Un disastroso rientro

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Nelle ore successive mi ero ritrovata a fare da psicologa a Trevor e Rose. Non ne sapevo assolutamente nulla delle relazioni però conoscevo gli psicologi e sapevo come si atteggiavano, visto che ero andata in terapia per anni studiando ogni loro movimento. Mi stavo divertendo a dire la verità.
Quando arrivò la macchina però, lodammo tutti il signore onnipotente. I primi due giorni erano stati anche carini ma poi questa litigata aveva distrutto lo spirito della fuga.. ed in parte era causa mia.. avevo fatto una cosa di cui poi me ne sarei pentita sicuramente.. ma non sapevo la loro storia..

«Ti avevo detto di lasciar perdere..», mi disse Waite all'orecchio quando si avvicinò ad abbracciarmi. Li avevo riportati di fronte alla scuola visto che non mi avevano permesso di accompagnarli ognuno a casa propria, avevano deciso di prendere l'autobus.

«Mi dispiace per come si sono evolute le cose..», dissi guardando in basso, ero un po' imbarazzata per il mio comportamento, di solito erano gli altri quelli che si rintanavano nelle camera quando ci si ritrovava in gruppi misti maschio/femmina, io non ero mai stata quel tipo di ragazza e non pensavo lo sarei mai diventata, specialmente con un ragazzo che avevo conosciuto da pochi giorni.

«Tranquilla dolcezza! Per me è stato il weekend più bello di sempre!», esclamò Fred abbracciandomi.

«Certo hai dato il tuo primo bacio.. ti è venuto duro durante la notte?», lo prese in giro Waite, mi misi a ridere così come tutto il gruppo. Guardai Trevor, era sempre in disparte a fumarsi una sigaretta, poi si girò a guardarmi, i suoi occhi erano davvero stupendi, mi sorrise e contraccambiai, poi notai che Rose si avvicinò per salutarmi e mi concentrai su di lei.

«Ciao.. grazie per questa fuga», disse abbracciandomi stretta, «ma non finisce qui.. non pensare che il nostro "momento di condivisione" ci abbia fatto diventare amiche. Noi non siamo amiche e non lo saremo mai. Lascia in pace Trevor, o ci saranno delle conseguenze..», mi minacciò, poi si staccò da me e fece un sorriso finto. Cavolo, sapeva mentire benissimo.. ricambiai e li salutai con la mano mentre si avviarono verso casa.

Salii in macchina, rimasi un attimo sconvolta dalla minaccia di Rose. Era una ragazzina molto magra, bassa, docile, non sembrava potesse tirare fuori tanta rabbia e scagliarla contro qualcuno, ma probabilmente la sua rabbia era provocata dalla fragilità..

Chiesi all'autista di portarmi da Ashlee, erano le cinque del pomeriggio, non era troppo tardi e volevo subito chiarire le cose con lei.
Quando arrivai di fronte casa però, trovai molte macchine parcheggiate nel vialetto della villa, mi chiesi cosa ci facessero tutte quelle persone a casa sua, forse sua madre aveva dato una festa. Sì, si festeggiava molto belle ville dei ricchi del mio quartiere, ogni occasione era buona per ostentare la loro ricchezza e il loro potere.
Suonai il campanello e ad accogliermi fu sua cugina, Audrey. La sua famiglia aveva decisi di chiamare tutti i membri con la lettera "A", il padre e da madre di Ashlee infatti si chiamava Adam e Anastasia, come la principessa.
La cugina invece aveva una gemella, Abigail, erano veramente insopportabili, fin da piccolo quando le mettevano a giocare con noi. Erano viziate, i loro genitori, Andrew e Adeline, le avevano educate per essere due vere vipere, dovevano essere le migliori, vantarsi dei loro successo e far capire, con gentilezza, quanto gli altri fossero ad un livello minore di loro nella catena alimentare.
Avevano anche un fratello della stessa età, Ayden, il quale però si distingueva nella famiglia, era molto più intelligente e gentile di loro, faceva finta di stare alle regole dei genitori quando in realtà riusciva a fare quello che voleva. Lo vidi passare dietro di lei e lo salutai con la mano.

«Ah. Te ne sei ricordata finalmente..», mi disse Audrey, io la guardai perplessa, «il regalo dov'è?», chiese, la guardai ancora più confusa, mentre lei mi squadrò da testa ai piedi, «e come ti sei vestita? Lo sai di essere ad un festa di compleanno, vero? Il jeans non è molto di moda in queste occasioni speciali..», una festa di.. cazzo. Avevo dimenticato il compleanno della mia migliore amica?! Non era possibile! Guardai dentro casa ed una pila di regali all'ingresso mi saltò agli occhi. Cazzo, cazzo, cazzo! Come avevo potuto dimenticarmene?! «i tuoi sono già dentro hanno detto che avresti fatto un po' di ritardo.. vuoi che te li chiamo? Non hai un grande aspetto..».

«Ehm, si, per favore. Potresti dire a mia madre che sono qui fuori?», chiesi implorante, lei roteò gli occhi e rientrò in casa lasciandomi sul pianerottolo, speravo solo che Ashlee non mi vedesse.. come potevo essere stata così egoista da dimenticarmi del suo compleanno? Avrei potuto organizzare qualcosa di carino.. avrei potuto invitare anche lei e Brendon alla casa sul lago.. ecco forse perché se l'era presa tanto.. mi sentivo estremamente in colpa.

«Tesoro che ci fai vestita così?», chiese mia madre arrivandomi di fianco, «ti avevo mandato un messaggio dicendoti di andare a casa a cambiarti.. sono molto delusa dal tuo comportamento, avevi promesso di restare qui ad aiutare la tua amica con i preparativi e invece hai preferito andare alla casa sul lago», mi rimproverò, «e a proposito, con chi eri visto che ho saputo che sia lei che Ryan erano in città?», mi guardava con uno sguardo severo.

«Con dei miei nuovi amici mamma..», cercai di farla passare così ma lei volle che entravo più nello specifico, «in punizione ho conosciuto dei ragazzi simpatici e così abbiamo deciso di fare un piccolo weekend di svago.. e mi sono completamente dimenticata del compleanno di Ashlee, okay?», lei mi guardava ancora più arrabbiata scuotendo la testa ma prima che potessi dire altro per giustificarmi sentii qualcuno camminare dietro di lei.

«Ti sei dimenticata del mio compleanno..?», disse Ashlee di fronte a me. Una lacrima le scese dal viso, perché ogni volta le persone devono comparire quando si dice la frase più sbagliata che non dovrebbero sentire?

«No..! Ash, aspetta!», lei rientrò in casa, mentre la rincorsi attraversando la folla e andando sulle scale al secondo piano, pensai che era bellissima nel suo abito giallo-paglierino con una enorme gonna in tulle, proprio come piacevano a lei, sembrava una principessa.
Era il suo diciottesimo ed io me ne ero dimenticata..

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora