Friendzone

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Stavo camminando nei corridoi della scuola con Ashlee al mio fianco. Il giorno prima, da quanto ero imbarazzata per i miei pensieri incorretti, ero praticamente fuggita dal locale lasciando tutti lì e dicendo che avevo un'emergenza a casa, cosa che non era vera ma dalla fretta non ero riuscita a dire qualcosa di meglio.
Mi stava facendo mille domande su quello che era successo ieri con Ryan, se eravamo tornati insieme, se ci eravamo baciati, se gli avevo finalmente detto che lo amavo, se..

«No Ash! Mi ha friendzonata!», quasi le gridi contro e lei si ammutolì spalancando gli occhi.

«Lui.. come osa?!», iniziò a inveire contro di lui e a mandargli tutte le madonne e i santi contro, facendo ricadere l'attenzione di tutti quelli in corridoio su di noi.

«Ash! Smettila, abbassa la voce!», le dissi prendendola per un braccio. Lei si guardò intorno e, notando che tutti la stavano fissando quasi impauriti, si tranquillizzò.

«Scusami.. è che non capisco perché sia così.. ahh..», disse esasperata non finendo la frase, già, nemmeno io capivo il suo gesto.. o almeno avrei voluto che fosse un altro. Arrivammo davanti agli armadietti per fare il cambio sei libri e lei insistette nel sapere, «quindi cos'è successo prima che io e Bred siamo rientrati? Sembrava che voi vi foste appena baciati..».

«Mi ha abbracciato», dissi senza sentimenti guardando dentro l'armadietto nell'intento di cercare chissà cosa, forse Narnia sperando di catapultarmi in un altro mondo..

«Ti ha abbracciato?», ripetè come se non fossi stata abbastanza chiara.

«Già. Mi ha abbracciato», forse stavolta aveva capito.

«Ti ha abbracciato», confermò.

«Si, Ash. Mi ha abbracciato. Ci siamo avvicinati e poi lui mi ha avvolto nelle sue braccia. Come te lo devo dire?!», iniziai ad alterarmi per le volte che me lo aveva fatto ripetere.

«Scusa! È che non sembra proprio da lui. Cioè sembrava così in..».

«Lo so».

«..e invece un abbraccio..?».

«Lo so, Ash. Basta ripeterlo. Dopo quando voi siete andati ad ordinare altro mi ha detto che gli piaceva che fossimo amici.. Lui non vuole stare con una come me.. gli ho già procurato troppi casini, e lo capisco. Vuole restare solo amici? E così sia», dissi guardandola, lei rimase per un po' in silenzio per poi alzare le sopracciglia.

«Megan Teller-Boone, mi congratulo per la maturità», disse prendendomi in giro, alzai gli occhi a cielo.

«Andiamo in classe..», dissi, lei si mise a ridere mentre chiudemmo gli armadietti dopo aver preso i libri. Ci avviammo verso la classe ma mi bloccai quando in fondo al corridoio vidi Ryan con i suoi amici alle spalle. Sembrava una sfilata di moda, loro in passerella che camminavano a rallentatore con il vento addosso.. come mai mi accorgevo solo adesso della aurea divina che li circondava? Era diventata esattamente come tutte le ragazzine della scuola.. patetica.

«Ehi Meg!», sentii quando si avvicinò a me, non si fermò, alzò soltanto una mano la quale io dovetti colpire il palmo contro il mio, mentre Bred diede un bacio di sfuggita ad Ashlee. Poi proseguirono la sfilata insieme ai loro amici.
Gli avevo sul serio dato il cinque in mezzo al corridoio? Rimasi imbambolata a guardarmi la mano poi guardai Ashlee che stava ridendo sotto i baffi.

«Non una parola», la minacciai, lei trattenne una risata e si cucì le labbra con le dita.

-

«Il cinque?? Sul serio??», stavo sbraitando in giardino lontana dagli occhi indiscreti insieme a Fred e Waite.

«Ragazza mia, ti ha proprio pisciata», mi disse Fred, io lo guardai male, «che c'è? È la verità!».

«Tu si che sai parlare alle donne, Fred..», commentò il fratello, «Megan non ti preoccupare, vedrai che è una cosa passeggera e posso capire che per te sia stato un po' spiacevole dovergli dare il cinque.. è stato un colpo basso ma forse lo ha fatto apposta per vedere la tua reazione. Vuole tenerti sulle spine», tenermi sulle spine? Perché dovrebbe farlo? «tu l'hai fatto soffrire un po', e ora è il tuo turno», continuò.

«Ahh, i ragazzi..», mi prese in giro Fred imitando la mia voce, gli tirai una pacca sullo stomaco che non gradì affatto, «bastarda..», disse con un filo di voce.

«Ti sta bene», replicai io.

«Si ha ragione..», sentii una voce familiare dietro di me, mi girai e Trevor era intento a fumarsi una sigaretta.

«Ehi amico!», Waite lo salutò e così anche Fred, io rimasi ferma, un po' imbarazzata, non avevamo ancora parlato di quello che era successo e la situazione era un po' strana fra noi. Rimanemmo un attimo in silenzio, io non lo guardavo, un po' per l'imbarazzo, ma sentivo il suo sguardo su di me. Alzai finalmente lo sguardo ed i suoi occhi si intrecciarono ai miei, «ciao..», disse sorridendo, il suo sorriso mi fu di conforto.

«Ciao..», dissi ricambiando, dopo un altro minuto presi un po' di coraggio, «mi dispiace».
«..Mi dispiace», dicemmo all'unisono, sorridemmo di nuovo, «non volevo succedesse tutti questi», continuò lui.

«Già, nemmeno io», dissi, i gemelli si allontanarono lasciandoci parlare da soli.

«Rose è stata davvero una stronza. Mi dispiace anche per il suo comportamento infantile ed ingiustificabile. Con te mi trovavo bene ma lei deve sempre rovinare tutto..», disse un po' arrabbiato.

«Non le dare la colpa. È innamorata di te».

«Si ma io non la amo. La amavo, ma più continua a fare così e più quel briciolo di amore che provavo per lei svanisce. Dopo quello che ha fatto, mia madre l'ha rinchiusa e l'ha mandata da uno psicologo..», disse, io non sapevo a cosa si riferisse, non aveva detto a nessuno delle foto, anzi aveva minacciato me di tenere la bocca chiusa, quindi perché le sedute?

«Per quale motivo?», chiesi curiosa.

«Mi ha minacciato con un coltello alla gola in casa nostra.. dicendo che io ero suo e che non potevo permettermi di guardare nessun altro.. piangeva.. stava diventando pazza.. mia madre era terrorizzata e ha fatto venire pure la polizia. Pensavo lo sapessero tutti a scuola visto che i vicini non vedevano l'ora di spettegolare», lui si appoggiò al muro e fece un tiro dalla sigaretta.

«Mi dispiace..», riuscii a dire solo questo.

«Non devi. Lei aveva dei problemi evidenti, e la nostra situazione familiare non aiutava. Almeno non se l'è presa con te.. cioè, sì, le foto ma non peggio.. non mi sarei mai perdonato se ti avesse fatto del male..», disse guardandomi, ovviamente non sapeva delle minacce in bagno.. ma sicuramente non gliel'avrei detto, non gli avrei dato un motivo in più per odiarla, aveva dei problemi molto gravi e da un parte la capivo, aveva paura di rimanere sola e Trevor era l'unico sostegno che aveva mai avuto nella sua vita per questo si era attaccata così tanto a lui e non voleva che nessun altro si avvicinasse, quasi come io e Ryan.. «sono contento che abbiamo parlato, temevo non volessi avere più a che fare con me».

«In realtà io volevo chiarire ma..», non potevo dirgli di Rose, «..ma Ryan..», non fini la frase, in un certo senso anche lui c'entrava con questa storia. Poi mi venne un'idea.. «te lo farò conoscere», dissi poi, lui mi guardò confuso.

«Non è il ragazzo che volevo picchiarmi in mensa?», domandò sapendo già la risposta, «sei sicura che voglia incontrarmi?», "no", pensai.

«Si», dissi, «tranquillo. Tu sei mio amico e a lui non dispiacerà..», non era affatto vero ma visto che ora eravamo solo amici lui poteva essere amico dei miei amici, io avevo conosciuto ed apprezzato i suoi, doveva accettarli, chiunque fosse, lo aveva fatto con Fred e Waite, perché non anche con Trevor?

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora