Alleanza

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Ero in camera mia sdraiata sul letto.
Come quasi ogni giorno di quella triste settimana, mi ritrovavo a piangere sotto le coperte. Questa situazione mi stava sfuggendo di mano.. credevo di potercela fare, credevo che sarei riuscita a sopportarlo, ma non era così.
Vederlo ogni giorno insieme a lei, avergli dovuto dire che non lo amavo per allontanarlo da me.. erano cose che non avrei mai creduto potessero accadere.
Mi stavo lentamente distruggendo da sola, e forse era proprio questo il piano del signor Wieth, vedermi soffrire era il suo scopo, vedere la ragazza che gli ha portato via il figlio, cadere in mille pezzi.

«Megan..tesoro..?», sentii la voce di mia madre rimbombare nella stanza, mi asciugai velocemente gli occhi ed uscii con la testa dalle coperte.

«Che c'è mamma?», chiesi cercando di sembrare normale, la sua espressione cambiò quando vide il mio volto distrutto.

«Tesoro.. che è successo?», mi chiese avvicinandosi e sedendosi sul letto intenta ad accarezzarmi la testa. Mi asciugai nuovamente gli occhi cercando di mascherare le mie emozioni ma ormai era troppo tardi, i suoi tocchi delicato fra i miei capelli mi fecero crollare in un pianto ancora più intenso.
Mi abbracciai a lei e lei fu pronta a rincuorarmi anche se non sapeva per cosa o per chi stesso piangendo. Era questo che mi piaceva molto di lei. Dopo qualche minuto passato a stringerla lei mi guardò il volto asciugando le lacrime sul mio viso, «vuoi dirmi che è successo?».

«C-credevo.. di farc-cela.. ma non.. c-ci riesco..», dissi tra un singhiozzo e l'altro, lei mi guardò ancora più tristemente, mi abbracciò di nuovo.

«È per Ryan?», mi chiese, domanda totalmente ovvia ma voleva esserne sicura, «tesoro, mi dispiace che si sia allontanato da te».

«Non è questo mamma..», volevo dirglielo, volevo dirle che era per colpo di suo padre che stavo così, che io e lui avremmo potuto vivere in santa pace se non ci avesse messo i bastoni fra le ruote. Ma non potevo rivelare che mi aveva minacciato.. me l'avrebbe fatta sicuramente pagare.. «vederlo tutti i gironi con Stacy.. mi rompe ogni minima particella del cuore, ma io non posso fare nulla. Lui si sta per sposare, come posso competere con un evento così grande?».

«Megan tu lo ami così tanto da chiedergli di non sposarsi?», mi domandò.

«È proprio perché mi piace così tanto che non sto facendo nulla.. quella è la sua vita, quello è il suo destino, fin da sempre. Sposarsi con una bella ragazza ed avere una vita perfetta, con un bel lavoro, casa, macchina di lusso, figli..», lei mi guardò un po' perplessa.

«E credi che ti questa vita non gliela possa offrire?», mi domandò, io la guardai, affranta.

«Mamma guardami..», le dissi per poi abbassare lo sguardo, «sono un mostro.. mentre Stacy è la ragazza bellissima che tutti desiderano. Ryan è fortunato a stare con lei..», mia madre si staccò da me e mi prese il viso tra le mani fissandomi.

«Credi che tu non sia all'altezza di quella Stacy? Tu sei intelligente, gentile, simpatica, hai dovuto affrontare prove nella vita che ti sono rimaste incide sulla pelle..», a quelle parole, guardandomi di sfuggita le gambe, una lacrima scese sul suo volto, «sei una ragazza speciale, non come le altre, ed è proprio questo che ti caratterizza. Sei molto meglio di tutte le ragazze di questa città, figlia mia, e non lo sto dicendo perché sei mia figlia. Chiunque se ne accorgerebbe! E credo che anche Ryan se ne sia accorto..», mi sorrise accarezzandomi il volto con gli occhi lucidi. Quel discorso così incoraggiante mi diede un po' di forza, ma poi pensai di nuovo al padre di Ryan e mi rattristai.

