Oh no. Oh no! Cosa cavolo avevo detto?
Non era così che l'avevo pianificato, doveva essere un momento super speciale e invece sembrava che glielo avessi detto soltanto perché mi aveva fatto venire. Avevo completamente sbagliato le tempistiche.
Avrei almeno dovuto guardarlo negli occhi, con uno sguardo pieno di amore e sincerità, e le parole più importanti in una relazione.
A parte "ti devo parlare", quella frase probabilmente era la peggiore.Lui si tolse da sopra di me e si sdraiò di fianco, con lo sguardo perso nel soffitto. Respirava ancora affannato, come me, non sapevo se mi avesse sentita o meno, speravo di no, magari c'era una qualche possibilità divina che in quel momento gli si erano tappate le orecchie..
«Non c'è di che», disse poi continuando a guardare in alto. Okay, mi aveva sentito eccome.. le mie guance erano in fiamme dall'imbarazzo, non sapendo cosa dirgli o cosa poter fare per sistemare la situazione, mi girai dall'altro lato coprendomi fino alla testa con il lenzuolo, sprofondando in esso.
Non era proprio così che mi ero immaginata la nostra prima volta, doveva essere una cosa speciale, piena di passione e amore, ed invece l'avevo trasformato nel momento più imbarazzante della mia vita..-
Mi svegliai nel suo letto nella stessa posizione in cui mi ero addormentata. Sbucai con la testa dalle coperte e mi girai per vedere dove fosse, lui non c'era, il posto di fianco a me era vuoto, guardai meglio e notai un bigliettino sopra al cuscino.
"Sono andato a correre".
C'era scritto solo questo, senza neanche la firma ma era ovvio fosse lui.Mi alzai e guardai l'ora, le nove e mezzo. Era domenica ed io, inizialmente, avevo pensato di passare tutto il giorno insieme a lui ma dopo l'imbarazzante serata, preferivo lasciargli un po' di spazio, cosa che aveva già fatto lui uscendo presto per andare a correre.
Mi vestii ed andai molto cautamente in camera mia cercando di non intrecciare i miei genitori, sarebbe stata un'altra figuraccia che non avrei voluto fare quella mattina.
Andai vicino al comodino e presi il cellulare per mandare un messaggio ad Ashlee chiedendo se voleva fare colazione insieme, lei mi rispose che avrebbe preferito un pranzo ed accettai, volevo stare il più lontano possibile da casa. Indossai una vestaglia per coprire il mio pigiama di seta molto poco coprente ed andai di sotto.In cucina trovai mia madre impegnata al computer mentre sorseggiava una tazza di tè. Aprii il frigo e presi del succo di frutta all'albicocca, mi sedetti a tavola con lei e notai che mi guardò due o tre volte, senza dare troppo nell'occhio.
«Dove hai dormito questa notte?», mi chiese mentre presi un sorso di succo che mi andò di traverso. La guardai un po' impaurita ma non risposi aspettando che dicesse altro, «stamattina sono passata dalla tua stanza per svegliarti ed il letto non era nemmeno disfatto», mi informò tirandosi giù gli occhiali per fissarmi meglio. Chiusi gli occhi, avrei dovuto sgattaiolare via dalla sua stanza subito dopo ma ero già troppo imbarazzata per andarmene nel mezzo della notte.. «sai che puoi dirmi tutto, vero?», mi incitò, feci un respiro profondo appoggiando il bicchiere sul tavolo.
