Il giorno dopo sembrò un giorno come un altro. Mi alzai, mi prepararsi per la scuola, feci colazione ed uscii di casa.
Incontrai lungo la strada Ashlee ed arrivammo a scuola insieme. Passarono le prime tre ore fino alla quarta ora quando un ragazzo in classe mi passò un bigliettino.«Un ragazzo mi ha detto di darti questo», disse prima di appoggiare il foglietto sul banco. Io mi guardai intorno, chi poteva avermelo mandato? Notai che Ryan mi stava guardando di nascosto, forse era stato proprio lui, forse voleva chiarire visto che non ci eravamo ancora parlato dal giorno prima. Lo aprii e lo lessi:
"Incontriamoci nel retro della scuola. Tra dieci minuti. Vieni da sola".
Si, voleva decisamente parlare.
Feci come c'era scritto, chiesi di andare in bagno sicura che mi avesse seguito, riposi il bigliettino nello zaino ed uscii dall'aula per andare nel retro della scuola. Mi ero già preparata il discorso, non volevo più farmi prendere in giro da lui, volevo sapere cosa provasse veramente per me, se avevo davvero qualche possibilità o se mi stavo soltanto facendo dei viaggi inutili.«Sei cambiata parecchio..», quella voce. Dei brividi mi percorsero per tutta la schiena. Non era possibile. Non poteva essere lui. Mi girai lentamente e il suo sogghigno era sempre lì, proprio come me lo ricordavo. Era esattamente uguale a prima. Ivan. Sgranai gli occhi, non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare, ero pietrificata, «non mi saluti nemmeno?», aprì le braccia in segno di andarlo ad abbracciare.
«C-come hai fatto a trovarmi?», chiesi titubante con un filo di voce, lui chiuse le braccia e si accese una sigaretta.
«È stato facile. Dopo essere uscito di prigione ti ho visto su tutti i giornali, all'inizio non ti avevo riconosciuto ma quelle fossette.. Dio, mi avevano sempre fatto impazzire..», disse sorridendo ed accendendosi la sigaretta, «certo che ma tua nuova mammina si impegna davvero molto con questa cosa della "lotta allo stupro". Ma lo sai che io non ti stupravo, vero? Io ero innamorato di te, sono innamorato di te..», disse avvicinandosi, tentò di accarezzarmi il viso ma mi scostai, impaurita, ed una lacrima scese dal mio viso, «non fare così.. anche tu lo volevi.. mi imploravi di mettertelo dentro ancora un volta e scommetto che anche adesso vorresti saltarmi addosso..», si avvicinò ancora ed io mi ritrovai con la schiena attaccata al muro e lui davanti a me, ero in trappola e non riuscivo a scappare. La paura mi teneva ferma, non riuscivo a muovermi.
«L'unica cosa che provo per te adesso è odio e schifo», dissi prendendo un po' di coraggio, lui però mi si scagliò contro e mi prese il viso con una mano, lo strinse mentre avvicinò la sigaretta al mio occhio destro.
«Ah si? Ti faccio schifo? Non ti facevo schifo quando godevi sotto di me, nel lettino della tua caneretta. Eri contenta di avere un fidanzatino, l'avevi detto alle tue amiche, ti vantavi, anche se mi avevi giurato che sarebbe rimasto un nostro segreto! Ma no! Tu hai voluto rovinare tutto!», avvicinò ancora di più la sigaretta alla mia faccia, aveva uno sguardo da pazzo che mi metteva paura, stavo piangendo e provavo le stesse sensazioni di quando ero piccola.. stavo rivivendo tutti quei momenti terribili che pensavo ormai aver dimenticato.
Sentimmo aprire di colpo la porta antincendio dell'edificio di fianco a noi.«Ehi! Che stai facendo?! Lasciala in pace!», dalla porta uscirono Ryan con Ashlee e Bred. Io stavo tremando di paura ed in quel momento che Ivan fu distratto riuscii a liberarmi dalla sua presa e raggiungere Ashlee. Lei mi strinse e mi disse che ero salva.
«Stavamo solo parlando..», si giustificò Ivan sorridendo, «vero Meg? Vieni qui e fai vedere a questa banda di mocciosi che mi conosci».
«Tu lo conosci?», mi chiese Ryan girandosi verso di me, non riuscii a rispondere.
«Certo che mi conosce! Sono suo zio», disse entusiasta, Ashlee mi guardò incredula.
«Lui è Ivan..?», mi chiese ma non si rese conto che anche Ryan e Bred stavano ascoltando.
«E chi cazzo è Ivan?», chiese Bred.
«Sono io te l'ha appena detto. Dai Meggy, andiamo. Vieni con me non voglio perdere tempo. Ti riporto a casa», dove voleva portarmi? Nella stessa casa che i miei avevano svuotato poche settimane te prima?
«No lei non viene da nessuna parte..», disse Ryan con un tono minaccioso.
«Oh si che viene con me.. Lei è mia! È sempre stata mia! Muoviti Meggy!», si avvicinò pronto a prendermi ma Ryan si mise in mezzo, «e poi tu chi cazzo sei?», chiese Ivan agitandosi.
«Sono il suo ragazzo», disse tra i denti. Perché continuava a dire che era al mio ragazzo? Ivan spalancò gli occhi.
«Il suo ragazzo? Lei non può avere un ragazzo.. aveva detto che mi avrebbe aspettato dopo essere uscito di prigione..», io lo guardai stranita, non mi ricordavo di aver detto una cosa del genere.
«Non so quali film mentali ti sei fatto, ma io non ti vorrò mai Ivan. Mai», dissi con un po' di coraggio. Lui mi guardò e sembro avere gli occhi lucidi, poi fece un passo in avanti pronto a venire addosso ma Ryan si mise in mezzo.
«È meglio se te ne vai..», un ruggito uscii dalle sue labbra, aveva una mano poggiata sul petto di Ivan il quale la tolse immediatamente afferrandola e sbattendola via.
«Non mi fai paura ragazzino..», disse avvicinandosi al volto di Ryan, vidi che stava immobile con i pugni serrati.
«Lui no, ma io si!», Bred uscì dal nulla e gli sferrò un pugno in piena faccia, fu talmente forte e colto alla sprovvista da mandarlo a terra. I due ragazzi si scagliarono verso di lui, lo presero a calci e a pugni fino a che Ashlee non gli disse di fermarsi mentre io ero in lacrime ed impaurita.
«Dai ragazzi basta andiamo!», disse cercando di afferrarli e portarli via. I due si calmarono un po' e vennero verso di me.
«Tutto okay?», mi chiese Bred, non mi aveva mai rivolto la parola ed ora sembrava comportarsi da amico. Sapevo che veniva dal Canada e che era campione di surf, tutto qui. Annuii con il capo. Poi mi raggiunse Ryan che si fiondò su di me abbracciandomi. Quell'abbraccio, se pure per lui potesse non significare nulla, per me, al contrario, significava molto. Scoppiai a piangere.
«S-si.. ascoltate la troietta.. ma sappiate che non finisce qui..», disse Ivan dolorante mentre noi ci stavamo allontanando. D'un tratto Ashlee si girò di scatto e corse verso di lui tirandogli un calcio nello stomaco, Ivan si piegò in due.
«Non ti azzardare più ad avvicinarti a lei, capito?!», gli urlò contro, Ivan non riusciva neanche a risponderle dal dolore che provava.
"Questo è una piccola parte di quello che provavo io tutti i giorni..", pensai.
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...