«E se ci fossero delle conseguenze?», chiesi restando sul vago, «se stare con lui significasse perdere qualcos'altro?», sospirai, quelle erano le mie più grandi paure, stare con lui significava fare un torto alla mia famiglia, a mio padre, non potevo permettere che ci rimettesse lui a causa mia..

«Fregatene delle conseguenze. Anche tu padre ha dovuto lottare per avermi, la mia famiglia pensava fosse un buon annulla, pensava che non fosse arrivato da nessuna parte e guardarlo ora. A quei tempi è riuscito a tirar su da solo un'impresa, solamente per dimostrare ai miei genitori che lui poteva fare grandi cose. Tutti dobbiamo lottare per qualcosa, specialmente in amore. Devi aprirti con lui, dirgli quello che provi davvero, fregandotene di un suo rifiuto. Ci perderà solo lui!», se mio padre era riuscito ad avviare un impresa di successo in poco tempo per dimostrare quanto fosse coraggioso e determinato, anche io potevo andare contro il signor Wieth.
Le parole di mia madre avevano fatto crescere una speranza in me, effettivamente la società dove lavorava mio padre, in parte era sua, quindi non avrebbe potuto mandarlo via così come se nulla fosse. E non potevo permettere di essere la sua marionetta.
Ero Megan Teller-Boone, avevo affrontato cose peggiore nella vita è non mi sarei mai più fatta mettere i piedi in testa da nessuno.

«Grazie mamma..», le dissi sorridendo ed abbracciandola, lei guardo l'orario.

«Di nulla. Ora dormi si è fatto tardi», mi informò. Il giorno seguente sarebbe stato un nuovo inizio per me, una nuova ne molto più determinata di quella che ero stata fino a poco prima, sarebbe risorta dalle cenere pronta a bruciare chiunque le si metteva davanti al suo cammino.. già, un po' troppo teatrale, lo so.

-

Stavo camminando per i corridoi della scuola, la mia determinazione, stranamente, non era ancora svanita. Vidi Melanie da lontano, stava parlando e ridendo con il suo gruppo di amiche, Stacy fortunatamente non c'era, era il momento giusto per attaccare.

«Senti Ash, potresti tenermi questo è appoggiarmeli sul banco, io arrivo subito», le diedi i libri della lezione successiva ed un bacio sulla guancia per poi camminare con fermezza verso Melanie. Uno, due, tre passi e piano piano stava svanendo.. ma ormai aveva girato lo sguardo verso di me e mi guardava schifata, come al solito, non potevo tirarmi indietro.

«Ehi freak, qual buon vento..», scherzò con le sue amiche. Alzai gli angoli della bocca velocemente, ignorando il suo insulto.

«Melanie dobbiamo parlare», le dissi guardandola più intensamente per farle intendere che era qualcosa di serio, ma lei fece finta di non capire.

«Che c'è? Vuoi consigli su come vestirti meglio? Perché è impossibile..», la guardai scocciata mentre le sue offerte starnazzavano. Perché le volevo chiedere una mano? Ah si, non sarei riuscita a sabotare nulla senza un infiltrata, anche se doveva essere proprio la persona più odiosa del mondo.. la presi per un braccio e la trascinai lontano dalle sue amiche, «ehi ma che fai!», disse mentre la strattonavo.

«Ti ho detto che dobbiamo parlare, è urgente!», dissi quando ci fummo fermate in un posto un po' più isolato.

«Se avessi guardato il cellulare ti ho scritto che ci saremmo incontrate dopo!», mi informò, aggrottai le sopracciglia, quando cavolo mi aveva mandato un messaggio? E come faceva ad avere il mio numero. Controllai ed effettivamente era così. Mi meravigliai delle sue doti messaggistiche di digitazione senza guardare lo schermo e senza che nessuno dei presenti se ne fosse accorto nonostante fossimo tutte intorno a lei, «comunque che vuoi?», mi chiese un po' più calma intrecciando le braccia e sbuffando.

Era davvero la cosa giusta da fare?
Sicuramente no.
Mi potevo fidare di lei?
Assolutamente no.
Il piano, qualsiasi che avesse in mente, avrebbe funzionato?
Avevo i miei dubbi.. ma dovevo tentare.
«Facciamolo».

Fidati di me, mi disse (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora