Era lunedì ed era passata una settimana dal ricevimento a casa mia. Erano anche sette giorni dove Ryan non si era fatto vivo, a scuola nessuno sapeva che fine avesse fatto, nemmeno Stacy a quanto pareva. Non dovevo farlo perché non era un mio problema, ma iniziai a preoccuparmi.
Non mi aveva scritto nemmeno per dirmi c'è non sarebbe venuto alle lezioni, anche se non aveva il mio numero.«Meg, tutto bene? Fai delle facce strane..», mi disse Ashlee non mi ero resa conto di pensare troppo intensamente da far uscire i miei dubbi attraverso la mimica facciale.
«Ehm si tutto bene..», andammo verso gli armadietti e poggiammo i libri prendendo quelli per la lezione seguente. Non riuscivo a non pensare alle parole di sua madre ma anche alle sue.. «chissà cosa avrebbe voluto dirmi..», pensai ad alta voce.
«Perché non lo chiedi direttamente a lui..», mi rispose Ash, la guardai confusa e lei indicò dietro di me. Ryan Wieth mano nella mano con niente po-po di meno che Stacy McDonovan. Perché non ero sorpresa? Sospirai e tornai a guardare nel mio armadietto quando qualcuno mi urtò facendomi sbattere contro ad esso.
«Sta attenta, freak», Stacy, la guardai male e chiusi con forza l'anta dell'armadietto, ero pronta ad andarle addosso ma la mano di Ashlee mi bloccò tenendo stretto il mio braccio. La guardai in cagnesco ma mi calmai, aveva ragione, non ne valeva la pena.
Era tornato, ed era insieme a lei. Patetico.
Ecco che cos'era. Come lei. Stavano proprio bene insieme.Chiusi forte l'armadietto ed andai in classe, lezione di chimica ed indovinate con chi mi aveva messo a fare l'esperimento anche se l'avevo supplicata di non mettermici insieme?
Stacy McDonovan. Volevo spararmi.
Lei alzò gli occhi al cielo ed io mi sedetti al banco. Iniziai a mischiare i liquidi ma lei mi corresse ogni due secondi, non pensavo ci capisse qualcosa di chimica, alle volte mi scordavo che ero in una scuola di secchioni ed anche la più popolare era intelligente, di solito si pensa che quelle belle siano stupide ma non è affatto così. Era anche quasi più brava di me. E dalla fretta ed il nervosismo che mi metteva non mi accorsi di star mischiando i liquidi sbagliati consigliati da lei..
D'un tratto il contenitore cilindrico iniziò a ribollire ed in poco tempo esplose dritto sul mio viso, lei ovviamente si era spostata ed aveva un ghigno malefico, le mancavano le corna e la coda da diavolo.«Signorina Teller! Ma cosa è successo?», mi rimprovero la professoressa, io guardai male Stacy.
«Non è brava a mischiare i liquidi, io le ho detto di non mettere quello blu insieme a quello giallo ma lei non mi ha voluto ascoltare..», avevo una poltiglia verdognola che mi colava sulla faccia, ero disgustata.
«Vai a darti una ripulita..», mi congedò la prof, sciò dall'aula ed andai verso i bagni.
Andai verso i lavandini e mi tolsi la maglietta rimanendo in reggiseno, da bianca era diventata a chiazze verdi ed ero ridicola, non potevo uscire così. Tentai di lavarla ma con scarsi risultati. Dovevo prendere un altra maglietta, nel mio armadietto ne avevo una bastava solo che contattassi Ashlee e.. cazzo, il cellulare. L'avevo lasciato in aula. Perfetto. Ora avevo una maglia bagnata bianca che se la indossavo era come non averla. Dovevo pensare, e in fretta.
Mi affacciai nel corridoio, il mio piano era quello di correre verso il mio armadietto prendere il cambio e infilarmelo il più veloce che potevo sperando che nessuno in quel momento uscisse dalle aule. Erano i mezza quindi non avrei dovuto aver problemi visto che potevamo uscire solo ai cambi d'ora, a parte in occasioni speciali come la mia..
Feci un respiro profondo ed uscii il più in fretta possibile, corsi nel corridoio stando attenta a chi potevo incontrare e andai di fronte al mio armadietto, lo aprii e cercai la maglietta nel borsone di educazione fisica.«Perso una scommessa?», sentii una voce maschile dietro di me, afferrai la maglietta e mi coprii il petto con il cuore a mille. Un sorrisetto apparve sul suo viso quando lo riconobbi. Ryan.
«Ah, ora mi parli?», dissi un po' strafottente mentre mi infilai la maglietta nera, «certo, Stacy non è nei paraggi..», mi girai e chiusi l'armadietto, iniziai a camminare verso l'aula di chimica e lui mi seguii.
«Meg.. per quello che è successo al ricevimento..», iniziò affiancandomi ma io non lo feci finire di parlare.
«Non importa. Non è successo niente, tu stai con Stacy. Ma ti prego, non ignorarmi, okay? Comportiamoci da amici», dissi fermandomi a guardarlo, lui fu come preso alla sprovvista.
«Si.. okay..», disse abbassando la testa. Mi girai e tornai su i miei passi. Avevo fatto bene e mettere le carte in tavola e a chiarire quello che doveva essere chiarito, lui aveva la ragazza, i suoi volevano che stavano insieme, ed io non ero nessuno per mettermi in mezzo. Amici. L'avevo detto io e mi andava bene così, non potevo complicarmi la vita proprio l'ultimo anno di superiori. Dovevo impegnarmi, restare concentrata per riuscire ad ottenere il massimo ed entrare in un buon college, ma che dico, il migliore.
Tornai in classe e mi sedetti di nuovo vicino alla vipera.«Cambio di look, Freak?», mi disse sottovoce Stacy, la ignorai e ripresi a seguire la lezione. Concentrazione era il mio nuovo nome.
-
Era sera, Erano quasi le dieci, finite le lezioni ero tornata subito a casa a studiare quello che mi ero presa stando fuori nei bagni e a ripassare il resto.
Mi misi sdraiata sul letto, con la musica che usciva dal computer, e chiamai Ashlee, le raccontai quello che mi era successo stamattina e si arrabbiò quasi quanto me.-Ma è davvero una.. una..! Una strega!-, Ash aveva difficoltà nel dire parole cattive contro qualcuno, anche se era la persona peggiore del mondo, -non posso credere che sia stata così cattiva.. te la ricordi alle medie? Era la ragazzina magrissima che nessuno considerava e guardala ora, si crede la regina d'Inghilterra-, rimasi scioccata dalle sue parole, stava veramente dicendo cattiverie nei confronti di qualcuno? -non che fosse bruttina, era solo un po' sotto peso tutto qua..-, ah ecco, si stava già rimangiando tutto..
Suonò il campanello.
-Ash, aspetta un secondo, hanno suonato.
Andai al piano di sotto, mia madre e mio padre erano a cena fuori con dei loro amici e sarebbero tornati più tardi, mi chiedevo chi fosse a quell'ora. Suonarono di nuovo.
«Arrivo!», dissi prima di aprire la porta, ed una figura che non vedevo da parecchio tempo apparve davanti ai miei occhi, «Tina..?».
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...