"Evviva gli sposi!"

1K 75 31
                                    

«Tesoro vestiti dobbiamo andare», disse mia madre passando dal corridoio. Col cavolo. Io non sarei mai andata al ricevimento a casa Wieth.
Erano passate tre settimane da quando era successo quel putiferio a casa loro. Ero troppo imbarazzata ed arrabbiata per poter tornare in quel luogo infernale.

«Megan.. dobbiamo andarci. È molto importante per tuo padre e deve essere presente tutta la famiglia», mia madre entrò in camera mia vedendo che ero ancora in pigiama sul letto, «possiamo fare che.. arriviamo, salutiamo tutti poi mangi un gamberetto, fai finta di star male e torni a casa con l'autista..», mi disse sottovoce per non farsi sentire da papà. Io sorrisi, apprezzavo che non mi obbligasse a restare tutta la sera da loro. le avevo raccontato cos'era successo quel maledetto pomeriggio, ero tornata a casa in lacrime e mi ero sfogata con lei.
Ma da quel momento in poi decisi di non versare neanche più una lacrima per lui. Era come un fantasma, quando mi passava di fianco non lo calcolavo, ed anche se alle volte era vicino a Bred, lo ignoravo.
Mi ero concentrata sullo studio, avevo preso altri ragazzi e ragazze più piccoli di me, per fargli da tutor, per raccogliere credenti ed impegnarmi i pomeriggi.

«Va bene. Andata», le strinsi la mano ed iniziai a prepararmi. Andai in bagno a truccarmi per poi mettere il vestito lungo che mia madre aveva scelto per me. Era azzurrino chiaro con qualche diamante qua e là. Mi sentivo Elsa, la protagonista di Frozen.

«Andiamo è tardi!», gridò mio padre davanti alla porta di casa. Io e mia madre scendemmo al piano di sotto, mentre mi stavo ancora mettendo gli orecchini, ed andammo verso la macchina.
Durante il tragitto elaborai bene il piano, innanzitutto evitare completamente i Wieth, nessun contatto visivo, avrei dovuto fare la faccia sorridente per tipo mezz'oretta, poi, come aveva suggerito mia madre, avrei mangiato un gamberetto, -i gamberetti c'erano sempre ai ricevimenti, non ne sapevo nemmeno io il motivo-, e sarei corsa da mio padre dicendo che stavo male, mal di stomaco, e che dovevo correre a casa. Piano perfetto.

Scendemmo e ci ritrovammo davanti alla prorompente Villa Wieth. Tutta bianca, giusto per essere umili e non paragonarsi al presidente degli USA, con un enorme giardino sempre verde attorno.
Mi chiedevo ancora cosa ci facessi lì.. entrammo ed iniziammo a salutare tutti gli invitati, ne conoscevo si e no un quarto, e dopo dieci minuti di sorrisi finti, le guance iniziavano già a farmi male.

«Ehi Meg!», sentii una voce familiare alle mie spalle, Ashlee, finalmente qualcuno con cui potevo parlare, «hai visto che casa?», mi domandò, come se mi importasse..

«Già..», iniziò a parlarmi degli invitati, di cosa facevano i loro genitori, di dove studiavano, sapeva tutto, lei si che stava attenta alle presentazioni di famiglia.
Per me, anche se mi stavo annoiando a sentire il profilo di ogni ragazzo in quella casa, era sempre meglio che presentarmi a tutti, ero riuscita a scappare dai miei genitori e dagli invitati.

Okay, era passata mezz'ora.
Dovevo cercare un gamberetto.
«Scusami, Ash. Ho un po' fame. Andiamo al buffet?», chiesi lei rispose positivamente e ci avviammo verso la mega tavolata di cibo.
Presi un cocktail di gamberetti, avrei voluto fare una scenata davanti a tutti così da far vedere che il cibo che stavano servendo non era di alta qualità, ma era una bassezza anche per me, avrebbero solo licenziato tutti i loro cuochi e chi ero io per togliere del lavoro alle persone?
Ne presi uno per la coda, lo stavo per masticare ma qualcuno attirò l'attenzione di tutti gli invitati rintoccando un bicchiere. La signora Wieth. Si sistemò sopra un mini palchetto in modo che tutti la potessero vedere, mi venne quasi da ridere quando notai che le era stato portato un bicchiere con coltello solo per fare quel gesto.

«Buonasera a tutti e benvenuti in casa Wieth. Spero vi stiamo divertendo. Nessuno di voi, a parte qualche ospite a noi molto vicino, sa il perché della vostra presenza a questa serata. Tesoro, potresti raggiungermi per favore?», chiese guardando davanti a lei. Una ragazza salì suo palco, Stacy, «guardatela. Non è magnifica? Una creatura raffinata, splendente, piena di ottime qualità», si, come no.. «questa sera siamo qui per celebrare lei..», eravamo a casa di Ryan per celebrare lo stupido compleanno di Stacy?! Questo era l'evento così importante a cui tutta la mia famiglia non poteva mancare?! Presi il gamberetto e lo ingerii, non potevo più restare in quella casa.

«Ash..», dissi a bassa voce tenendomi la pancia, «non sto tanto bene.. vado a cercare mio padre..», continuai mentre come sottofondo avevo i mille complimenti per Stacy. Bleah.

«Ma non stiamo celebrando solo lei», aggiunse mentre io mi facevo spazio tra invitati, «vieni qui, tesoro», aggiunse e la mia curiosità mi fece alzare la testa, chi altro poteva far salire? Tutta la combriccola delle vipere? Ma quando lo vidi, i miei piedi si fermarono. Ryan, «stasera, si celebra il loro fidanzamento. Al quale voi tutti siete invitati! Si terrà il vero ricevimento la settimana prossima, sempre qui, nella nostra umile dimora..», non la ascoltai più, l'unica cosa che riuscivo a vedere era il volto di Ryan e quello sorridente di Stacy a fianco a lui che lo teneva per mano. Schifo. Ecco cosa provavo.

Poi il suo sguardo si intrecciò con il mio, volevo nascondermi ma ero come ipnotizzata dai suoi occhi, mi guardava ed ormai non lo capivo più, sembrava sorpreso della mia presenza al ricevimento ed anche io lo ero, sarei dovuta rimanere a casa o avrei dovuto scappare subito, fare tipo la comparsa. Invece no, il destino aveva voluto darmi anche quella batosta..

«Okay, cara. Stai monopolizzando il palco..», si intromise il signor Wieth salendo anche lui è mettendole una mano intorno alle spalle.

«Che posso farci? Mio figlio si sposa!», si mise a ridere insieme agli invitati, «evviva gli sposi!», disse per poi farlo ripete in coro.
Ryan stava ancora fissando me ed io lui, mentre tutti quello intorno a noi sembravano felici, i nostri sguardi non lo erano affatto.
Vidi Stacy poi guardare nella mia direzione, appena si accorse della mia presenza, diede un bacio caloroso a Ryan che portò gli invitati ad urlare ancora di più.
In mezzo a quel casino, uscii per prendere una boccata d'aria. Stavo riuscendo in quei giorni a dimenticarlo, a passare oltre, tornando a condurre la mia solita vita. Perché avevano voluto che anche io partecipassi a questo evento? Perché il padre di Wieth aveva obbligato tutti ad essere presenti?

«Signorina Teller-Boone. Qualcosa che non va?», quella voce, fredda, dura e molto seria mi fece scattare. Senza che me ne fossi accorta, il padre di Ryan era in piedi di fianco a me intento a guardare avanti con un bicchiere di whisky fra le mani, «sono contento che sia venuta al ricevimento. Ha finalmente capito che Ryan non può scappare dal suo destino. Questo è quello che ho deciso per lui, e non sarà di certo una ragazzina a distruggere i piano di una intera vita costruiti per lui. Quindi si ricordi bene queste parole: stia lontana da mio figlio. O ci saranno delle conseguenze. Non vorrei che suo padre dovesse cambiare lavoro per una sciocchezza..», lo guardai. Mi stava veramente minacciando per lasciar in pace Ryan? Non ero io che stavo correndo dietro suo figlio, lo stavo lasciando in pace, perché doveva dirmi queste cose? Finì il drink, senza nemmeno guardarmi una volta, «è stato bello parlare con lei. Si goda la festa», aggiunse prima di rientrare in casa lasciandomi senza fiato.

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora