Erano passati tre giorni dalla sospensione, già non mi avevano espulso grazie a mio padre, mi avevano solo fatto stare a casa a "riflettere dei miei errori" e non sarebbero nemmeno risultati nel mio curriculum studentesco.
Mi era stato vietato di vedere Ashlee ed era la cosa peggiore del mondo visto che mi avevano anche ritirato il cellulare, ero stata da sola in quella enorme casa a deprimermi.
Ma per fortuna quella mattina sarei tornata a scuola, anche se non ero pronta ad avere di nuovo tutto gli sguardi su di me.«Meg! Finalmente! Era un mortorio a scuola senza di te!», disse entusiasta Ashlee venendomi incontro. Iniziammo a passeggiare sulla strada per la scuola, era ancora presto e potevamo andare con calma.
«Ah si? Pensavo che ormai mi avessi affando nata al mio destino da ribelle», scherzai.
«Non ti abbandonerei mai. Sarò la prima a venirti a trovare in prigione», ci mettemmo a ridere e mi abbracciò, «ti devo aggiornare», prese dal suo zaino un quaderno.
«Grazie Ash.. almeno per i compiti sono a post-», lo aprii e non erano compiti. Nella prima pagina c'era scritto "giorno uno".
«Ho annotato tutto quello che è successo in questi tre giorni e quello che io avrei voluto dirti nelle situazioni in cui mi sono trovata o che ho visto da lontano...», non potevo credere che avesse scritto tutto, e invece sì, lessi per caso anche "ore 14:32 andata in bagno", «..tipo la mega litigata tra Ryan e Stacy nei corridoi..», continuò, io mi fermai in una pagina iniziando a leggere veloce per arrivare a quella scena, «..a pagina sei», mi suggerì, girai velocemente fino alla numero sei, "..si sentono delle grida dal corridoio e mi affaccio per vedere chi fosse e indovina??! Ryan è super furioso con Stacy!..".
«Ashlee non fai prima a raccontarmelo tu? Che è successo in sintesi?», dissi stufa di leggere di prima mattina.
«Beh, penso si sia arrabbiato perché ha scoperto qualcosa, ma non so di preciso cosa. Non l'ho sentito. So solo che da quella litigata non si parlano più..», perfetto, cioè niente era perfetto, avevano litigato ed era una cosa brutta per la loro relazione.. «ma sicuramente si rimetteranno insieme.. ti ricordi quante ne abbiamo viste durante gli anni delle loro litigate? Saranno state almeno cento in pubblico, figuriamoci nel privato. Sarà la solita scena», continuò. Si era vero, io non ci facevo molto caso perché prima, beh, non mi importava nulla di lui, non lo conoscevo nemmeno e cercavo di starci alla larga, ma sentivo spesso parlare di loro e delle loro litigate da Ashlee.
Perché ora doveva essere diverso? Perché pensavo di avere una possibilità con lui? Solo perché era l'unico ragazzo che mi avesse mai parlato in tutti questi anni? Non potevo innamorarmi di qualcuno perché mi aveva parlato, perché aveva notato che ero una ragazza, perché mi aveva.. baciato. Già, l'aveva fatto ed ora non sapevo più se era stato tutto frutto della mia immaginazione. Non ne avevamo mai parlato e questo destava molti sospetti. Perché l'aveva fatto? Qual era il suo scopo? Perché proprio me? Forse gli facevo pena, ma perché andare nello stanzino della palestra? Non ci capivo più niente..«Terra-chiama-Megan..?», Ash mi scantò dai miei pensieri agitando una mano davanti alla mia faccia, «sei troppo carina quanto ti perdi nei tuoi pensieri fai una faccia tipo..», imitò la mia espressione persa nel vuoto.
«Oh si, davvero carina. Sembro un pesce lesso», commentai.
«Beh, un po' si!», mi fece la linguaccia e scappò avanti a me, la rincorsi fino ad arrivare a scuola.
«Pessima idea correre prima di entrare a scuola..», dissi con il fiatone appena la raggiunsi ci mettemmo a ridere e mi piegai in due per il male alla milza ma smisi subito quando, di fronte a me, vidi fermarsi dei piedi. Dei piedi con scarpa col tacco. Mi misi dritta e quattro paia di occhi, tutti ben truccati devo dire, stavo letteralmente fulminando la mia faccia.
«Non fa bene al cuore correre, tricheco, rischi l'infarto..», disse Melanie ridendo con le altre. Che avevo fatto di male? Perché quel giorno non me ne sono stata seduta ad aspettare in aula al posto di andare a cercare Ryan? Stolta.
Le superai senza dire una parola, mi ero stancata di questa situazione.. dovevo fare qualcosa. Ashlee mi raggiunse.«Tutto okay..?», mi chiese, io non le risposi, ero troppo vulnerabile in quel momento, avevo un groppo in gola che non mi faceva parlare, «non le ascoltare.. tu non hai nulla che non va.. sei..».
«Carina? Già. Un tricheco carino», dissi fermandomi nei corridoi prima di entrare nella mia aula, Ashlee non aveva la mia stessa lezione così non entrò. Suonò la campanella della iniziò delle lezioni poco dopo che mi sistemai nel banco, iniziammo e cinque minuti dopo entrò qualcuno che non notai, ero concentrata sulla lezione, nient'altro. Ma lo notai quando si sedette di fianco a me. Ryan.
Lo guardai di sfuggita e poi mi guardai intorno. C'erano altri banchi liberi perché si era seduto di fianco a me? Io ero proprio di fronte all'insegnate e lui di solito odiava quel posto e si sedeva dietro. Non lo spiavo, lo osservavo casualmente durante le lezioni.
Lo riguardai con la coda dell'occhio e notai un sorriso sulle sue labbra, perché sorrideva? E perché io ero così agitata nel vederlo?
Notai poi che iniziò a scrivere sul suo quaderno e lo spinse sul mio banco in modo che io potessi leggere:
"Ehi straniera". "Ehi straniera"?? Che cosa vorrebbe dire? Io non risposi, così scrisse di nuovo lui.
"Ti devo parlare".
"Anche io", scrissi. Volevo chiarire questa situazione al più presto. Avevo qualche possibilità? Ero per caso in un mondo parallelo dove piacevo a Ryan Wieth? No, non lo ero. Forse l'aveva fatto per una scommessa con i suoi amici.. TROPPE DOMANDE PER LA TESTA! Non ce la facevo più. Mi alzai in piedi di scatto che, dal rumore della sedia, feci girare tutti i compagni verso di me.«Prof vado in bagno», dissi, poi guardai Ryan e gli feci segno con la testa di seguirmi, inizialmente non capì, mi guardò confuso dai miei ripetuti tic con il capo che tra un po' mi si bloccava il collo. Poi, dopo essermi resa ridicola, capì.
Lo aspettai fuori dalla porta, nel corridoio e appena uscii anche lui lo sbattei contro gli armadietti e ci scambiammo un bacio lungo e appassionato.. no niente di tutto ciò. Lo trascinai però in un bagno, controllando prima che non ci fosse nessuno per non avere orecchie e bocche che potessero andare a riferire i nostri discorsi.«Meg..», tentò ma io lo interruppi.
«No, fammi parlare. Io non ti capisco. A che gioco stai giocando? Cosa sono per te? La tua tutor? Una tua amica? O.. Guarda che anche io ho dei sentimenti. Anche se non sembra non li ho mai fatto vedere gran che ma ci sono. Perché mi ha scritto prima? Pensavo stessi con Stacy. O vi siete lasciati? .. vi siete lasciati? E se non vi siete lasciati, che cos'è stata quella.. quella cosa tra noi?», sputai fuori tutto e non sapevo nemmeno bene quello che avevo detto, avevo dato sfogo ai miei pensieri e lui era ammutolito. Forse avevo esagerato. Forse mi ero fatta dei pensieri per nulla, magari lui si comportava così con tutte, era il suo modo di parlare con le ragazze ed io invece mi ero fatta i film. Ma allora perché il bacio?
«Megan.. tu mi..», guardava dritto nei miei occhi e sembrava.. imbarazzato. Dovevo essere io quella imbarazzata, mi accorsi che eravamo molto vicini e le mie guance arrossirono.
D'un tratto, però, la porta si spalancò e delle risate entrarono nella stanza ma si spensero subito vendendo me e Ryan insieme nel bagno.«Ew! Che cavolo ci fai con lei?!», Stacy.
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Fidati di me, mi disse (completa)
Romance"Ero ancora bambina quando il fratello di mio padre mi stuprò. [..] "Fidati di me", mi diceva. [...]" Questa storia racconta la vita di Meghan Teller-Boone, troppo vissuta per alcuni, troppo breve per altri. Ora lei ha diciotto anni. Sono passati...