeva sui nostri volti.
Ero a scuola nell'ora di educazione fisica, eravamo tutte sul campo, una partita di sole ragazze mentre i ragazzi erano nel campo da football con il coach.
Iniziammo a giocare all'unico sport in cui ritenevo di essere brava, la pallavolo. Avevamo la divisa, pantaloncini, chi più corti di altri, e maglietta a maniche corte azzurri.
Ci fu il fischio e la palla volò, ci furono due scambi quando al terzo me la sentii piombare sulla schiena. Mi voltai, Stacy.«Che succede McDonovan?», urlò l'insegnante da bordo campo.
«Niente.. mi è scivolata», si giustificò sorridendo e dando il cinque ad una sua amica di fianco a lei.
«Si.. dritta sulla tua schiena.. tutto okay?», mi chiese Ashlee avvicinandosi, feci di sì con la testa mettendomi una mano alla schiena e stirandomi, «direi che ha scoperto di te e Ryan», tutte e due ci girammo verso Stacy che mi stava fissando con uno sguardo assassino.
«Già.. lo penso anche io», si allontanò e continuammo a giocare.
Dopo la terza pallonata iniziai ad innervosirmi, non mi piaceva perdere, specialmente ad un gioco in cui ero brava e per colpa di una ragazza che c'è l'aveva con me..«Senti, okay, so che sei arrabbiata e mi dispiace per questo ma tra me e Ryan non c'è stato assolutamente nulla, io non..», tentai di dire quando lei era nella postazione di fianco alla mia ma quando arrivò la palla e la volli prendere io, lei mi venne addosso e mi ritrovai faccia a terra.
«McDonovan andiamo! Sto per finire le ammonizioni», la rimproverò l'insegnante.
«Mi scusi, non aveva detto "mia" così mi sono buttata io», rispose mentre cambiammo campo.
«Voglio credere che sia stato un incidente..», dissi passandole di fianco.
«Allora sei una povera illusa..», rispose sorridendo. Stavo iniziando ad odiarla più di Melanie. E pensavo che non fosse possibile trovare qualcuno più odioso di lei.
«McDonovan, ho finito i falli. Al prossimo sei fuori», la avvertì l'insegnante.
«E io ho finito la pazienza, mi dispiace okay? Possiamo finirla qui?», chiesi a Stacy cercando di dare un freno alla sua rabbia contro di me.
«Finirà solo quando lo dico io..», mi rispose minacciosa. Perfetto.. oltre ad avere contro Melanie ora anche lei mi aveva puntanti il mirino sulla fronte, ed era pronta a sparare.
Non volevo che anche lei se la prendesse con me, dovevo tirare fuori le palle, ero stufa di essere minacciata e di essere presa di mira, dovevo agire una volta tanto nella mia vita.Ricominciò il gioco e lei era di fronte a me, ora i miei occhi erano su di lei e non si staccavano. Non so cosa mi fosse preso, una rabbia incontrollabile stava prendendo possesso del mio corpo. La palla volò e arrivò proprio sopra di lei, l'occasione perfetta.
«Meg», mi chiamò la mia amica alla mia sinistra, ma fu troppo tardi, i miei piedi erano già partiti, come un toro e il martello rosso. Le andai addosso e la buttai a terra, le caddi sopra ed iniziammo a tirarci i capelli.
Il dischetto iniziò a suonare all'impazzata, mentre notai che anche i ragazzi nell'altro campo accorsero a guardare cosa fosse successo.«Signorina Teller! Si sposti subito!», urlò l'insegnante, qualcuno mi sollevò allontanandomi da Stacy, poi mi lasciò e andò verso di lei. Ryan.
«Stacy tutto bene?», chiese prendendole la faccia fra le mani e guardandola negli occhi, «ma dico sei impazzita?», disse poi rivolgendosi a me. Io avevo ancora il tesoro affannato mentre lei faceva finta di stare male, come se le fosse passato sopra un trattore.
«Ahi! La mia gamba! Oh mio Dio..», disse Stacy gettandosi addosso a Ryan.
«Megan Teller, in presidenza», chiusi gli occhi, per colpa di quell'ora la mia pazienza era finita nell'aula della preside, ancora sopra di fango.
«Signorina Teller, sa perché è qui?», mi chiesi il preside Ghilmoore come se non fosse stato informato della situazione.
«Certamente..».
«Lo sa che potrebbe anche essere espulsa per aver aggredito la signorina McDonovan?», espulsa? Non potevo essere espulsa! Avrebbe influito sulla mia ammissione al college, una qualsiasi ammissione ad un qualsiasi college, di colpo la mia faccia di incupì. Dopo poco qualcuno bussò alla porta, «si?», chiese il preside.
«Sono arrivati», lo informò la segretaria sbucando nella stanza.
«Li faccia accomodare. Lei signorina dovrà aspettare fuori mentre io parlerò con i genitori di questa situazione», avevano informati anche i nostri genitori?! Cavolo ero spacciata.. l'avevo combinata davvero troppo grande, espulsione per un litigio con la figlia del benefattore più importante della scuola.. già, il signor McDonovan era molto generoso quando si trattava dell'istruzione di sua figlia. Uscii dalla presidenza, superando lo sguardo severo di mio padre e quello pieno di domande di mia madre, e mi sedetti nella sala d'attesa. Appoggiai la testa al muro e chiusi gli occhi.. non potevo credere di essermi giocata il college per quella vipera di Stacy McDonovan.
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...