«Ero..», non mi ero mai confidata con mi madre fino a quel punto, anche perché non mi era mai successo nulla del genere negli anni precedenti, la mia vita procedeva senza troppe cose sconvolgenti da raccontare invece in questo ultimo anno erano successe parecchie cose.. ma questa era la più importante ed io l'avevo rovinata, «ero in camera di Ryan. Abbiamo fatto l'amore ma io ho rovinato tutto..», sputai tutto d'un fiato guardando il mio bicchiere e a stringerlo fra le mani, per non intrecciare il suo sguardo. Lei si tolse gli occhiali, gesto che mi fece alzare lo sguardo, volevo capire le sue emozioni a riguardo, era attenta ed un po' preoccupata, «no.. non è successo come la scorsa volta.. nessun attacco di panico o cose così», la rassicurai, «l'abbiamo fatto ma poi io alla fine gli ho detto che lo amo e non era per niente il momento più adatto.. lui mi ha risposto con un "non c'è di che", sembrava arrabbiato e stamattina quando mi sono svegliata non c'era nemmeno per poter chiarire la situazione..», feci un respiro profondo, «che c'è che non va in me?», chiesi affranta, «sono troppo imbarazzata per vederlo sinceramente..».
«Tesoro.. non c'è nulla che non va in te. Non c'è un modo giusto o sbagliato nel dire quelle parole».
«Fidati mamma, quello non era assolutamente il momento giusto..», non potevo entrare nei dettagli con lei ma sembrò capire.
«Sai come me lo disse tuo padre? Stavamo facendo colazione, discutevamo non mi ricordo nemmeno per cosa, lui ad un certo punto disse "comunque ti amo" e se ne andò. Io ero talmente arrabbiata con lui che quel suo "ti amo" non significò nulla per me anche se mi lasciò alla sprovvista. Non ci parlammo per dei giorni e poi lui mi sorprese con una cena romantica, in una sala che era stata prenotata tutta da lui. Aveva fatto cucinare tutti i miei piatti preferiti ed un'orchestra ci accompagnò con una musica in sottofondo per tutta la serata. Me lo ridisse ma quella volta con una scatolina di velluto nera fra le mani..», mi raccontò sognante, con lo sguardo perso nel vuoto ed un sorriso sul volto.
«Si mamma, però non credo che chiedergli di sposarmi sia il modo più giusto per fare pace con lui..», commentai, lei tornò in sé.
«No! Assolutamente! Sei troppo giovane per sposarti, devi ancora fare tante cose come per esempio il college, ma cosa vai a pensare?», io la guardai perplessa.
«Mamma, ma me l'hai appena detto tu!», mi misi a ridere ripensando alla faccia da ebete di poco prima.
«Ma quando? No! Ti ho detto di sorprenderlo e sperare che così riuscirai a fargli dimenticare la figuraccia di ieri sera», alzai le sopracciglia.
«Grazie mamma, gran bel consiglio..», feci un finto sorriso mentre lei soddisfatta si rimise gli occhiali e tornò a guardare il computer.
Finii il succo e tornai di sopra, mi preparai ed uscii prima che Ryan potesse rientrare, volevo evitarlo il più possibile per poter pensare a come "sorprenderlo".Raggiunsi Ashlee al nostro ristorante preferito e la aspettai, mi aveva detto di essere in ritardo così nell'attesa mi presi un tè alla pesca con ghiaccio mentre pensavo a quale sorpresa potessi fare a Ryan, una cena romantica in un ristorante? Troppo banale. Cinema? Passeggiata in montagna? Giornata al mare? Weekend in un posto sperduto dove potevamo stare solo noi due? No, no, no. Erano tutte idee scontante e mi sembravano troppo poco per farmi perdonare da lui.. ero un disastro ed avevo bisogno di parlare con Ashlee al più presto.
Ma quando, dieci minuti dopo, la vidi fuori dal locale, iniziai a sudare freddo mentre notai che non era da sola.
Entrarono e la mia ansia stava iniziando ad avere il sopravvento. Ne aveva parlato con loro? Sapevano già tutto? Perché erano insieme? Erano qui per una seduta di supporto? Era diventata la sua nuova confidente?«Ehi Meg! Guarda chi ho portato, erano qui vicino e non sapevano dove mangiare così ho pensato che potevamo pranzare insieme. Ottima idea, no?», disse Ashlee sedendosi sorridente, io guardai dietro di lei facendo un finto sorriso.
«Già.. un'ottima idea..».
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...